corpo di donna

Se io fossi uomo, ben più delle continue scempiaggini, delle violenze e degli stupri  a cascata  sulle donne, se io fossi un  uomo mi sentirei insozzato dalle parole e dalla grettezza del pensiero (pensiero?)  di quel ‘servo del Signore’ che è riuscito a superare l’insuperabile definendo – brevemente – le donne  sciacquette senza cervello,  impudiche istigatrici alla violenza,  e gli uomini naturalmente violentatori perchè  atavicamente succubi dei loro istinti più ‘bassi’.

A negare e confermare quelle inqualificabili parole,  nella stessa pagina del mio quotidiano la notizia di uno di questi ‘uomini’ che, lasciato dalla moglie,  il giorno di Natale ha ucciso (come preventivamente comunicatole e da lei denunciato alle forze dell’ordine!)  col fucile a pallettoni sia lei che la sorella. E leggo che la poveretta è stata uccisa non perché fosse una sgualdrina  ma perché non aveva voluto accettare l’amante del marito in casa e di conseguenza, da quella casa se n’era andata.

Dunque, questa del femminicidio non è solo una questione ‘di donne’. C’è bisogno della collaborazione  di uomini ‘veri’,  uomini di cuore,   sensibilità e lungimiranza che  sì oppongano e prendano le distanze dalle violenze e dagli stupri ai danni delle donne che poi sono sempre figlie, madri, sorelle, amiche di uno e di tutti loro.  Guardare una bella ragazza, essere attratti da una donna seducente, da un abito osée,  ci può stare ma non lasciate che qualcuno possa etichettarvi come animali assatanati.

Gentilezza e rispetto, riconoscimento dell’altro da noi,  non sono  segno di debolezza ma di civiltà e di amore.

E qui mi fermo perchè il dibattito e assai più profondo va ben oltre lo sproloquiare di un prete da strapazzo,  del barzellettiere sciupa femmine, è un problema che investe la società,  la mercificazione un tanto al chilo, che la (sotto)cultura dell’usa e getta fà del corpo della donna, tentatrice in un Eden mai risolto.

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donne dagli occhi grandi

“La zia Daniela s’innamorò come s’innamorano sempre le donne intelligenti:
come un’idiota”.

Il microcosmo della città messicana di Puebla si trasforma in un grande universo femminile animato dalle avventure struggenti e improbabili delle “zie”: donne capaci di tirarci per i capelli nei loro sogni non privi di passione spregiudicate, con originalità inedite che ognuna di loro imprime al tran tran quotidiano.

“Donne dagli occhi grandi”

di Angeles Mastretta, racconta di donne ma è un libro che una volta sul comodino cattura anche l’attenzione maschile per il suo modo ora ironico ora delicato, struggente ma mai banale,  di descrivere gioie infinite e  ferite incurabili di un sentimento chiamato ‘amore’ dal quale,  si mormora,  nessuno può – almeno una volta nella sua vita –  trovare scampo.
In attesa dei ‘botti’ di fine anno, satolli e parzialmente acquietati  dal buon sapore dell’ultimo della prima serie di dolcetti vari….buona lettura.

alouette gentille alouette

Due giorni fa era il fatidico 12.12.12, siamo arrivati al 14 (12.12) quando mancano solo dieci giorni a Natale.
Natale e mi si blocca il respiro, o si accelera, tanto la sensazione è sempre quella di sentire un macigno sullo stomaco.
Ho sognato mia madre che preparava la valigia e mi diceva che andava in Francia perche ‘zia Nanni’, sua sorella, stava molto male. Oggi hanno telefonato i miei cugini francesi per comunicarmi che la zia, ottantenne, è davvero molto logorata fisicamente e psicologicamente e  che questa volta le previsioni non sono buone (oppure sono buone per lei in un altro senso).
Con lei se ne andrà l’ultima rappresentante della sua generazione nella nostra famiglia ed i più vecchi diventiamo noi, mio fratello in primis e poi noi due a seguire.
Ci sono i nostri figli e anche dei piccoli nipoti: le tre generazioni ricostruite.
Sono tempi che in ogni senso non invitano alla leggerezza e a dispetto del ricordo delle rampogne di mia madre ogni volta che mi vedeva rabbuiare io non riesco a trattenermi.
Questa sera, poco fa, nel rimettere a posto il cordless, il telefono senza fili, in un lampo mi è passato il pensiero che dovevo chiamarla, come ogni sera.
Cazzo! mi sono subito detta, ma dove cazzo sto andando! E mi sono riempita la bocca come raramente faccio, cazzo! ed ho avuto la netta sensazione di essere arrivata in ritardo o di trovarmi proprio su un binario morto con certe angosce che non mi abbandonano, oltre l’ à plomb piemontese e la serafica (s)cadenza dei miei sorrisi.

Questa è una canzoncina crudelissima che al tempo di una marcetta cantavamo noi da bambini,  immaginando di spiumare la povera allodola pezzettino a pezzettino partendo dal capino. Altri tempi?

12.12.12

La simbologia del 12 è davvero universale.

12 costellazioni, 12 pianeti, 12 fatiche d’Ercole, 12 cavalieri della Tavola Rotonda, l’albero della vita aveva 12 frutti, i sacerdoti 12 gioielli. 12 s’ottiene pure moltiplicando i 4 elementi (aria, fuoco, acqua, terra) per i 3 principi alchemici (zolfo, sale, mercurio).

Platone ammetteva l’esistenza di soli 12 dei nella sua “Res publica”.

Il 12 è il numero del giusto equilibrio, della prudenza, della forma gracile. Le 12 è l’ora in cui il Sole si trova allo zenit. Dodici è il numero della saggezza. Quella che deriva dall’esperienza di vita, che permette alla calma di prevalere anche nelle situazioni più turbolente.

Chissà che sotto sotto,  nell’anno che ricorderemo  per il mantra del  “a mia insaputa”,  non stia maturando, oggi,  all’insaputa di tutti,  qualcosa di positivo per l’universo mondo?

Keep the fingers crossed!   (e speriamo che noi ce la caviamo)

CROSSED

i buoni (propositi) vanno in Paradiso

Once upon the time… sul finire degli anni ,’80 e poco prima o poco dopo la svolta della Bolognina, io lavoravo in uno dei tre centri studi del Pci a via della Vite a due passi dal Parlamento.
All’angolo un bar con qualche tavolino dove nelle giornate di sole, o comunque senza pioggia, ci sedevamo all’ora di pranzo per un tramezzino o una coppa di macedonia.
I parlamentari erano meno ‘vip’ di quanto lo siano ora, con il loro codazzo di body guard(s), ameno i nostri lo erano. Nilde Jotti, Presidente della Camera poneva l‘accento sulla necessità di “affrontare con coraggio la strada delle riforme istituzionali e regolamentari” anche mentre si sgranchiva le gambe accompagnata da un paio di poliziotti (ma quella purtroppo è la prassi) fino alla bancarella della frutta e poi risaliva ieratica in ufficio con suo pacchetto.
Capitò un giorno che passassero a braccetto Achille Occhetto e sua moglie, Aureliana Alberici, deputato lui,  senatrice lei.
Fu allora che si levò un brusio di scontento molto ben percepibile verso di loro “Non si vergognano in due a tirar su’ cento milioni a testa!?”  C’erano ancora le lire.
Nel 1992 l’Italia venne sconvolta dalla scandalo di Tangentopoli. L’epifania di una Seconda Repubblica e?
Nell’era super veloce del 2.0 sono bastati solo vent’anni perché ancora una volta si alzasse lo sdegno non solo della gente perbene ma della gente ormai incarognita, affamata da una classe economica e politica, sempre quella, sempre più invischiata nel malaffare, direttamente o indirettamente.

E che nessuno mi venga a dire che ogni Paese ha il Governo che si merita perché mi metto ad urlare.
Sono molte le persone dabbene,  gli onesti,  i cittadini che ‘pagano’ sulla loro pelle quotidianamente e vorrebbero e tentano di essere utili alla collettività ma quando quel poco di buon governo viene boicottato ed è ostaggio di un dinosauro come Berlusconi (“Legge elettorale, vicina la rottura.Il Governo auspica la riforma”),  di grillini parlanti variopinti e di scillipotini ingegnosi nel salto con l’asticella certo, contrapporre loro buoni proponimenti sarebbe la soluzione se non fosse che nel tempo si sono usurati a parole e il sol dell’avvenir è diventato sahariano, i cavalli dei cosacchi fanno fatica a trovar la strada per abbeverarsi e quei mangiabambini dei comunisti son diventati (quasi) tutti vegetariani.

La questione morale e Enrico Berlinguer? Fanno sempre comodo perchè i buoni (propositi) vanno in Paradiso  mentre  quelli cattivi vanno da x tutto.

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