“”Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce.” G. Ungaretti
CI sarebbero molte ragioni oggi per guardare oltre, disgustatI e attoniti, ma la nostra Costituzione è un bene prezioso da preservare e dunque la Resistenza di ieri è quella che dobbiamo mettere in campo oggi per difenderla da questa deriva autoritaria di un Governo che non sa dirsi antifascista.
” I bambini furono tra i più esposti alle violenze dell’ Olocausto.
In tutto, si calcola che (cifra per difetto) un milione e mezzo di bambini e ragazzi sia stato ucciso dai Nazisti e dai loro fiancheggiatori.
Di queste giovani vittime, più di un milione erano Ebrei, mentre le altre decine di migliaia erano Rom (Zingari), Polacci e Sovietici che vivevano nelle zone occupate dalla Germania, nonché bambini tedeschi con handicap fisici e/o mentali provenienti dagli Istituti di cura
Il destino dei bambini, Ebrei e non-Ebrei, poteva seguire diverse vie:
1) i bambini venivano uccisi immediatamente, al loro arrivo nei campi di sterminio: 2) potevano venir uccisi subito dopo la nascita, o mentre si trovavano ancora negli Istituti che li ospitavano; 3) i bambini nati nei ghetti e nei campi potevano sopravvivere quando gli altri prigionieri li nascondevano; 4) i bambini maggiori di 12 anni venivano destinati al lavoro forzato o erano usati per esperimenti medici; 5) infine, vi furono i bambini uccisi durante le operazioni di rappresaglia o quelle contro i gruppi partigiani.”
shmm. Org )
Di testimonianze e racconti, importanti e approfonditi su questa Giornata della Memoria avremo dodo di ascoltarne molti.
Ricordiamo! e soprattutto non perdiamo occasione, quale che sia, per ricordare ai nostri bambini e ai nostri giovani di sapere mettere frutto bene le loro vite perché questo è onorare quei loro coetanei strappati alla vita.
” E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. È una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo …
Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.”
‘Kafka sulla spiaggia’
Haruki Murakami (Einaudi 2008).
Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l’ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka …
Autore e libro che vi consiglio di tutto cuore. Lo si può ordinare in rete. Anche se il 3 maggio riapriranno e librerie!
Nessun facile entusiasmo, nessuna nostalgia per le pasquette all’aperto e in compagnia.
Stiamo a casa… (s)forzatamente ci resta anche Sally che vagheggia di mettersi in posa su bianche msrgherite
Ma si ritrova nel silenlenzio irreale della sera a interrogare il buio
«Giorno d’ira quel giorno,
giorno di angoscia e di afflizione,
giorno di rovina e di sterminio,
giorno di tenebre e di caligine,
giorno di nubi e di oscurità,
giorno di squilli di tromba e
d’allarme sulle fortezze
e sulle torri d’angolo.»
(*)Tommaso Dacelano,XIII secolo. Musicata da Verdi e Mozart preferisco la seconda.
Io sto bene. Sacrificata perché mi manca il mio parco e la mia passeggiata in compagnia di Sally. Due volte al giorno le faccio fare il giro’ lungo’ dell’isolato ed anche questa attività è permessa probabilmente non sanno del nostro piccolo Eden.
A far da fila, ovvia, fuori dal supermercato c’è mio figlio in ferie settimanali alternate.
Come al solito tutte le televisioni si sono appropriate del coronavirus per farne parte integrante dei palinsesti molto simili alle maratone di Enrico Mentana.
Le persone serie con senso civico hanno capito e comunque accettato l’e norme e chissenefrega se ne fregherà comunque.
Credo che alla fine dei nove mesi da questo isolamento finalmente l’Italia avrà un picchetto nelle nascite e contemporaneamente un bel po’ di separazioni per colpa… del covid-19.
Alla edulcorata rappresentazione del riscoprire il dialogo e il calore della famiglia molte donne ne usciranno con qualche livido in più.
Mah! Domani motivando ragioni imprescindibili mi riprometto di andare alla grande scintillante profumeria di viale Ionio (le profumerie restano aperte perché svolgono un servizio alla persona!) e mi comprerò – ricodando mia mamma adolescente negli anni di guerra – il suo mitico Chanel numero 5.
Pande-mia e non solo, un vero pan-demonio!
FIno a ieri immigrati e morti civili nei vari focolai di guerre morivano e muoiono quotidianamente.
Già ma al momento poco ci toccano : questione di palinsesti e del resto, senza bisogno di roboanti annunci di rimpatri che non arrivano mai, i nemici di ieri se ne vanno autonomamente e gli italiani riprenderanno a raccogliere i pomodori a Rosarno (*).
Tutto torna! “Ha da passa ‘a nuttata!”
(*) la Coldiretti a stimato al momento la mancanza di un 30% di manodopera straniera stagionale.
Marielore, camerunense, arrivata in Italia da oltre 10 anni per un corso post laurea ha conosciuto mio nipote, si sono sposati e oggi hanno due bambini : Claudio di 9 anni e Alessia di 4.
Vivono a due isolati di distanza da casa mia ci vediamo spesso e spesso io vado a prendere i due bambini a scuola per andare al parco!
Il quartiere di Montesacro a Roma è un quartiere molto eterogeneo meno problematico di certe borgate molto degradate e nell’ occhio del ciclone.
Questa frase violenta vergognosa inaccettabile retrograda è stata rivolta proprio a Claudio durante l’intervallo ( in classe ci sono anche un bambino egiziano e due bambini cinesi) !
Un bambino ad un altri bambino.
Piccole belve crescono.
Billie Holiday sentì per la prima volta Strange Fruit al Cafè Society di New York nell’aprile del 1939, ma il pezzo esisteva già nel ’37, l’aveva sritta Abel Meeropol, un giovane insegnante ebreo che l’aveva firmata con lo pseudonimo di Lewis Allan . Il brano è una forte denuncia contro i linciaggi dei neri nel Sud degli Stati Uniti e una delle prime espressioni del movimento per i diritti civili.
La prima cosa da sapere è che i curdi sono la quarta etnia più grande del Medio Oriente, sono tra 25 e 35 milioni di persone: e non hanno uno Stato, anche se lo vorrebbero. Oggi la gran parte dei curdi è distribuita in cinque paesi – Iraq, Siria, Turchia, Iran e Armenia – ed è musulmana sunnita, ma c’è grande varietà. Non ha molto senso guardare ai curdi come a un blocco monolitico, perché ogni gruppo nazionale ha le sue priorità e i suoi alleati. Quelli che c’entrano con la guerra in Siria sono tre: i curdi turchi, i curdi siriani e i curdi iracheni, che insieme hanno combattuto contro l’ISIS.
Foto dal Web
“Dobbiamo avere coscienza che abitiamo un immenso cimitero.”
Aldo Capitini,
Aldo Capitini è stato un filosofo, politico, antifascista, ideatore della Marcia per la Pace Perugia-Assisi e da qui la meravigliosa bandiera dietro la quale per ben due volte anche io insieme a 80/100 mila persone ho marciato per i 24 km che separano le due cittadine. Accanto a me grande amico morto prematuramente Tom Benetollo attivista e poi immaginifico presidente dell’Arci di cui ho scritto (autocitazione!)il primo aprile del 2015.
Aldo Capitini fu uno tra i primi in Italia a cogliere e a teorizzare il pensiero nonviolento di Gandhi.
Un sereno fine settimana strettistretti per creare un filo sottile di speranza a circondarci.
“Il concetto dell’abitare come indissolubile legame di sangue tra un popolo e un territorio è ormai pura velenosa idolatria.”
‘Stranieri residenti.
Una filosofia della migrazione.’ di Donatella Di Cesare – Bollati Boringhieri.
Purtroppo noi parliamo tra noi vediamo e leggiamo di pensieri e azioni che ci accomunano difficilmente questo nostro modo di essere potrà essere esteso a quella amalgama incolta suggestionabile e senza vergogna ormai libera di esprimere le sue bassezze.
Questo libro tratta temi e vicende non molto diversi o più urgenti rispetto a quelli affrontati quotidianamente ma ci vuole ancora una volta sottolineare che dietro a ogni sguardo, ogni corpo in mare, ogni straccio che il mare ci restituisce non ci sono solo le storie – 255 milioni soltanto nel 2015 – di quanti fuggono dal loro paese di origine dilaniato da guerre o estremamente poveri, vi è il ‘legittimo’ sogno di riscattare in un altrove di pace e umanità la loro vita.
Teniamoci più che mai strettistretti anzi strettissimi.
Foggia – Omar Jallow arrestato il 5 ottobre per aver aggredito due poliziotti. Ma la versione del Sap e quella dei migranti non coincidono.
Ammanettato alla ruota di una volante della polizia, accovacciato per terra, agitato e con un braccio sanguinante
Billie Holiday sentì per la prima volta Strange Fruit al Cafè Society di New York nell’aprile del 1939, ma il pezzo esisteva già nel ’37, l’aveva sritta Abel Meeropol, un giovane insegnante ebreo che l’aveva firmata con lo pseudonimo di Lewis Allan . *Il brano è una forte denuncia contro i linciaggi dei neri nel Sud degli Stati Uniti e una delle prime espressioni del movimento per i diritti civili.
“Gli alberi del sud hanno uno strano frutto,
Sangue sulle foglie e sangue alle radici,
Corpi neri oscillano nella brezza del sud,
Uno strano frutto appeso dagli alberi di pioppo.
Scena pastorale del prode sud.
Gli occhi sporgenti e le bocche contorte,
Profumo di magnolia, dolce e fresco,
Nell’improvviso odore di carne che brucia.
Ecco il frutto che i corvi beccano,
Che la pioggia coglie, che il vento succhia,
Che il sole fa marcire, che gli alberi fanno cadere,
Ecco un raccolto strano e amaro.”
Noi italiani abbiamo sempre guardato agli Stati Uniti come al Paese della speranza e della rinascita. Siamo stati migranti in gran parte ‘economici’ con un nuovo flusso neglu anni del fascismo con le famigerate leggi raziali (corsi e ricorsi storici?). . Abbiamo sofferto e abbiamo subito, siamo stati emarginati e siamo stati additati come straccioni e come tali trattati.
llis Island è una delle quaranta isole delle acque di New York;: divenne famosa dal 1894 in quanto stazione di smistamento per gli immigranti; venne adibita infatti a questa nuova funzione quando il governo federale assunse il controllo del flusso migratorio, resosi necessario per il massiccio afflusso di immigrati provenienti essenzialmente dall’Europa meridionale e orientale.
Questi mi granti oggi fuggono da guerre e carestie, preferiscono puntare su quel miserrimo 1% di possibilità di sopravvivenza. Non possiamo accettare che vengano ammanettati a terra al cerchione di un’auto. Io mi vergogno mi sento chiamata parte in causa.
Non si può tornare indietro. Abbiamo varato leggi per la Tutela dei diritti degli Animali, abbiamo riconosciuto loro un’anima.
Ditemi se questo è un uomo.
Teniamoci strettistretti anzi strettissimi.
(Tutte le foto sono prese dal Web; la camelia è del giardino di sherazade)
Nella primavera di sedici secoli fa, ad Alessandria d’Egitto, una donna accusata di eresia, poiché si dedicò alla relazione tra filosofia e scienza e per prima intuì che i pianeti compiono un’ellissi intorno al sole, fu assassinata. Fu aggredita per strada, spogliata nuda, trascinata nella chiesa «che prendeva il nome dal cesare imperatore», il Cesareo, torturata brutalmente prima di essere finita.
“Se mi faccio comprare, non sono più libera, e non potrò più studiare: è così che funziona una mente libera” (Ipazia, 370 d.C. Alessandria d’Egitto, figlia di Teone di Alessandria in Ipazia Vita e sogni di una scienziata del IV secolo)
Ipazia fu matematica, astronoma, sapiente filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica maestra di pensiero e di comportamento tanto da accecare d’invidia il vescovo Cirillo, che ne decretò la morte che invece di cancellare Ipazia dalla Storia la fece rivivere in eterno nella fantasia di poeti e scrittori di tutti i tempi. Fu, giustamente molto celebrata e idealizzata, a volte in modo mistificatorio aggiungendo o togliendo qualche tassella. Della sua vita si è detto di tutto, soprattutto della sua barbara morte: aggredita, denudata, dilaniata, il suo corpo fu smembrato e bruciato sul rogo. Fautori furono i paraboloni, fanatici esponenti di quella che da poco era diventata la religione di stato nell’impero romano-bizantino: il cristianesimo giust’appunto nel marzo del 415 dc!
Ipazia è stata una figura di donna ( e non è stata certo l’unica né – purtroppo – lo sarà) che sin dall’antichità non ha smesso di far parlare di sé e di proiettare la luce del suo martirio sulle battaglie ideologiche, religiose e letterarie arrivate all’oggi,
8 marzo 2018
giorno nel quale mi fa piacere regalare a tutte e tutti voi questo libro della storica e filologa Silvia Ronchey
Si tratta di un libro importante ed interessante soprattutto perché le notizie dirette sulla vita di Ipazia sono alquanto scarse: le due principali fonti antiche sono la Storia Ecclesiastica di Socrate Scolastico e gli scritti di Damascio, filosofo neoplatonico vissuto un secolo più tardi. Inoltre scritti di Ipazia sono andati perduti o incorporati in pubblicazioni di altri autori.
E poiché a ‘noi donne’ non si può dire di no, vi segnalo anche un bel film del 2009 di un regista con i fiocchi Alejandro Amenàbar ( Vanilla sky, Il mare dentro, The Others ed altri) : Agora interpretato dalla bellissima e brava Rachel Weisz, negli ultimi mesi molto attiva nel movimento hollywoodiano #metoo, nelle vesti di Ipazia. L’uscita del film in Italia fu ritardata di circa un anno perché ‘pare’ vi fossero delle resistenze da parte del Vaticano: infatti nonostante fosse stato riconosciuto il mandante della morte di Ipazia, Cirillo prese il potere su Alessandria ed in seguito, molto dopo in effetti, fu nominato santo e dottore della Chiesa e in particolare ‘dottore dell’incarnazione’ il 28 luglio 1882.
8 marzo 2018
A Roma è una bella giornata di sole ed io mi ricordo bambina con i fiori messi nei capelli e mia mamma e le altre donne per un giorno, almeno per un giorno, in corteo ballare spensieratetete.
Teniamoci strettestretteanzistrettissime
(ci può essere allegria nella consapevolezza del male e nella condivisione del dolore)
Qualche giorno fa al parco ho conosciuto Carlotta.
Sono rimasta folgorata dalla sua bellezza possente dal suo modo elegante e nello stesso tempo guardingo di avvicinarsi. Era la sua ‘prima volta’ e a dispetto dei suoi 85 chili ha cercato di accattivarsi subito la simpatia soprattutto di Sally che incurante le si è fatta incontro per nulla intimorita.
L’ English Mastiff sembra provenga dalle isole britanniche sin dal VI secolo a.C. Di certo questi cani vennero incontrati dai legionari durante la conquista, definiti Pugnaces Britanniae temibili ausiliari in battaglia vennero poi portati sino a Roma a combattere nei circhi, apprezzati al punto da incaricare un ufficiale apposito, Procurator Cynegii, al loro reperimento.
Tuttavia la più accreditata ipotesi sull’origine dei mastiff è quella che lo vorrebbe discendente del mitico mastino tibetano gigante (oggi estinto) del “canis familiaris inostranzewi”già presente in Asia e nell’Europa settentrionale durante l’Età del bronzo.
È stato considerato sin dal Medioevo il cane della nobiltà, guardia del corpo di cavalieri e feudatari nella vita quotidiana come in guerra. Si racconta che sir Peirs Leigh nel corso della Battaglia di Azincourt nel 1495, gravemente ferito, venne protetto per molte ore, fino all’arrivo dei soccorsi, dalla sua femmina di mastiff e che da lei la tradizione faccia discendere l’intera stirpe dei mastini del castello Lyme Hall, una continuità genetica registrata fino al XIX secolo. L’allevamento moderno, come per la maggior parte delle razze di taglia gigante, ha recuperato la stirpe quasi estinta con notevoli sforzi con i pochi esemplari sopravvissuti al 2º conflitto mondiale.
Oggi la docilità è una delle migliori caratteristiche dell’ English mastiff che è di temperamento calmo e leale, devoto al suo padrone oltre che un eccellente guardiano.
Che cosa accomuna Sally ed i suoi quasi 8 chili di vitalità alla possente Carlotta?
Niente più e niente meno che l’amore incondizionato, atavico, verso noi umani che troppo spesso li maltrattiamo esprimendo, noi, tutta la bestialità brutale e ignorante del mondo.
“È solo per un eccesso di vanità ridicola che gli uomini si attribuiscono un’anima di specie diversa da quella degli animali. ” Voltaire
“L’uomo non sa di più degli altri animali; ne sa di meno. Loro sanno quel che devono sapere. Noi, no.” Fernando Pessoa
“Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro. Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba, il panico del cervo che scappa, sono il tuo oceano grande e sono il più piccolo degli insetti. E conosco tutte le tue creature: sono perfette in questo amore che corre sulla terra per arrivare a te. “Alda Merini
Buona settimana mes ami(e)s. Teniamoci strettistrettisimi.