Summer time and my blog

Ho traccheggiato un bel po! Diciamo ho vissuto come quando studiavo sugli allori di una buona partenza.

Il (mio) blog.

Perché e percome non ha più senso raccontarlo: c’è e basta, nato ben oltre 13 anni fa per semplice curiosità, nessuna paturnia da raccontare, nessuna rivalsa verso chicchessia. Le cose drammatiche, e sono tante, cerco di evitarle almeno qui.  Certo non sono un’oca giuliva, vivo ogni giorno  gli occhi ben aperti e anche qui ci ragiono.

Hanno chiuso un paio di piattaforme,   mentre io silenziosamente andavo avanti. E’ questo andare avanti, avere così tante persone – persone – con cui confrontarmi e che, oggettivamente, scrivono e pensano in maniera tanto superba che comincia ad imbarazzarmi. So per certo che potrei applicarmi di più ma io rientro in quella categoria che in certe cose riesce meglio col minimo sforzo e ove lo sforzo dovesse aumentare finirebbe il piacere.

Se mia madre era ‘volage’ come le rondini io nella mia vita privata sono lenta,  me la prendo con comodo, vivrei a piedi udi  in aria, soprattutto rifuggo le complicazioni. Insomma ansia da prestazione zero.  A Roma si dice ‘Ho già dato’!

gambe

Non è stato facile ma ho imparato che ognuno di noi ha un suo equilibrio oltre il quale, se vuole stare minimamente bene, non deve andare.

Ah già il blog, dicevo, excusatio non petita, so di avere trascurato moltissimi di voi, altrettanti hanno trascurato me è nelle cose. TalUNI mi hanno deluso.

Ho superato i 500 quasi 600  ‘followers’ e rispetto a tanti di voi sono spicioletti ma poi tanto si è reciprocamente fedeli con una trentina. Anche qui viene in soccorso il romanesco il restante è ‘aria fritta’ che per carità ha un buonissimo profumo, fa venire l’acquolina, ma il vento la porta subito oltre.

Niente! Come niente?

dita

Ho ripreso dimestichezza col ticchettio della tastiera e colgo l’attimo per intortarvi una delle mie canzoni preferite sia in una delle sue esecuzioni originali

sia in quella di quel tocco di figliolo che settembre o dicembre o anche soltanto agosto che se ne va, insomma che ci posso fare? David ah David quel ‘diavolo’ di Paganini o l’angelo truffaldino di Summer time …calma! Sono tutta in subbuglio eppure

l’estate sta finendo.

Pensieri collegati

“L’importante per una foto, quello che la rende una buona foto,
è che sia vera, nel senso pieno del termine.
Che sia onesta. Senza tagli. Senza trucchi.
Senza troppi artifici tecnici.”

bocche

(Man Ray)

Ho provato a sostituire la parola foto con la parola ‘vita’ e mi sono resa conto che l’equilibrio del ragionamento resta integro.
Ho osato di più, questa volta con la parola ‘amore’ : non una inesattezza, calza a pennello.
Non c’è dunque limite – mi sono detta – alla profondità di talune riflessioni.

innamorati

Buona settimana anche se siamo già a martedì 😉

Addio pene d’amore

C’era una volta.

 

L’estate gioca brutti scherzi, in tutti i sensi.
C’ero io che avevo vent’anni ed una storia appena iniziata con l’amico di un mio amico, di dieci anni più grande di me, che viveva a Bologna.
Ci telefonavamo moltissimo e facevamo progetti per l’estate e come stare finalmente insieme un po’ più a lungo, andando oltre i minuti contati, quei lunghi baci da apnea, quei palpeggiamenti che ci lasciavano le gambe molli e la testa svaporata.

Arriva inaspettato l’invito di una comune amica svizzera a passare da lei qualche giorno nella sua casa sopra Berna. Un posto stupendo con piscina, sauna e tanto verde intorno.

Tappa a Bologna. Viaggio notturno perfetto, arriviamo a destinazione.
G e suo marito e gran parte dei loro amici praticavano il nudismo e dunque… a mezzogiorno eccoci tutti nudi , ammettiamolo un po’ vergognosetti noi, sul prato davanti alla piscina. Uno spuntino, tuffi, tanta euforia, anche un po’ di stanchezza.

Vermi bianchi sul verde, G. avvisa soprattutto i due italiani a stare attenti a non prendere subito troppo  sole ‘ là’ anzi, ecco un caso in cui scoprirsi poco alla volta.
Il mio baldo compagno fa spallucce e impavido si espone ai raggi e si addormenta.
Alla sera alle cinque con il pisello in fiamme e vesciche di corsa al pronto soccorso di Berna dove gli viene diagnosticata una ustione grave.

Ho passato la mia prima estate d’amore a spalmare unguenti con la punta del dito e fare impacchi  a quel esserino  raggrinzito con garza e acido borico avendo come ringraziamento solo spasmi  di dolore. Una grande intimità, un vis -à –vis ravvicinato, il mio cuore da crocerossina batteva forte. La donnina che era in me alzava gli occhi al cielo e lamentava la sua sfortuna.
Dopo cinque giorni, passata la fase critica, decidemmo di riprendere la strada del ritorno .

Questa è stata la mia trepidante prima volta che non c’è stata ma che non scorderò mai.

Che ne è dei due ‘lui’? Uno a volte lo incontro quando viene a Roma, dell’altro così desiato e tanto amorevolmente curato più nessuna notizia. Penso si sia perfettamente ripreso visto che ho conosciuto anche i due pargoli.

Addio pene d’amore.

Amarsi un po’

Una trasmissione radiofonica imperdibile, Caterpillar, che seguo da sempre con spirito goliardico – vabbè un po’ sessantottino – si era inventata il fine anno anticipato di una settimana da festeggiare in una località del Trentino. Abito da sera, cena portata da casa da condividere, ricchi premi e cotillons; alla mezzanotte precisa con sette giorni di anticipo ci si baciava si brindava e si ballava ad esaurimento forze (abbiamo scavallato! ed ognuno se ne tornava felice).

Adesso tocca al Ferragosto!

Gente che va gente che viene e con loro tutti questi disservizi di treni, aerei, disagi su disagi, trombe d’aria, bombe d’acqua, le follie individuali e quelle collettive, l’Italia che ormai in ogni ricorrenza mostra sempre più le sue falle, il suo degrado.

Non voglio rattristarvi, anzi. Intendo dire che passare il Ferragosto, come del resto ogni altra festività, da soli – per scelta o gioco forza – non deve farci sentire degli sfigati.
Non esiste se non quello che noi sentiamo e viviamo ed abbiamo il dovere verso noi stessi e verso gli altri, (ri)cito Prevért, di
“Essere felici non fosse altro che per dare l’esempio”.

Buon Ferragosto, io e la Sally, è presto detto, siamo qui!

Ferragosto2015

e mentre lei dorme ed io mi godo un qualche film sorseggio una fresca, estiva

Sangria all’anguria
Prendete mezza anguria e tagliatela a dadini: mettete i dadini nel freezer per farli raffreddare bene: in una caraffa versate un litro di vino bianco moscato e un lime tagliato a fettine: quando saranno ben freddi aggiungete anche i cubetti di anguria e, per renderla leggermente frizzante anche un bicchiere di soda…

oppure se vi piacciono le pesche la voilà

Sangria alle pesche
Prendete tre pesche belle mature e tagliatele a fettine: mettetele in una ciotola con un cucchiaio di zucchero e mezzo limone tagliato a fettine. Aggiungete una stecca di cannella e un bicchierino di liquore dolce. Potete quindi scegliere se utilizzare il vino bianco (consigliato un bianco frizzante) o quello nero (scegliete un vino leggero e fruttato). Lasciate riposare in frigo qualche ora.

Un brindisi, anzi due.

Il mio brindisi particolare a tutti gli amici che per pigrizia ho disertato. Grazie!

Una lunga estate

pancia all'aria

Vedete Sally? Bene!

Il caldo è pesante a casa o..o.. lasciamoci andare, recuperiamo la ‘lentezza’, lasciamoci poltrire chè ci aspetta un altro inverno (magari!)

“Bisognerebbe essere felici, non fosse altro che per dare l’esempio” .

Un abbraccio circolare, grazie della vostra amicizia.

Vi lascio con Ben Harper di sottofondo