
- Nella sua lunga carriera BB ha sviluppato uno stile distintivo, una miscela perfetta di morbidezza pop, tocchi jazz, fioriture orchestrali importate dalla musica classica.
Ci siamo (quasi) !
Mi piace,
mi rallegra e
mi rassicura
sapere di incontrare qui sorrisi affettuosi di condivisione in questi nostri scambi di Auguri.
Improvvisamente oggi anche Roma, immusonita e strapazzata per tante brutture che l’assediano si è svegliata frizzante e imbellita dal sole e un po’ con tutte le persone che solitamente incontro ci sono stati abbracci e parole di fiducia. Durerà da Natale a Santo Stefano però non priviamoci di questo lusso, accantoniamo i troppi doloridel mondo e sorattutto cogliamo l’occasione per un abbraccio strettostretto anzi strettissimo ❤️
E poi e’ di nuovo il giorno del tuo compleanno e davvero vorresti essere altrove ma gli amici solerti pungolati dai vari promemoria ti raggiungono con voce festosa in partenza per il Guatemala l’altoparlante che invita i passeggeri al check in.
AuguriAuguriAuguri❤️
Vi consegno a questo spensierato post del 2015 e …teniamoci strettistrette anzi strettissimi.
La giornata non promette ‘malaccio’ e la colazione vuol essere propiziatoria
Basta poco per rendersi conto i che noi boccheggiamo e Bollo è l’unico a nuotare
La Piccoletta si fa ranocchia
mentre in giardino non di muove foglia o girandola
Tenere le gambe alzate aiuta la circolazione….
intanto i pomodori a chilometro zero crescono
Il sole tramontando arrossa il cielo e le case
dei pomodori al riso sono una buona idea, appetitosi e freschi
fa ancora molto caldo ma noi mano nella mano
ascoltiamo la canzone di un molto vecchio film, quelli di “una volta”, ma che, insomma! non fanno mai male
si aprono al buio le Belle di notte per incantare la luna
quella luna piena che ci sovrasta
Estate, un giorno d’ estate. Un po’ di me.
E se per qualche tempo vi lasciassi giusto quel che basta per farvi sentire la mia mancanza 😉 ?
Un abbraccio…
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Un lettino. Un cappuccino freddo consumato al bancone, una brioche da portar via.
Questo il mio rituale di ‘una giornata al mare’.
Verso le 11 un languorino e lei si materializza dalla borsa fragante , se potesse, conscia del suo potere di suscitare un’allegria fanciullesca: troppo bella perche io non la immortalassi
Eppure quel tarlo cattivo che sta inquinando i miei pensieri post pandemia (e in buona misura anche prima mi richiama alla realtà:
“S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche! ”
Questa frase cosi celebre : ” Se non hanno più pane Mangino brioches” da sempre è stata attribuita alla Regina Maria Antonietta, che l’avrebbe pronunciata riferendosi al popolo affamato, durante una rivolta dovuta alla mancanza di pane. Un modo per screditarla per sottolineare il lusso e l’indifferenza verso le sofferenze del popolo che del resto era comune denominatore di tutte le case segnati e dei nobili.
Tuttavia tale frase la si trova nelle “Confessioni di Jean-Jacques Rousseau in riferimento ad un evento del 1741, attribuito ad una principessa. Peccato che all ‘epoca Maria Antonietta non fosse ancora nata! 1755 – 1793.
Una delle tante ‘fake news’ diremmo oggi !
Bene o male. Si va avanti ognuno con i suoi pensieri, con la buona volontà che a volte vacilla ma è bene alzare gli occhi e immaginare aquiloni colorati e volare alto, oltre
Mentre scrivo mi volto perché un sospiro mi ha interrotto.
Sallyina dorme nell’abbandono di chi ha fiducia e tanto amore e… un angelo custode silezioso che le sta dietro
Io ho mia madre, invisibile Angelo custode.
Voi ???
Teniamoci strettistretti anzi di più ❤
Ops! Non dimenticate il 21 luglio è il mio compleanno e anche se gli anni si vanno sommando io tengo molto ai miei e quindi ai vostri auguri 🥂🥂🥂
… il cocomero arriva da lontano?
“La sua storia si intreccia con una storia altrettanto lunga e affascinante. È il frutto commestibile di una pianta dell’Africa tropicale, coltivata già all’epoca degli antichi Egizi. Questi credevano fosse magico, originato dal seme del dio Seth, e lo seppellivano nelle tombe dei faraoni affinché lo gustassero nell’aldilà.
Ne sono testimonianza le numerose rappresentazioni nelle tombe.
Viene citato perfino nella Bibbia, dove gli Ebrei, assetati nel deserto del Sinai, rimpiangono i frutti succosi e rinfrescanti mangiati in Egitto.
In Italia, poi, il cocomero/anguria arriverà intorno al 1100, a seguito delle Crociate, ma i nobili già lo conoscevano con il nome di angóurion. ”
E adesso alcuni consigli rivelatimi da un ‘cocommeraro’ casertano per riconoscere un buon cocomero dolce e succoso.
L’ascultazione (dica 33 😁)
Si tratta di un gesto per veri intenditori, ma in effetti «bussare» sulla buccia di un cocomero per capire se è maturo è un buon metodo . Se il cocomero restituisce un suono sordo, è il momento di mangiarlo altrimenti passiamo a quello successivo anche se il mio metodo, quando tutto è detto, è quello di rivolgermi con aria pietosa al mio fruttarolo lasciando a lui l’onere della scelta.
Proseguiamo.
La forma
Il cocomero maturo ha una buccia dura e simmetrica, priva di ammaccature o rientranze. La presenza di protuberanze o tagli potrebbe indicare degli errori in fase di coltivazione: per esempio, il fatto che il frutto abbia ricevuto quantità irregolari di sole e di acqua
Il colore
Il colore deve essere verde scuro e opaco, non brillante. La buccia lucida sta a indicare che è ancora acerbo
Il peso
Un cocomero maturo è pieno d’acqua, dunque è molto pesante rispetto alle sue dimensioni. Se siete indecisi tra due frutti della stessa grandezza, provate a sollevarli e scegliete quello che pesa di più: sarà sicuramente il migliore
La zona d’appoggio
Un piccolo segreto è controllare la zona d’appoggio, cioè il punto i cui il cocomero appoggiava a terra durante la crescita. Quest’area dovrebbe essere giallognola: più è scura, più l’anguria è maturata al sole, più è chiara più invece il frutto è rimasto acerbo.
Il cocomero a fine cena da il senso dell’estate ma mangiare a morsi una fetta di cocomero bene ghiacciata è una vera libidine da brivido, altro che Nove settimane e mezzo!
… Ma che dire del cocomero a tocchetti in una macedonia gustata in riva al mare?
28° mentre scrivo mezzanotte è passata da un bel pezzetto tuttavia a dispetto del caldo…
teniamoci strettistretti anzi strettissimi 🌹 Let’s dance !
PS: Vi suggerisco di ascoltare fino in fondo questo brano musicale perché lo troverete davvero molto coinvolgente 🍉🍉🍉 .
Le coltri umide di novembre
Mi seppelliscono per sempre
Il tempo mi sfila tra le dita
La terra ruota sulle mie orbite
Dov’è quel tenue sorriso
Che cominciò un giorno di maggio
Se non sulla bocca dei morti
Malgrado la pena dei vivi
(Paul Eluard)
Lo so, lo so! un pezzo forte dei Guns n’ Roses ma per me David Garrett È talmente bello e solare: un sole di novembre niente male. Lasciatemi scaldare … di più!
teniamoci strettistretti Anzi strettissimi
Shera🌷❤
tratteniamo con fiducia quel tenue sorriso che Paul Eluard vede sfuggire.
Il mese di Settembre, fine o nuovo inizio? Mese di transito, emozioni germogliate e fiorite nel sole repentinamente si ridimensionano. I sogni di nuovo relegati a quel nostro angolino prezioso che si schiude nel silenzio della notte nella casa silenziosa tornata ordinata come i nostri pensieri quotidiani.
Mi sono addormentata in un mondo di colori caldi e nella notte il vento ha portato freddi lampi di luce e boati: ‘…. respiro la nebbia penso a te’.
Il buongiorno di settembre è nero e carico di pioggia. Le zanzare non cedono…
Una canzone italiana tra le tante, tutte bellissime, che ricordano questo mese di transito. Uno dei brani più famosi nel panorama rock italiano, una ‘gemma’ che si distingueva nell’ambito del progressive nostrano. Una emozione che non è sfuggita al Maestro Battiato.
La Sallyina non ha più la lingua penzoloni, goccioline che io raccoglievo con uno straccetto!Non più appiattita al suolo a cercare il refrigerio del pavimento ma comodamente appoltronata.
Ecco. Impressioni di Settembre.
Amiche care e amici belli il buono c’è ed è che….
teniamoci strettistretti anzi strettissimi,
l’inverno sarà lungo e – temo – non facile.
Dopo una lunga e piacevolissima telefonata con un’amica, ci siamo lasciate augurandoci, data l’ora e la gola ancora zeppa di parole : ‘Ci vorrebbe un Mojito!’
Il Mojito, quello che beviamo comunemente – ecco – sopratutto nella bella stagione, ha origini cubane. Si racconta che sia stato sperimentato per la prima volta nel famoso locale dell’ Habana “La Bodeguita del Medio” di cui Ernest Hemingway era affezionato cliente e robusto bevitore.
Il Mojito, l’ originale, non è mai troppo alcolico poichè i cubani iniziano a berlo sin dal mattino per via del caldo estivo e d’altra parte gli impegni quotidiani non consentirebbero di essere eternamente (felicemente), non del tutto sobri.
Più che un cocktail, dunque, è una bevanda leggermente alcolica, dissetante, a base di (un) lime, zucchero di canna raffinato (bianco), acqua gassata, rum bianco e naturalmente l’ indispensabile hierba buena sostituita egregiamente dalla nostra menta fresca e dolce visto che la hierba buena cresce solamente a Cuba.
Si sono tramandate molte curiose leggende sulla Menta conosciuta ed utilizzata fin dai tempi più remoti.
Raccontano i poeti antichi, che la menta fosse in origine una bellissima fanciulla, amata da Plutone trasformata per vendetta in erba da Proserpina… Plutone tuttavia come ultimo suo gesto d’amore le regalò un intenso pungente profumo tanto da attirare chiunque le passasse accanto.
Questa leggenda d’amorosi sensi contribuì ad attribuire presunte virtù afrodisiache alla menta che con il suo profumo soavissimo fu scritto: :”risveglia le forze del sesso quando siano carenti o sopite”.
Ci si mise di mezzo anche Zeus perchè un’altra leggenda vuole che proprio lui, respinto più e più volte dalla ninfa, trsformasse Myntha in una pianticella fredda e dai contorni pungenti così come lei si dimostrò nei suoi confronti.
Niente amore, contrasti o sesso nell’antico Egitto poichè, così come testimoniato nel Papiro Ebers, la menta veniva utilizzata dai sacerdoti per donare lucidità mentale e longevità.
La preparazione.del Mojito
In un bicchiere, tradizione vuole sia un tumbler alto posate le foglie di menta (in genere 10/12 foglie), spremeteci sopra il lime e aggiungete due cucchiaini da cappuccino di zucchero di canna bianco, con un pestello esercitate una leggerissima pressione in modo da amalgamare gli ingredienti stando attenti a non lacerare le foglie di menta, riempite il bicchiere con del ghiaccio spezzato (non tritato) e a questo punto aggiungete il rum bianco in una dose che va dai 4 cl ai 7 cl, dipende dal vostro grado di resistenza all’alcool (a me piace forte, robusto, come al santo bevitore Ernest). Completate con due dita di soda o acqua gassata.
Allora? chi accetta il mio invito?
( ‘… e chi non beve con me peste lo colga!’ )
Niente però vieta agli astemi ( mmm 😦 ) di esserci e dunque
Teniamoci strettistretti anzi strettissimi. Buona settimana.
Foto dal web. Sally è Sally