Sperlonga
Sono partita, tu lo sai – no non potevi immaginare quanto – desiderando questo momento, da sola sdraiata a guardare il paese bianco, nitido arrampicato tra il monte e le nuvole, cirri bianchi.
Il mio piccolo albergo mi accoglie con simpatia.Ho bisogno di solitudine. Di non dovere scandire i tempi dell’amicizia. Lasciarmi andare nel profondo senza fretta, cullarmi nei pensieri, cavalcarli, domarli ove possibile, farli tacere.
Fiori in camera, una bella composizione colorata. Accidenti! una novità.
Mi spoglio infretta il mare mi aspetta, la prima giornata di sole, il sole di questo mio angolo di serenità, di libertà. Il mio rifugio.
Ritorno accaldata le guance e le spalle infuocate.
Dai fiori emana un profumo insistente, sensuale.. mi chino ad assaporarlo e vedo il biglietto bianco. Ci sono abituata ai biglietti tra i fiori ed i cestini di frutta succosa quando giro per lavoro e mi prenotano nei vari Grand Hotel..ma qui? che succede? Prendo il biglietto: non è dell’albergo, del mio ‘modesto’ 3 stelle pur sempre in riva al mare:
"Mi manchi" rispondo via sms:
"Vieni".
Questo il mio lungo ponte. Una grande opera iniziata, interrotta e inaspettatamente (inaspettatamente??) ripresa facendosi beffe dei preventivi e tralasciando il ‘costo’ e la fattibilità.
Sono sola adesso e la vocina cattiva dentro ha ripreso a rodere quel piccolo margine che aveva stenuamente tentato di marginarla.
Il ‘mio’ mare sperlongano non puo’ tradirmi.
Oppure l’ha fatto nonostante me.
Tu ora sei in treno.
"Train de vie".