Di che cazzo parliamo

 

 

In un mondo disperato

Passare , di lunedì, in una mattina di sole, l’aria tersa e ancora pulita, all’angolo con Viale della Regina e via Nomentana.

A sinistra un’immensa montagna di mazzi di fiore che emana  un profumo acuto, dolciastro e amaro che riporta alla morte di sabato notte.

Che mondo di merda!

Li due giovani che non raggiungevano in due neppure la mia età, sono stati falciati dalla strafottenza di.. di? Cosa? Come definirlo? Un teppista?

Non esistono parole ed io ed un’altra motociclista ci siamo guardate negli occchi e piangevamo entrambe. Che modo di merda di cominciare la giornata. Come trovare la forza di sorridere ogni giorno?

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Pensieri in rosa

 

 

Una Superga è per sempre.

 

Il mio compleanno di quattro anni fa.  

Un bel paio di Superghina rosa tenue uno dei regali.

A giorni sarei partita per la Corsica, sperimentando una full immersion con R.

Preoccupata e contrariata per avere accettato, perché le vacanze  sono sacre e l’idea di avere dei dissapori o di non sopportarci reciprocamente per tanti giorni mi rendeva nervosa.

Tutto filò  oltre le più rosee previsioni.

Le Superga rosa mai indossate.

Nuove vacanze, cerca che ti  ricerca,  niente Superga.

Ecco, nella confusione tra un trasbordo e l’altro,  probabilmente erano rimaste sommerse nel bagagliaio dell’auto di R.  No, lui non se le ritrovava. Sparite.

L’anno successivo, il  ‘per sempre’ arrivò al capolinea portandosi il mistero delle Superga scomparse.

Febbraio pensionamento della  Pandina per raggiunti limiti di età. Armeggio nel bagagliaio, controllo di non avere lasciato nulla e.. incastrato  tra il sedile spunta qualcosa di rosa:  le Superghinaaaaaaaaaaaa!

Domenica. Giornata che si preannuncia splendente.

Inaugurerò le mie Superga  per la gita in moto susu’ in un paesino di alta montagna sopra Tivoli: Guadagnolo.

La strada  si inerpica tortuosa e salendo l’aria diventa frizzante,  i polmoni si gonfiano, ingurgitano l’aria fresca che crea vortici interni, rimescola  il sangue e fa salire un grande appetito.

Buffa la vita .

La Corsica d’ agosto,  le sue alte montagne a un’ora esatta dal mare.

Le sue chiese con preziose decorazioni in stile barocco. Saint-Pierre e Saint Paul a Pedicroce, Notre-Dame-du Mont Carmel a Stoppia Nova, per esempio.  E poi il magnifico convento di Alesani.

Ora,  a distanza di quattro anni.  il santuario della  Mentorella,  abbarbicato sulla roccia a strapiombo sulla Valle del Giovenzano.  Tivoli come punto di riferimento.

Le Superga rosa silenziosamente assenti nel primo viaggio,  poi a lungo misteriosamente introvabili.

Come ad un valzer vivace,  si destano e fanno la loro prima uscita nella serenità primaverile  che non rinnega nè rimpiange. 

Hanno camminato spedite lungo  viottoletti insidiosi, sicure sopra l’erba,  un paio di volte, incespicando, una mano e un abbraccio  le trattengono ben salde al suolo.

L’anima leggera lassu’con il respiro un po’ affannato, nel vento,  aliante sopra la vallata.

Nessun pensiero,  solo una magnifica sensazione di esserci e non esserci, insieme.

 

Superghina rosa

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Il Paese dei Campanelli (d'allarme)

 

 

 

Il neo ministro Brunetta qualchecosa,  per essere all’altezza del suo ruolo (1.50 col ciuffo) ha subito trovato la soluzione “Qui ci vuole il ‘bastone’ e la ‘carota’ per rimettere in carreggiata i fannulloni.”.

Ora io –  in una domenica mattina piovosa da nullafacentista –  vorrei tentare di capire se il richiamo al bastone sia una nostalgica e pericolosa devianza fascista oppure se, nel maschio modo di vivere la comunicazione del suo collega qualchecosa, ministro al dicastero  per le semplificazioni, non sia un’espressione di bassa lega per indicare altro  nel qual caso  perché anche la carota  e cmq se ha da essere, non un verde cetriolo, o una zucchina, o il pisello accessoriato di granelli?

La carota no! Sappiamo essere ancora arancione.

Quindi che il Ministro Brunetta tuoni:”Qui ci vuole un (maschio) bastone!” Punto esclamativo.  

Chi vuoi che non corra con un bastone a  insidiarti le terga? Mmmm…vero..c’è però anche il problema dei ‘culattoni’ ‘quelli’ son malati e magari frenano apposta.

Con buona pace del ministero delle semplificazioni.

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La chiamavano Bocca di rosa

 

 

Ancora oggi, se una figlia di buona donna trova un allocco che fa il caso suo, niente paura! un passaggio dal ginecologo compiacente, ricucitura dell’imene e la verginità è ripristinata.

 Per un tizio senza troppi scrupoli, meglio se con qualche carico pendente o in odore di mafia, con qualche buon aggancio,  ottimale se conosce l’amico dell’amico dello stalliere dell’ Unto dal Signore, ebbene se costui decidesse di mettersi in politica avrebbe buone possibilità di essere candidato e magari eletto anche alle più alte cariche dello Stato.

Eppero’ se a questo punto un qualche male intenzionato riportasse a galla in un libro-inchiesta  i suoi trascorsi irrisolti,  il nostro neo-eletto (codazzo al seguito perchè in politica si sa, prima ci si difende ‘apprescindere’ e poi ci si sbrana alla Bouvette) comincerebbe a gridare all’oltraggio, alla solita provocazione di …ma che strano! qualche esaltato di sinistra.

Bene, chi non avesse capito il mio nesso: mettersi in politica è un modo per non spendere ma speculare su  una riconquistata verginità di ‘ruolo’, oso? istituzionalizzata da una maggioranza malsana nelle stesse condizioni.

 

Chapeau  a Ilona Staller,  Onorevole Pornodiva eletta dal 1987 al 1992 nelle liste radicali con largo margine e che ha svolto la sua attività parlamentare a testa alta rimanendo e – poi – tornando ad essere una Pornostar che nulla ha rinnegato. Limpide scelte (opinabili, forse, ma coerenti) di vita.

Autocelebrazioni primaverili

 

 

Io tanga ..tu?

 

 

Ammesso che l’abito NON faccia il monaco, io vorrei sostenere che il tanga ‘fà’ la donna.

 

Per il mio compleanno, a luglio scorso, un’amica burlona mi ha regalato un tanga leopardato di D&G  o-ri-gi-na-le quindi  pagato un occhietto , magari miope, della testa. Questo sapendo benissimo che io prediligo un underwear (slip e reggiseno quasi sempre neri) che mi sembrano più sexy.

 

Bene, complici il cattivo umore, e un po’ di scoramento, questa mattina ho indossato il mio tanga leopardato sotto dei pantaloni già in lino (nero), scarpettine argentate, una magliettina turchese comprata in Turchia, giacchettino  jeans. Capelli ramati al punto giusto.

Ce n’era quanto bastava ma non so perché, parcheggiato il motorino, mentre attraversavo – e poi lungo tutto il tragitto-  piazza Colonna mi sono resa conto che camminavano vagamente ancheggiando, con una sensazione di frivola leggerezza che mi dava un senso sbarazzino e un po’ provocatorio. Lo spirito del tanga leopardato  si era impadronito di me e ora…ora,  si salvi chi può.

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Bilanci e bilanci.

 

 

Ciclone Nargis:il bilancio "oltre 100mila vittime".

La natura si ribella ancora violentemente.

Invade, travolge, uccide.

Il regime birmano al potere da oltre 50 anni, blinda il Paese e a tutto’oggi non ha autorizzato l’intervento umanitario delle agenzie internazionali e neppure delle Nazioni Unite.

Disperazione e morte.

Nel cielo plumbeo,  cadaveri e carcasse riemergono dalla marea che recede.

Rose  rosso sangue – prigioniere – si ergono mute.

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Morire a Verona

 

 

Per Nicola

No quiero consuelos

No!

No quiero

consuelos

A mi pena.

Quiero

concielo

a mi dolor.

Quiero

volar contigo

con tus alas

con tus ganas

en tu suelo

y en tu sol.

Non voglio lasciarmi prendere da una paura disfattista ma ho paura.

Tremo per questa società imbarbarita dove l’arroganza e l’ignoranza del ‘gruppo’ famelico arriva a massacrare e uccidere  di botte per una sigaretta negata.

Non voglio essere una Cassandra dell’ultim’ora,  tuttavia penso fortemente, che se si continuerà all’infinito a rimuovere (in lunghi analiti di buonismo)  le implicazioni pesanti che nella storia italiana hanno avuto il nazismo unito al fascismo, se finita la memoria essa non continuerà ad  essere ben presente, e rappresentata dalle istituzioni, noi produrremo dei mostri “figli di buona famiglia” pronti a tutto,  assolti nel segno di una svastica e, oggi, anche dal neo eletto Presidente della camera il quale sostiene non essere (ovvero essere) meno grave la morte di un ragazzo in quanto perpetrata (a suo avviso) “senza ‘fini’ politici” piuttosto che la gravità concreta degli atti compiuti dalle “frange della sinistra radicale” a Torino…

Non vorrei, eppure ci troviamo in un mondo privo di prospettive e di valori, dove frange giovanile sradicate e degradate si travestono da nazi, o da ultrà, o da estremisti di qualsiasi cosa e ‘agiscono’, come si è visto in tante, tantissime occasini. 

L’uccisione di Nicola Tommasoli è una disgrazia collettiva, una perdita profonda, cui assistiamo impotenti. 

Non applaudiamo il feretro, di grazia!

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E' più facile che un cammello passi..

 

 

…attraverso la cruna di un ago..che un imbecille taccia.

 

Sdraiata, bianca ameba che si espande sul lettino color arancio, senza vergogna tra tanti simili, circospetta, tentando il colpo dell’invisibilità, comincio a spargermi di unguenti.

 

Torna a galla una stupida notizia (e come tale rimossa).

Un acCROCCOLO ultra ottantenne in un delirio di onni(im)potenza – caso strano con l’uscita di una sua comparsata in tivvu’ – andando a ritroso di ben 40anni, ha affermato (non ci sono più i “signori” discreti di una volta! Del resto sono spariti anche i paladini del “una donna non si picchia neppure con un fiore”) insomma, riprendo il filo, costui ha affermato di avere avuto un love affair (in inglese suona assai meno ridanciano) con Marilyn Monroe.

Sì,  proprio con l’icona insuperata e insuperabile del sesso, lei che nell’immaginario (appunto) maschile è in cima ai desideri con  la  sua bocca atteggiata a cuore, i suoi occhi languidi (e tristi) con quella sua camminata ancheggiante, il suo seno burroso,  attrice di film cult che portava con sé la vita travagliata di Norma.

Ebbene codesto vecchierello  ricorda  di avere raccolto Marilyn dal pozzo profondo in cui l’aveva gettata l’abbandono di Yves Montand.

Non so se mi sono spiegata,  dalla sua posizione ravvicinata, tra un  orgasmino e l’altro (ops fu un lungo amore di tre mesi poi anche lui l’abbandonò) questo esempio di viveur casereccio sottolinea : “Marilyn aveva della cel-lu-li-te”!

‘Lui’, il vegliardo un po’ sclerato, di quella  donna, magnifica preda, dice: “Aveva la cellulite”.

Ora, chiedo agli amici uomini che passeranno qui di volermi confermare (o sconfessare il latin lover minuzioso) il fatto che nell’impatto di un amplesso desiderato  quel che salta evidente è la cel-lu-li-te! Fermo restando che Marilyn Monroe non era una donna che si incontra tutti i giorni.

 

Il perché del mio farneticare? Ovvio, esco indenne dalla prova cellulite.  Carenza di sex-appeal?

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