un niente che basti

Ogni volta che penso a Erto

il mio vecchio paese, quello abbandonato dopo il Vajont, con le vetuste case una attaccata all’altra e le vie di acciottolamento buie e strette
la memoria va verso l’inverno.

Il primo ricordo è il tempo degli inverni, la memoria è quella della neve. Notti infinite, silenzi laboriosi, lunghi, pazienti, interrotti solo ogni tanto da sprazzi di allegria nelle feste di Natale e

Capodanno.

Pensieri e fotografie di Mauro Corona

I suoi occhi, i nostri occhi

auguri

Sandra – orango di Sumatra che vive nello zoo di Buenos Aires da 20 anni –
dovrebbe presto essere trasferita in una riserva naturale in Brasile.
All’interno del parco Sandra, nato in cattività nel 1986, conoscerà il profumo della libertà.
Con una sentenza storica la Corte di Buenos Aires ha riconosciuto il diritto alla libertà dell’animale.

Una buona notizia che voglio dedicare a tutti voi, amiche e amici, con  i miei
AUGURI
di serenità, una serenità che molti sembra scontata, anzi quasi insopportabile.

I suoi occhi, i nostri occhi non abbassiamoli mai.

(melassa, ah shera quanta melassa!)

Ave Maria

«Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei».
Su questo testo è stato costruito il dogma della divinità di Gesù.


Franz Schubert

Ossessionati dall’integrità fisica. […] Esegeti, teologi, commentatori di tutti i generi hanno puntato su questo passo per affermare la verginità di Maria

La costruzione culturale della Madonna.    Ci troviamo ancora una volta di fronte alla mentalità ebraica dei seguaci di Gesù.[…] Il coito rende impuro il maschio, che è tenuto a rituali di purificazione per ritornare degno del rapporto con Dio, unico vero sposo dell’ebreo. Il corpo femminile è il «contenitore» della cosa più sacra: l’essenza della mascolinità, lo sperma

La donna ideale e la Madonna.    Vergine, vergine, vergine… Questa parola, che risuona di continuo, riflette, senza che più nessuno si accorga della sua fisica brutalità, la vera ossessione degli uomini

Un corpo perfetto.    La teologia cattolica ha costruito a poco a poco, con la «Madonna», quello che gli uomini di tutti i tempi e di tutti i paesi hanno desiderato e tentato di costruire con le donne. (…)Immacolata concezione significa che la Madonna è stata concepita senza il peccato originale. (…) Essa perde qualsiasi concretezza biologica e diviene ciò che gli uomini desiderano: un corpo femminile perfettamente chiuso.
Il prototipo della madre.    Questa madre non parla di sé, ma della funzione di madre, così come la vogliono gli uomini: essere per il bambino.

La non-scienza teologica.   La sterminata bibliografia mariana (16.685 titoli in vent’anni, dal 1948 al 1968) non «nutre» il pensiero perché non apre nessuna possibilità di crescita: è un non-pensiero, la non-scienza per definizione. […] Di fatto, le proposizioni intorno alla Madonna non possono essere oggetto di discorso, né negativo, né positivo, perché appaiono chiaramente collocate nell’ambito dell’affabulazione (166).


bach-Gounot

I concetti che ho riportato (e mi scuso se qualcuno di voi si possa essere sentito feito, non è nel mio intento) sono stati estrapolati dal libro La Madonna di Ida Magli (1925), scrittrice e docente di Antropologia culturale all’Università di Roma, autrice di importanti saggi tra cui anche Gesù di Nazareth.
Negli ultimi anni, da giornalista e pubblicista, si è occupata di temi di attualitò politica: Sulla dignità della donna (la violenza sulle donne, il pensiero di Wojtyla), Sesso e potere e altri ancora.

Le foglie morte

Non ho letto il mio oroscopo settimanale ma sicuramente dirà ‘nubi in vista’ e non sono quelle metereologiche, semplicemente mi piace pensare di essere metereopatica.
Questo altalenare di sole luminoso e buio alle tre del pomeriggio mi fa sentire su di un altro pianeta. Provo ad atterrare sulla terra e già sorvolandola sento influssi ancora più malevoli, mefitici, venirmi incontro.

Non ho voglia di niente, non sono in grado di offrire niente.

Vi lascio in compagnia di Hermann Hesse, lui sì sa essere una carezza per anima.
(Grazie a tutti voi.
Io torno poi, tra un po’.)

autunno
Roma, Parco delle Valli – foto sherazade 2014

TI PREGO

Quando mi dai la tua piccola mano
Che tante cose mai dette esprime
Ti ho forse chiesto una sola volta
Se mi vuoi bene?

Non è il tuo amore che voglio
Voglio soltanto saperti vicina
E che muta e silenziosa
Di tanto in tanto, mi tenda la tua mano

La mia Rondine

3 dicembre

Chi ha detto che una rondine ‘non’ fa primavera?

Io, da quando ho uso della ragione, e forse anche prima, quando dentro di lei fluttuando crescevo, io
la Rondine tutta mia l’avevo
la Rondine nata in pieno inverno
la Rondine che il mio nonno accolse fra le sue braccia
la Rondine che nel timore di vedersela volare via, lui stesso definiva ‘volage’
la Rondine arrivò il 3 dicembre una prima volta tanti anni fa e continuerà ad arrivare e
‘fare primavera’
nei suoi e miei pensieri eterei come le sue carezze che a volte mi colgono alla sprovvista.
Vorrei non piangere. Piango e sorrido per te.
Tanti auguri ma’.

Happy Birthday blues – B.B. King

 

Elogio dell’amicizia

…più altre 293 persone per un totale di 302 followers!

Nulla accade senza motivo…
C’è un motivo perfino quando le persone
o gli avvenimenti sembrano entrare nella tua vita per caso,
solo che in queste situazioni non è immediatamente evidente.
Ruediger Schache

Non so se sia poco o un’enormità, bontà vostra! dove mi giro mi giro tutti i blog che leggo, chi per un verso chi per l’altro, sono imperdibili. E’ il mio tempo che difetta perché ognuno suscita riflessioni e altre opinioni a cascata e verrebbe davvero voglia di ritrovarsi per discuterne più approfonditamente vis-à-vis.

Ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un pò di se e si porta via un pò di noi.
Ci sarà chi si è portato via molto,
ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla.
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita
e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
Jorge Luis Borges

Oggi sarò scorretta, o poco diplomatica, e dirò apertamente – soprattutto ancora a sua insaputa – quale blog ha scalato a subito sconquistato  il primo posto nel mio cuore.
Cuore, avete capito bene.

Quando nel 2000, curiosa come una volpe, totalmente incapace di gestire le varie funzioni dei quasi primordiali pc, decisi di mettermi alla prova e di aprire un blog. Senza una ragione precisa se non quello di sperimentarlo come eventuale mezzo di comunicazione, alternativo alle chat che cominciavano a dilagare e anche in senso negativo. Dunque il blog non funzione terapeutica e neppure esibizionista.

Approdai su Blogger con tutta la mia ignoranza : Htlm e che d’è? Head, inserisci link musica ma dove? Modifica sfondo ma come?

MI accolse e mi fu di grande utilità Kathy e inizialmente aveva ed ha avuto per un bel pezzo la mia password e lavoravamo in tandem. Kat, isegnante di musica nella vita, è stata la mia Maestra.

Blogger chiuse e ci trasferimmo su Splinder, intanto io mi ero sveltita e cominciavo anche a muovere le dita da sola ma Kathy che avevo imparato a conoscere non era solo la mia maestra ma era diventata una cara amica con la quale piano piano abbiamo cominciato a condividere i ‘problemi’ dei nostri figli adolescenti, la malattia del suo papà, mia mamma che se n’è andata e sua mamma malata di Alzheimer per lunghi dolori anni.

“Vi racconto” http://viracconto1.blogspot.it/ è il blog di Caterina e lei davvero racconta la vita, la sua, quella degli studenti che segue ben oltre il periodo scolastico, racconta di vicende umane che toccano tutti e lo fa con una semplicità delicata e profonda quale che sia l’argomento.

Non è mai venuta a Roma, o meglio sì una volta sola e non ci siamo potute incontrare ma questo è un fatto del tutto irrilevante quando si è da subito e sempre sé stessi. Quando non ci si inventa dei ruoli, quando non si tradisce la fiducia di chi ce la offre.

Ho stretto altre amicizie che sono diventate ‘vere’ e important, il blog è stato ed è, anche se con qualche piccolo dispiacere che si deve mettere i conto, una esperienza che mi ha arricchito e della quale devo ringraziare tutti voi, anche se non me lo nascondo, per taluni è stato solo un’ affascinazione mai approfondita.

Voglio mettervi in imbarazzo e chiedervi quale blog e perchè è, è stato, determinante  per voi?

Accidenti piove ancora! e tuona… Paradise where are you now?

il mar(l)e dentro

Un gesto ‘riprovevole’. Riprovevole.

“difendo la scelta di mia figlia. Brittany aveva il diritto di morire.”

Brittany, malata di tumore irreversibile decise per l’eutanasia.
Il fatto è di qualche settimana fa.

Con una lettera la madre replica alle molte accuse di cui la più pesante arriva proprio dal Vaticano nella persona di Mons. Ignacio Gaccasco de Paula, presidente della pontificia Accademia per la vita che ha parlato di “gesto riprovevole”.

In sostanza la madre sostiene che : ”Imporre le proprie convinzioni a una questione di diritti umani è sbagliato. Giudicare una scelta personale come ‘riprovevole’ perché non conforme ai valori di qualcun altro è immorale” e ancora “ la vita (di degrado fisico e mentale e di intenso dolore) di mia figlia non merita di essere etichettata da perfetti sconosciuti che neppure sanno i particolari della sua situazione. “

“ ‘Riprovevole’ è una parola molto dura. Significa ‘molto cattivo; che merita forti critiche’.“
Aggiunge : “Questa parola è stata usata pubblicamente nel momento in cui la mia famiglia era più ferita, In lutto.”

La signora Debbie Ziegler continua esortando ognuno di noi a riflettere da soli su questa ipotetica scelta futura, da prendere dopo essersi fatti spiegare bene tutte le opzioni a disposizione nel caso fosse diagnosticata una malattia incurabile, debilitante e dolorosa. Assicurarsi l’appoggio
‘onesto e amorevole’ dei propri cari.

‘Nessun dorma!’

‘Ramon, perché morire?’
Il mare dentro:  uno dei film più toccanti ed emozionanti, in Italia poco conosciuto perché parlare di eutanasia è argomento scomodo anche per il cinema ed è questione politica ingarbugliata. Lo trovate anche su Youtube, non perdetevelo.

“La ‘cultura della cura’ ha portato alla suggestiva convinzione che i medici possano sempre trovare un rimedio.
Ogni vita finisce. La morte non in tutti i casi è nemica. Talvolta una morte dolce può essere un dono”.
“Per chi è malato terminale il diritto di morire è una questione di diritti umani.”

Credo che quasi tutti noi siamo abbastanza grandi da avere vissuto il ‘caso’ di Eluana Englaro e che ognuno di noi si sia fatto una sua idea sul come vorremmo, noi, affrontare una tale circostanza.

Io ho provveduto, mio figlio ha sbuffato e alzato  gli occhi al cielo imbufalito così come io ho fatto con mia madre. Non dobbiamo ammalarci domani e neppure invalidarci ma insomma, se sta per piovere ritiriamo si o no il bucato per tempo?

Chiudo gli occhi, sparisce la grata bianca della finestra e mi staglia netto il volto sereno di mia madre, gli occhi ormai chiusi e un sorriso sereno sulle labbra, il suo sorriso di sempre.La morte ti fa bella.

vis-a-vis

Perchè mai insisti nel dirmi che
“è destino”
se ci incontriamo un giorno sì e l’altro pure?
Semplicemente
“percorriamo la stessa strada” anche adesso che di fatto si sono separate.

profilo

“Quando si guarda la verità solo di profilo o di tre quarti la si vede sempre male.
Sono pochi quelli che sanno guardarla in faccia.”
Gustave Flaubert

Fermo immagine

Happy Anniversary!
You registered on WordPress.com 3 years ago!
anniversary-1x

Sono andata a ritroso, Primi post su WordPress a novembre di 3 anni fà – orba di Splinder che ci aveva sbattuto la porta in faccia – e questo è quello che scrivevo registrando una situazione di disagio (diciamo così molto eufemisticamente) e di metereologia balzana ove io ‘lamentavo’ un novembre soleggiato.
I due protagonisti della fotografia dall’anno scorso non li ho più visti,
Io continuo ad andare a fare le mie passeggiate al parco con Sally.
I figli crescono e le mamme invecchiano. Noi due ce la caviamo.

novsallyparco

“Tu chiamali se v(p) uoi clandestini” – 30 novembre 2011

E’ ARRIVATA QUALCHE GIORNO FA UNA BARCA A VELA, ALTRI UOMINI E DONNE “CLANDESTINI”: IL MARE HA RESTITUITO TRE CADAVERI, UN NUMERO IMPRECISATO DI DISPERSI FORSE GIÀ FUGGITI AL NORD OPPURE MORTI.

OGGI È ARRIVATO UNO YACHT (I NOVELLI CARONTE SI CAMUFFANO SOTTO RICCHE MENTITE SPOGLIE) CHE SI È INCAGLIATO AL LARGO: TRA I TANTI DUE DONNE GIOVANISSIME CON I LORO BAMBINI ANCHE LORO “CLANDESTINI” TUTTI VIVI E RICCHI DELLE LORO SPERANZE A DISPETTO DELLE SOFFERENZE GIÀ PATITE E DEI RACCONTI DI CHI QUEL VIAGGIO LO AVEVA INTRAPRESO GIÀ PRIMA DI LORO.

“CLANDESTINI” CHE RUBANO IL LAVORO AGLI ITALIANI, “CLANDESTINI” CHE CADONO DALLE IMPALCATURE IL GIORNO STESSO CHE VENGONO ASSUNTI, “CLANDESTINI” CHE SUDANO NEGLI ALTI FORNI PIUTTOSTO CHE NELLE PIZZERIE.

“CLANDESTINI” OVUNQUE CHE CI ASSEDIANO, CHE FANNO PAURA ANCHE QUANDO SI SPEZZANO LA SCHIENA NEI CAMPI PER PORTARSI SOTTO I PONTI TRE ARANCE PER CENA E CINQUE EURO, SI MA ‘NETTI’!

“CLANDESTINI” INVISIBILI CUI LO STATO ITALIANO NON RICONOSCE LORO ALCUN DIRITTO FORMALE SE NON LA MERA SOPRAVVIVENZA IN ATTESA DI RIMPATRIARLI.

“CLANDESTINI” INVISIBILI ANGELI CUSTODI POSTI A FIANCO DEI NOSTRI GENITORI ANZIANI O MALATI CHE DIVERSAMENTE SAREBBERO RELEGATI IN LUSSUOSE QUANTO VI PARE MA SEMPRE “CASE DI RIPOSO” ANONIME E SENZA IL CALORE DI UNA VITA VISSUTA NELLE PROPRIE QUATTRO MURA.

IO NE CONOSCO MOLTI DI QUESTI “CLANDESTINI” UOMINI E DONNE CHE HANNO LASCITO NELLA LORO TERRA I PROPRI CARI ED ACCUDISCONO I NOSTRI.

IN QUESTI ULTIMI GIORNI DI NOVEMBRE CHE A ROMA SONO SOLEGGIATI E TIEPIDI COME IL PIÙ MITE SETTEMBRE, ALL’INTERNO DEL PARCO DOVE IO PORTO A SPASSO LA MIA SALLY, APPENA DI LATO DELLA STRADELLINA DI GHIAIETTO STANNO DUE FIGURE: LA PRIMA SEDUTA SU UNA SEGGIOLETTA ROSSA DA REGISTA E LA SECONDA SU UNO SGABELLINO. PASSANDO A VOLTE PERCEPISCO IL BRUSIO DELLE LORO PAROLE, OPPURE, COME OGGI, IL VECCHIO SIGNORE È IMMERSO NELLA LETTURA E CONDIVIDONO IN SILENZIO L’ULTIMO SOLE

OGGI NON HO RESISTITO E DI NASCOSTO, A LORO INSAPUTA, HO SCATTATO QUESTA FOTOGRAFIA.

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TU CHIAMALI SE PUOI CLANDESTINI

Uomini silenziosi

 
Vorrei parlarvi del mio parrucchiere Marco.

Sposetta ancora ignara e felice, appena mamma ‘ci’ trasferimmo in un luminoso attico a Monte Mario alto, ovvero piazza Guadalupe, zona ancora abbastanza residenziale e poco costruita.
In tren’anni è diventata una jungla di cemento: niente più prati, niente più terreni coltivati con le verdure di stagione e le uova veramente a chilometro zero.

Il Bar latteria con qualche bene di prima necessità e quel piccolo negozio di parrucchiere.

Un giovanotto ‘caciarone’ e sua moglie silenziosissima lavoravano con una piccolina in culla dell’età di mio figlio.
Lui si era messo in proprio dopo una solida gavetta presso un parrucchiere di gran fama in via Condotti e lì aveva conosciuto la moglie che a 14 anni era entrata a fare l’apprendista: neppure a lavare le nobili teste ma a guardare, a imparare.

Tre figli. Francesca diplomatasi alle magistrali dopo quasi niente lavoro, poche supplenze nessun futuro negli anni era subentrata nell’attività anche con passione.

Prezzi ottimi, un ambiente a volte troppo rumoroso ma soprattutto prodotti di qualità che io, sempre a fare e disfare dal rosso al biondo alla frezza arancione a quest’ora avrei potuto essere calva senza neppure essere cantatrice. Danno totale. La mia chioma invece è folta e trasferitami da ormai quasi vent’anni a Monte Sacro vecchio, una volta al mese mi sobbarcavo la traversata di Roma e tornavo da Marco. “Un bel ramato?” diceva lui, “No una permanente morbida” rispondevo io. E giù a ridere perché l0unica volta che mi feci la permanente, era un sabato mattina, il pomeriggio era già tornata a tagliarmi i capelli perché nn mi ci vedevo proprio.

capelli corti

I figli sono cresciuti. A suo tempo si erano costruiti una casa fuori Roma, una villetta per tutta la famiglia. Francesca ha già una bambina che ha appena avuto il tempo di conoscere la nonna Anna che è morta di tumore.

Parlavano di chiudere perché il costo della vita ma soprattutto le spese nn davano margine a Francesca di integrare lo stipendio del marito e da parte sua Marco senza la moglie nn se la sentiva di andare avanti da solo.
Ci siamo lasciati a Luglio con gli auguri di buone ferie che avrebbero trascorso, come molti, a casa ma per fortuna in giardino sotto la magnolia che avevo regalato loro all’inaugurazione della casa e che ora è diventata un grande albero.

capellirossi

Ieri come se sentissi qualcosa mi sono messa in macchina e sono arrivata davanti al negozio. Serranda abbassata e un cartello di AFFITASI.

Nel piccolo slargo i due negozi accanto avevano già chiuso da più di un anno. “Voglia di lavorar saltami addosso!” Ma che crisi, nessuno ha più voglia di sacrifici. E così tutti assolti dal disastro che c’era ma era ‘solo’ visione pessimistica (che perdura).
Silenzio e grigiore dell’aria.
Non mi sono accorta che stavo piangendo perché una mano mi stringeva forte lo stomaco.
Si chiude una parte importante della mia vita. Che non era solo di taglio e messa i piega ma condivisione di vita, di discussioni sui figli, di scelte politiche. Di dolori per le persone care che via via ci lasciavano.
Qualcosa di me diventa ricordo e non più quotidianità.

Più tardi telefonerò a Marco, il mio parrucchiere di una vita. Una persona onesta che onestamente ha cresciuto, lavorando, la sua famiglia. Un uomo, forse, come ce ne sono tanti che silenziosamente si chiede

“Ma dove diavolo stiamo finendo?”