noi donne ~ 25 novembre

 Laura Sabbadini ex dirigente  responsabile  del Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali dell’Istat, all’interno di una intervista risponde così alla domanda :

“Cosa risponde a coloro che obiettano che gli uomini vengono comunque uccisi in misura maggiore delle donne?”

“Che è vero e non solo in Italia. Ma gli uomini vengono uccisi da altri uomini per motivi differenti, spesso per criminalità organizzata. Le donne, invece, vengono uccise in quanto donne, mogli, fidanzate, ex compagne. Per contro la percentuale di uomini uccisi dalle loro compagne o ex compagne è bassissima. Per questo dobbiamo parlare di un fenomeno fortemente connotato e strutturale che trae le sue origini dallo squilibrio nei rapporti di genere.”

🌻🌷🌼🌺🌸

E poi fate l’amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo i baci lenti sulla bocca,
sul collo, sulla pancia, sulla schiena,
i morsi sulle labbra, le mani intrecciate,
e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti
da diventare una cosa sola,
corpi incastrati e anime in collisione,
carezze sui graffi, vestiti tolti insieme alle paure,
baci sulle debolezze,
sui segni di una vita.

Alda Merini

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Io me, Sherazade, il figliolo e la cuginetta Michela

Teniamoci strettestretti anzi strettissime ❤

Blue I love you

Non riesco a leggere tanta spensieratezza e speranza in questa ricorrenza dell’ 8 marzo.
Anzi la pandemia che si prolunga da oltre un anno ( che ci dicono con i giorni contati  anche se non se ne vedono ancora segni tangibili)  ha scaricato sulle spalle delle donne, richiuse nelle proprie case con mariti o compagni, frustrazioni e violenze fisiche e psicologiche.
Ne so qualcosa anche  Io che continuo nonostante le restrizioni a collaborare con un associazione antiviolenza.  Confessioni cariche di pudore, la voce strozzata spesso dal pianto, i segni violacei di una manata sul viso … restare a distanza ad  ascoltare quando stringere le proprie mani alle altre darebbe  sollievo e coraggio a tanto sconforto.

Siamo state amate e odiate,
adorate e rinnegate,
baciate e uccise,
solo perché donne.
(Alda Merini)

Grande bagarre a Sanremo per Beatrice  Venezi,  la direttrice  di orchestra che ha rivendicato il suo ruolo di direttore:

“Importante è  essere qui a dirigere!”
Certo esserci,  donna,  esibendo (giustamente) un lungo abito da sera estremamente  femminile,  in un ruolo prettamente maschile. Dunque ‘direttore?
Luce  Irigaray nel suo saggio Parlare non è  mai neutro – che vi suggerisco – avrebbe evitato inutili prese di posizioni.   È  evidente che la lingua che parliamo tutti i giorni è costruita e pensata per gli uomini e  che di conseguenza  :
” il femminile  abbia spesso il sapore di un incidente di percorso, qualcosa che mina uno dei suoi princìpi cardine, l’economia, obbligando i parlanti e le istituzioni a incorrere in fastidiosi inciampi e indecisioni qualora debbano includere le donne in un discorso. Quanto sarebbe più facile poter parlare solo al maschile! In fondo si capisce che nel maschile sono inclusi tutti.”
.
Piove a Roma! La pandemia nega gli abbracci, scomparse  le grandi gioiose manifestazioni, io qui sono per dirvi . . .
.
Teniamoci strettestrette anzi strettissime ❣❣❣

Sebben che siamo donne

25 novembre – giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Se non avete tempo di ascoltare tutta l’intervista vi segnalo gli ultimi minuti a partire dal 7.30  :

Mi stava stretto che le donne non potessero fare questo, stare qui stare lì.
Quando hanno dato alle donne il permesso di votare per me è stata una conquista straordinaria. Andavo a votare con gioia,  andavo a votare come donna …”
La ragazza in questione è Alberta Levi.

La consapevolezza di essere donna  non ci deve Mai abbandonare.  Anche soltanto  uno strattone o  uno schiaffo mai e poi mai devono essere accettati come gesto d’amore. Subiti come ‘giusta’  punizione.

Dobbiamo rispettare noi stesse e chiedere il rispetto,  amarci per essere amate.

Dalla mia lunga collaborazione con telefono Rosa ho appreso che il silenzio e la solitudine sono terreno fertile per violenze  crescenti.

Un anno di Covid-19, di reclusione totale o parziale, la perdita del lavoro e le difficoltà economiche,  gli spazi ristretti hanno creato o acutizzato situazioni già difficili.
I fondi che le associazioni ricevono dallo Stato sono briciole.
Parlare,  confidarci,  chiedere aiuto senza vergognarci, sapere ascoltare.

A mia madre che non smetterò mai di ringraziare per i suoi insegnamenti sul campo.


Teniamoci strettestrette anzi (oggi) di più  ❤

Festival sia !

Amadeus conduttore del   Festival di Sanremo dichiara :

«L’ho scelta per la bellezza, ma anche per la capacità di stare accanto a un grande uomo, stando un passo indietro»

Oggi come oggi la mia naturale condanna  a questo cliché (bellezza/subalternità  all’uomo leader)  suona  abbastanza sorpassata perché  – penso me ne vogliate dare atto – molte professioniste dello spettacolo giovani e meno giovani,  ovunque si trovino, le isole Fiji  o il terrazzino di casa loro. giocano (quasi) sempre la stessa carta ma se la carta è vincente per loro che c’entro io!?

Sexy women

( Ho rimosso la foto perché lo scatto della fidanzata di Ronaldo, era un po’… troppo artistica!

Il primo Festival di Sanremo si svolse al Salone delle feste del Casinò di Sanremo dal 29 al 31 gennaio 1951 alle ore 22.
Vinse la cantante Nilla Pizzi con la canzone. Grazie dei fiori.

La Rondine

Mio nonno Ugo Giannattasio era un giovane artista che viveva a Parigi dipingeva e fu tra i firmatari del Movimento futurista.

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Gouache su cartoncino.

La mia nonna Renata,  piccola minuta torinesina di rigida e nobile ascendenze,  si innamorò e fuggi con il giovin  pittore e fu così che dopo i canonici 9 mesi il 3 dicembre arrivò, e crebbe, La Rondine.

Una bellezza da urlo senza tempo!
La Rondine Ondina della Lazio

E ritorna e ritorna ogni anno la mia Rondine decembrina,  piena di vita oltre le ferite del vivere,   gioiosa e golosa a gustare il suo Montblanc. La   vedo,  gli occhi che brillano,   lei, sempre presente   nei momenti più difficili dei suoi tre figli,  orgogliosa di noi, di me che ne ho combinate tante, che ho scalciato come un mulo fuggendo da me stessa,  per ritrovare sempre il mio porto sicuro tra le sue braccia.

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La Rondine nascosta in una nuvola bianca.

” Vola libera e felice,
 al di là dei compleanni,
in un tempo senza fine,
nel persempre.
Di tanto in tanto noi c’incontreremo
 – quando ci piacerà –
nel bel mezzo dell’unica festa
che non può mai finire. ”

(Richard Bach,   Nessun luogo è lontano)

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La Rondine a Sperlonga pochi mesi prima di (ri)prendere il volo. Lassù.

Buon compleanno alla mia Rondine,
Buon compleanno Mamma 🌹❤

Solo per questa volta lasciatemi strettastretta nel suo nido.

Femminicidio (si o no?)

Prima di snocciolare qualche dato è bene chiarire  cosa si intende con la parola :

  “Femminicidio”.

Secondo l’Istat :
 il termine femminicidio, nell’accezione comunemente intesa, “è un neologismo che può essere fatto risalire agli anni 90, per qualificare gli omicidi basati sul genere.

Per l’Accademia della Crusca
il femminicidio consiste nel “provocare la morte di una donna, bambina o adulta, da parte del proprio compagno, marito, padre o di un uomo qualsiasi, in conseguenza del mancato assoggettamento fisico o psicologico della vittima”.

Femminicidi, in Italia.

Tra il 2000 e i primi dieci mesi del 2018 le donne uccise sono state 3.100, una media di più di tre a settimana. E in quasi tre casi su 4 (il 72 per cento) si è trattato di donne cadute per mano di un parente, di un partner o di un ex partner.
ILl NORD e Roma le zone più a rischio (dati Istat).

donna che legge
Foto dal web

Ma poiché sussistono diatribe sulla opportunità dell’uso  del termine femminicidio ritenuto in buona misura frutto di un femminismo arroccato, vi regalo, se avete tempo e voglia di leggere, un approfondimento molto interessante.

“0La parola “femminicidio” esiste nella lingua italiana solo a partire dal 2001.
Fino a quell’anno, l’unica parola esistente col significato di uccisione di una donna era “uxoricidio”. Ma uxoricidio, composta con quella parola latina, uxor, moglie, alludeva per l’appunto solo all’uccisione di una donna in quanto moglie e veniva estesa anche agli uomini, quindi al coniuge in generale. Non avevamo una parola che alludesse all’uccisione della donna proprio in quanto donna. Nella lingua inglese invece, dal 1801 esisteva la parola femicide. E a questa prima parola se ne accostò, a partire dal 1992, un’altra che è feminicide. La parola fu coniata dalla criminologa Diana Russell, che la usò in un proprio saggio. Nell’anno successivo, il 1993, l’antropologa messicana Marcela Lagarde usò la parola femminicidio, per l’appunto, e la parola cominciò a diffondersi. L’antropologa aveva usato questa parola per studiare, per ricordare i numerosissimi omicidi di donne che erano stati compiuti ai confini tra il Messico e gli Stati Uniti. E appunto, la parola femminicidio serviva proprio ad indicare questo tipo particolare di uccisione. La parola femminicidio si è diffusa nella lingua italiana a partire dal 2008. In quell’anno è stato pubblicato da Barbara Spinelli un libro intitolato Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale. E da quel momento in poi la parola ha cominciato a circolare, prima di tutto nella stampa, nei giornali e poi a entrare proprio nel circolo della nostra lingua. Contrariamente a quanto si sente ripetere spesso, femminicidio non è parola denigratoria, badate bene! solo perche derivante da ‘ femmina’.
Non è la parola ad essere inappropriata o denigratoria; spesso se ne ha paura non per loro stesse , ma per il significato e per l’avvenimento che evocano.”

Per Elisa Pomarelli e tutte le donne vittime di femminicidio.

E se siete riusciti a leggere anche a balzelloni fino a qui allora…

Teniamoci stretti stretti Anzi strettissimi 🌹❤

Il primo bocciolo

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flowers...

“Fra tutte queste cose vecchie del mio studio, ho delle camelie in un vaso, camelie candidissime, camelie rosee… Perché adorando i fiori, con dolcissima illusione, con irresistibile bisogno, adoro la donna?“ —
Ambrogio Bazzero scrittore e poeta (1851 – 1882)

Teniamoci strettistretti Anzi strettissimi
come sempre più di sempre.
Sentiamoci vicinivicini,
respiriamo il profumo
della mia prima
neonata
la tenera Camelia💚

(foto Sherazade2011)

My mistress’ eyes

“Tu a quest’ora non esci” (più o meno all’imbrunire).

le aveva detto il marito prima di colpirla come tante altre volte ‘per fortuna’ senza ucciderla.

Ogni giorno la donna viveva segregata in casa – a San Donato una frazione di Torino.

“Quando non vuole che esca mi chiude a chiave”,

Gli occhi della mia donna non sono come il sole;
Il corallo è assai più rosso del rosso delle sue labbra;
Se la neve e’ bianca, allora i suoi seni sono grigi;
Se i capelli sono crini, neri crini crescono sul suo capo.
Ho visto rose damascate, e rosse, e bianche,
Ma non ne vedo sulle sue guance;
E in certe fragranze c’è più delizia
Che nel fiato che la mia donna esala.
Amo sentirla parlare, eppure so
Che la musica ha un suono molto più lieto.
Ammetto di non aver mai visto camminare una dea,
Ma la mia donna, quando cammina, calpesta il suolo.
E malgrado tutto ciò, ritengo che la mia amata sia straordinaria
Come ogni altra donna falsamente cantata con immagini esagerate .

My mistress’ eyes are nothing like the sun;
Coral is far more red than her lips’ red:
If snow be white, why then her breasts are dun;
If hairs be wires, black wires grow on her head.
I have seen roses damask’d, red and white,
But no such roses see I in her cheeks;
And in some perfumes is there more delight
Than in the breath that from my mistress reeks.
I love to hear her speak, yet well I know
That music hath a far more pleasing sound.
I grant I never saw a goddess go:
My mistress, when she walks, treads on the ground.
And yet, by heaven, I think my love as rare
As any she belied with false compare.  W. Shakespeare, sonetto 130


Buon fine settimana in anticipo. Buon primo ma più ancora 2 giugno (noi speriamo che ce la caviamo) e sopratutto teniamoci strettistretti anzi strettissimissimi.   Appoi !

(foto sherazade2011)

Ombrelline go home!

Per un  imprevisto quanto tardivo, e per ora unico, rigurgito di politically correct ci si è accorti che la figura della ‘bellezza’ seminuda  ammiccante e compunta che  protegge dal sole, lei stessa bella quanto il sole,  o dalla pioggia, anche di chi può solo ‘guardare ma non toccare’,  il campione assume un ruolo servile e mortificante per l’universo donna subalterno all’Eroe (i).      Dunque La Formula 1 dice addio alle ragazze ombrello  e dal 2018, la griglia di partenza sarà popolata di “performer, vip e invitati” di primo livello (che vorra dire?) scelti di gara in gara dai vari organizzatori.

A me sembra che questo sia il classico caso del guardare al dito piuttosto che alla luna e comunque il discorso sarebbe lungo e bisognerebbe che prendesse l’avvio dal primo movimento femminista e dalle battaglie fatte dalle donne per le donne anche se molte di esse sopratutto delle ultime generazioni tendono a dare tutto per scontato e in un certo senso dovuto. Errore gravissimo.

Quando si dice, che la troppa (superficiale) sicurezza di sé ha reso vulnerabile la figura femminile e soprattutto incide sulla sua autorevolezza, io credo sia vero.     Credo anche le in una buona parte la recrudescenza dei femminicidi ( di cui due venuti alla luce proprio oggi!) sia anche imputabile ad una distorta visione,cui molte donne non sono purtroppo estranee,  che i media ( e loro stesse) offrono  come ‘oggetti’ da utilizzare fine a sé stessi o speculari ad altro.

La cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione.    ‘Io sono mia’ non era  uno slogan efficace solo per la liberalizzazione dello sputtanamento totale,  della volgarita, dall’esibizione di ogni centimetro del proprio corpo e neppure per  sfondare confini fasulli e negativi con l’illusione di essere padrone delle proprie scelte.

Oggi come oggi (e per quel che passa la sotto cultura al momento) cosa vi sarebbe  di disdicevole nel pavoneggiarsi (perché è questo che fanno queste ragazze non certo  schiavizzate) accanto all’Eroe nella speranza di una notte o di un per sempre o molto più semplicemente a caccia di una visibilità che le porterà nel turbine di altre esibizioni, chiuse in una teca di vetro a fare da piedistallo al conduttore (Flavia Vento), la velina sculettante che riuscirà a conquistare il divo George Clooney (Elisabetta Canalis) e via discorrendo gli esempi vincenti non sono Rita Levi Montalcini, e neppure Carla Fracci o la più giovane e bellissima Eleonora Abbagnato (serve un progetto a lungo termine e tanta fatica e passione vera).

Il corpo delle donne è un documentario girato qualche anno fa  da Lorella Zanardo ed esprime molto bene la solitudine complessiva e il danno che molti comportamenti infliggono al mondo femminile .

Io ero partita da una notizia apparentemente futile e mi sono allargata ma il problema delle ombrelline resta.    Non ne conosco il numero ma ecco che comunque  l’anno nuovo si è aperto  all’insegna di un altro settore che perde lavoro e a discapito del sesso debole.   E se ai giovani disoccupati ‘scojonati’ l’esimio ministro del Lavoro Ugo Poletti ha consigliato di trovare le occasioni andando a giocare a calcetto le ombrelline che ne sarà  delle ombrelline?

“Forse la cosa migliore del futuro è che arriva solo un giorno alla volta.”
(Una citazione di Abramo Lincoln che mi sembra attinente ai mala tempora nostri)

e’ qui la festa?

Cardamomo,  rughetta,  peperoncino,  e poi  la mandragola,  il  coriandolo e lo zenzero. Gamberi, gamberetti, molluschi.

Sono, alcuni ingredienti nostrani considerati magici facilmente reperibili  utili  per irretire gli incerti, favorire gli incontri amorosi, rinverdirli,  renderli paradisiaci, indimenticabili.

Per queste leccornie, non serve il salone imbandito del castello,  né le stregonerie del mago Merlino, questi elementi sapientemente dosati nel cibo, o cibo essi stessi, ve lo ripeto,  (e spesa relativa)  rinvigoriscono passioni un po’ sopite dal quotidiano trascorrere del tempo, rendono arditi i principianti, garantiscono ossignur!! sì, un dolce morire e, mal che vada, non si resta con l’amaro in bocca.

Tralasciando le scene ad effetto del corpo cosparso di nutella, o di candida panna montata a coprire angolini di per sé già nascosti, si può organizzare senza troppa fatica una vera cena sicuramente appetitosa e poi… si recita a soggetto.

Che fare? Da attenta  buongustaia ed  eterna principiante dei fornelli io proporrei :

 centro tavola di fiori freschi non profumati.

–  antipasto di avocado (due metà) leggermente svuotate e coperte da una noce di caviale,  servito in una coppetta con ghiaccio tritato

a seguire:

–  spaghettini integrali conditi con pomodorini,  pecorino e  abbondante rucola che  dagli antichi Romani,  era considerata un potentissimo afrodisiaco

– 6 gamberi saltati in padella con due foglie di alloro  sfumati insieme a mezzo flute di champagne che farete evaporare fino a renderlo cremoso et voilà un secondo stuzzicante e leggero.

Dopo un piccolo intervallo di densi silenzi inframezzati da morbide parole sapientemente dosate, per chiudere in bellezza proporrei

una mousse (non sorbetto!) al limone abbellita da coriandoli di limone candito.

La bottiglia di champagne ben ghiacciato, per me Veuve Clicquot tra i preferiti, luci soffuse, qualche candela profumata, un pizzico di allegria perché seduzione e amore si nutrono anche di vitalità si aspetta la Mezzanotte senza bisogno di tuffarsi in un locale pieno di gente, rumoroso più che gaio, non me ne vogliano i giovani e le grande comitive. Non me ne vogliano i single impenitenti o di ritorno accoppiati per l’occasione, non me ne voglia nessuno. Anche soli si può stare in buona compagnia se impariamo a conoscerci ed amarci poco poco che sia.

Buon fine anno! Un nuovo promettente 2018 carissimi tutti e, come diceva quel geniaccio di Ennio Flaiano:

“Coraggio che il meglio deve ancora arrivare”.


Love Love Love Shera