
accarezzi
l’aria trepida
e mite.
Dolce è
il ricordo che evoca.
Ancora più
dolce è
il sogno che provochi.
(Edwin A. Lozada)





Eccola che scende. . . La neve copre il giardino
Con il Burian anche tanta neve.
Si chiama Burian e NON Buran, perché viene dal greco BoreasΒορέας e infine dallo slavo Borja. L’italiano ha origini greche e latine. Utilizzato raramente il termine Buriana: qualcosa di travolgente.
Neve al Nord, specie Milano, Emilia R. e al Centro, anche a Firenze. Sicuramente a quest’ora molti di voi potranno confermare. Fiocchi a Roma in nottata e qui vengo chiamata in causa…. Saprò dirvi.
Da Lunedì NEVE da Rimini ad Ancona, Pescara, al mattino ,parrebbe, di nuovo anche a Roma. Chissa se riusciremo a sciare dinuovo a Monte Mario eccitati tutti: niente lavoro, niente scuola ma a tirarci palle di neve a chilometro zero. 60 ore di neve su Marche e Abruzzo. Gioved’ 1 marzo neve diffusa.
Purtroppo nin finirà tanto facilmente perchè dopo il Burian sarà il gelo con punte di -10 anche in pianura.
Come ho scritto rispondendo a Keypaxx siamo tutti noi molto fortunati: abbiamo un tetto sulla testa e anche un certo calore. Un brivido e un forte senso di disagio vi arriva con le immagini di quella parte di Italia ancora ‘terremotata’ nei prefabbricati pressocchè isolati.
Perché in Italia è così difficile stare al passo, e non è mai possibile prevenire disastri peggiori. Me lo chiedo spesso senza avere risposte. Me lo chiedo anche guardando alle promesse, alle cornucopie immaginifiche dei molti partiti italiani.
Votare voterò, votar bisogna…
Il 4 febbraio 2012 Roma viveva l’ultima grande nevicata, almeno a tutt’oggi. Un evento eccezionale che ricordo con particolare suggestione. Iniziò a nevicare la sera del 3 febbraio, e il 4 mattina Roma si risvegliò completamente imbiancata oltre 30cm nella zona nord: la mia.
Il giardino sembrava un piccolo mondo incantato e Sally ah! Sally e la sua prima neve e all’ incontro con quel soffice manto bianco era come impazzita.
Perché non proviamo noi a darci notizie? Per esempi non viene menzionata la Sardegna e qui potrebbe aiutarci .marta.
La mia zia Mussi a ventanni puntò i piedi e ottenne di andare a frequentare l’Ecole del Beaux Arts a Parigi, era la fine degli anni Quaranta.
Lì conobbe e si innamorò, ricambiata, di un suo professore di architettura franco/irlandese, cittadino del mondo, vedovo e con gli anni di suo padre. Si sposarono e le quotazioni erano sfavorevoli ma scadenza di dieci mesi ebbero due figli , Ugo e Rory, i miei cugini. Vissero tra New York e Parigi e sopratutto furono innamorati e unitissimi fino alla morte di zio Paul a novantanni.
Si racconta che lo zio ad una certa ora della sera si alzasse per andare a letto e lo comunicasse alla moglie con una semplice domanda: “Mussi, ma chère… on y va?”. La zia si alzava ed andavano insieme.
Anche io da qualche tempo sono molto richiesta per andare a letto. Intorno alla mezzanotte quando la casa è silente Sally si affaccia alla porta del soggiorno con la sua tacita ma altrettanto esplicita richiesta :
Linguaggi diversi ma pur sempre segnali d’amore.
D’amore è ricco il mondo, sta a noi carpirne i mille strati leggeri.
Teniamoci strettistretti anzi strettissimi 🙂
Invito di Annalisa Comes
Che la terra ci ascolti, questa patria leggera come osso
Che la terra ci ascolti, come luna di un tempo incerto
Che la terra ci ascolti, come il primo giorno
Che la terra ci ascolti, se ancora è di questa terra prosperare di biacca dei suoi volumi
e ancora
Che la terra trovi riparo
alla terra,
alla mensa,
alle ceneri.
Teniamoci stretti anzi strettissimi.
Pioggia.
E allora vi dirò che non mi piace il clima che si instaura a dicembre.
Sono tra quella schiera sempre più folta a cui prende la malinconia, senza buttarla sul sociale o sul politically correst, il desiderio di essere altrove fuori dalle luci, fuori dal buonismo, fuori dall’allegria che si fissa sulle labbra e inevitabilmente sui social.
Questa idiosincrasia mi si è andata consolidando dall’ anno che piccolina ho scoperto che Babbo Natale non esisteva e mi sono sentita per la prima volta ingabbiata, costretta a crederci ancora per un po’ per non deludere i ‘grandi’, una costante della mia vita futura.
E così sarà di nuovo Natale e già si pensa a rifornire la dispensa , a buttar giù un menù in linea con la tradizione.
Oggi mi sono esibita in un tortino che può avere tantissime variazioni: la mia, semplicissima, con gli spinaci.
TORTINO
1 rotolo di pasta sfoglia Buitoni (non inorridite è buonissima e può essere conservata in frigo )3 etti di spinaci / 3 uova / 3 cucchiai di parmigiano / 2 cucchiai di panna, sale e pepe qb.
Procedete bollendo gli spinaci, scolateli e sminuzzateli – in una scodella sbattete i bianche a neve, aggiungete i tuorli, il parmigiano, la panne, sale e pepe (oppure cannella o scorza di limone o noce moscata a vostro gusto) mescolate il tutto e aggiungete infine gli spinaci mescolando il tutto. Foderate con la pasta sfoglia (senza staccarla dalla carta forno che l’avvolgeva) una teglia rotonda da 22 cm e versatevi e stendete l’amalgama, infine rimboccate all’interno la pasta in avanzo.
Ponete in formo (preriscaldato) a 180gradi per circa 30/40minuti questo dipende dal vostro tipo di forno. A cottura ultimata sollevate il tortino con tutta la carta forno e adagiatelo su un piatto da portata estraendo poi delicatamente la carta.
Ottimo tiepido per una cena leggera o un lunch festivo. Socchiudete gli occhi assaporatene il gusto delicato, un sorso di Fiano di Avellino ben freddo…
Niente paura tutto passa, ecco, arriva… Another sunrise !
Another sunrise
Another sunrise
Another sunrise
Sunrise
Sunrise
Sunrise
(Il suono è accattivante, il video divertente ma ‘occhio’ il testo lo è molto meno. Il gruppo è italianissimo e l’ho scoperto in palestra : un due un due un due tre)
Oggi ha piovuto e ci siamo bagnate dunque abbracciamoci strettistrettianzistrettissimi
I Black Sabbath sono stati tra i primi gruppi heavy metal della storia ed hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo del genere. Dal 1970 al 2010 hanno venduto più di 100 milioni di dischi in tutto il mondo.
… e che poi sarebbero questi stessi Black Sabbath che preferisco! Mica bruscolini!
Sono caduta, mi sono mediamente fatta male al polso, sinistro per fortuna, ho un bendaggio leggero, mi sono sbucciata anche un ginocchio ( ma non esiste ancora il detto ‘Scrive con le ginocchia) quindi ho bisogno di essere rincuorata.
Dimenticavo la dolce creatura che se la dorme paciosa è causa della mia disgrazia… no! solo in parte perchè a Roma è gia cominciato il mese dei ‘cretini’ non me ne vogliano eventuali amici, quelli che fanno scoppiare miccette e bombarde che impauriscono sopratutto gli animali.
Vi prego, evitate questi divertimenti e riservateli, sono magnanima! alla sola notte di CapoDANNO.
Sally just ready to go
Che c’è di male nella libertà? La libertà è tutto.
Ah sì, è vero: la libertà è tutto, d’accordo… Ma parlare di libertà ed essere liberi sono due cose diverse. Voglio dire che è difficile essere liberi quando ti comprano e ti vendono al mercato. E bada, non dire mai a nessuno che non è libero, perché allora quello si darà un gran da fare a uccidere, a massacrare, per dimostrarti che lo è. Ah, certo: ti parlano, e ti parlano, e ti riparlano di questa famosa libertà individuale; ma quando vedono un individuo veramente libero allora hanno paura.”
Easy rider, 1968
Buon fine settimana a tutti voi. Teniamoci strettistretti ma dopo una ricca doccia!
Qualche giorno fa al parco ho conosciuto Carlotta.
Sono rimasta folgorata dalla sua bellezza possente dal suo modo elegante e nello stesso tempo guardingo di avvicinarsi. Era la sua ‘prima volta’ e a dispetto dei suoi 85 chili ha cercato di accattivarsi subito la simpatia soprattutto di Sally che incurante le si è fatta incontro per nulla intimorita.
L’ English Mastiff sembra provenga dalle isole britanniche sin dal VI secolo a.C. Di certo questi cani vennero incontrati dai legionari durante la conquista, definiti Pugnaces Britanniae temibili ausiliari in battaglia vennero poi portati sino a Roma a combattere nei circhi, apprezzati al punto da incaricare un ufficiale apposito, Procurator Cynegii, al loro reperimento.
Tuttavia la più accreditata ipotesi sull’origine dei mastiff è quella che lo vorrebbe discendente del mitico mastino tibetano gigante (oggi estinto) del “canis familiaris inostranzewi”già presente in Asia e nell’Europa settentrionale durante l’Età del bronzo.
È stato considerato sin dal Medioevo il cane della nobiltà, guardia del corpo di cavalieri e feudatari nella vita quotidiana come in guerra. Si racconta che sir Peirs Leigh nel corso della Battaglia di Azincourt nel 1495, gravemente ferito, venne protetto per molte ore, fino all’arrivo dei soccorsi, dalla sua femmina di mastiff e che da lei la tradizione faccia discendere l’intera stirpe dei mastini del castello Lyme Hall, una continuità genetica registrata fino al XIX secolo. L’allevamento moderno, come per la maggior parte delle razze di taglia gigante, ha recuperato la stirpe quasi estinta con notevoli sforzi con i pochi esemplari sopravvissuti al 2º conflitto mondiale.
Oggi la docilità è una delle migliori caratteristiche dell’ English mastiff che è di temperamento calmo e leale, devoto al suo padrone oltre che un eccellente guardiano.
Che cosa accomuna Sally ed i suoi quasi 8 chili di vitalità alla possente Carlotta?
Niente più e niente meno che l’amore incondizionato, atavico, verso noi umani che troppo spesso li maltrattiamo esprimendo, noi, tutta la bestialità brutale e ignorante del mondo.
“È solo per un eccesso di vanità ridicola che gli uomini si attribuiscono un’anima di specie diversa da quella degli animali. ” Voltaire
“L’uomo non sa di più degli altri animali; ne sa di meno. Loro sanno quel che devono sapere. Noi, no.” Fernando Pessoa
“Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro. Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba, il panico del cervo che scappa, sono il tuo oceano grande e sono il più piccolo degli insetti. E conosco tutte le tue creature: sono perfette in questo amore che corre sulla terra per arrivare a te. “Alda Merini
Buona settimana mes ami(e)s. Teniamoci strettistrettisimi.
Mia madre non diceva mai di no ad un qualsiasi animale che noi ormai ‘ragazzetti’ le portassimo a casa. E gli aneddoti non si contano inclusa la ‘rogna’ che tutti prendemmo da un gattino malconcio…
Francis poi, il piccolino arrivato dopo 15 anni, li trovava tutti lui i diseredati senza tetto. Passarono istrici, gatti, un falchetto con l’ala spezzata, le due anguille che dovevano essere morte e che ancora guizzavano, insomma per finire con Balù un botoletto bianco e nero trovato in un cassonetto.
In questo tourbillon di animali mia mamma per dieci anni ha avuto una meravigliosa pastore belga, Lalla, talmente dolce e amorevole che in transizione per i nipoti allora piccolissimi incluso mio figlio divenne Nonna Lalla.
Per ultimo anche Francis ha messo su famiglia e gioco forza ha dovuto ridimensionare questa sua anima pietosa ‘accontentandosi’ di due bambine e come paliativo un coniglio divenuto in sette anni una belva di otto chili.
Giugno. Una giornata particolarmente calda tanto quanto è freddo questo inizio di gennaio, Francis va da Panorama per la spesa e ritornando alla macchina accostato al muro su di una mezza coperta, vede poggiato un batuffolo tutto nero. Insomma un cucciolo abbandonato di meno di tre mesi. Si guarda intono, chiede al guardiano del supermercato, chiama la protezione degli animali …niente.
Torna a casa con il cuccioletto ed avviene l’inevitabile che insieme decidono di tenerlo e Chiara, la più grande di 15 anni, si assume la responsabilità delle passeggiate di quello che a tutti gli effetti era diventato Achille.
Naturalmente sono corsa a vederlo e me lo sono stropicciato di baci e subito ho ventilato la possibilità che fosse un pastore belga, forse non puro, ma comunque le orecchie erano sì piccoline ma dritte la pelliccia arruffata come piume tutta nera.
Il veterinario ha proceduto con le vaccinazioni, ha confermato che era un cane sano e , proprio ieri ha deciso di modificare il libretto e di scrivere al posto di ‘meticcio lupoide’ ‘pastore belga’ per evitare ogni possibile manipolazione (bisogna pensarle tutte) in caso di smarrimento o altro.
Chi lo stolto che ha abbandonato il cucciolo? Perché davanti alla macchina di mio fratello?
Io ho un mio pensiero.
Ho pensato alla passione di Francis tenuta a freno per tanti anni, ho visto in Achille un regalo di mia mamma, non ditemi che sono ‘fuori come un balcone’, un regalo giunto al momento buono altrimenti perché proprio a Francis cresciuto con Lalla sarebbe dovuto capitare dopo vent’anni di ritrovarsi dal niente un pastore belga?
Love is in the air (everywhere I look around)
Buon anno Mamma.
Sally la piccola ve(n)detta a sorvegliare.
(I’ll be back as soon as possible)