Se io fossi uomo, ben più delle continue scempiaggini, delle violenze e degli stupri a cascata sulle donne, se io fossi un uomo mi sentirei insozzato dalle parole e dalla grettezza del pensiero (pensiero?) di quel ‘servo del Signore’ che è riuscito a superare l’insuperabile definendo – brevemente – le donne sciacquette senza cervello, impudiche istigatrici alla violenza, e gli uomini naturalmente violentatori perchè atavicamente succubi dei loro istinti più ‘bassi’.
A negare e confermare quelle inqualificabili parole, nella stessa pagina del mio quotidiano la notizia di uno di questi ‘uomini’ che, lasciato dalla moglie, il giorno di Natale ha ucciso (come preventivamente comunicatole e da lei denunciato alle forze dell’ordine!) col fucile a pallettoni sia lei che la sorella. E leggo che la poveretta è stata uccisa non perché fosse una sgualdrina ma perché non aveva voluto accettare l’amante del marito in casa e di conseguenza, da quella casa se n’era andata.
Dunque, questa del femminicidio non è solo una questione ‘di donne’. C’è bisogno della collaborazione di uomini ‘veri’, uomini di cuore, sensibilità e lungimiranza che sì oppongano e prendano le distanze dalle violenze e dagli stupri ai danni delle donne che poi sono sempre figlie, madri, sorelle, amiche di uno e di tutti loro. Guardare una bella ragazza, essere attratti da una donna seducente, da un abito osée, ci può stare ma non lasciate che qualcuno possa etichettarvi come animali assatanati.
Gentilezza e rispetto, riconoscimento dell’altro da noi, non sono segno di debolezza ma di civiltà e di amore.
E qui mi fermo perchè il dibattito e assai più profondo va ben oltre lo sproloquiare di un prete da strapazzo, del barzellettiere sciupa femmine, è un problema che investe la società, la mercificazione un tanto al chilo, che la (sotto)cultura dell’usa e getta fà del corpo della donna, tentatrice in un Eden mai risolto.