Una Superga è per sempre.
Il mio compleanno di quattro anni fa.
Un bel paio di Superghina rosa tenue uno dei regali.
A giorni sarei partita per la Corsica, sperimentando una full immersion con R.
Preoccupata e contrariata per avere accettato, perché le vacanze sono sacre e l’idea di avere dei dissapori o di non sopportarci reciprocamente per tanti giorni mi rendeva nervosa.
Tutto filò oltre le più rosee previsioni.
Le Superga rosa mai indossate.
Nuove vacanze, cerca che ti ricerca, niente Superga.
Ecco, nella confusione tra un trasbordo e l’altro, probabilmente erano rimaste sommerse nel bagagliaio dell’auto di R. No, lui non se le ritrovava. Sparite.
L’anno successivo, il ‘per sempre’ arrivò al capolinea portandosi il mistero delle Superga scomparse.
Febbraio pensionamento della Pandina per raggiunti limiti di età. Armeggio nel bagagliaio, controllo di non avere lasciato nulla e.. incastrato tra il sedile spunta qualcosa di rosa: le Superghinaaaaaaaaaaaa!
Domenica. Giornata che si preannuncia splendente.
Inaugurerò le mie Superga per la gita in moto susu’ in un paesino di alta montagna sopra Tivoli: Guadagnolo.
La strada si inerpica tortuosa e salendo l’aria diventa frizzante, i polmoni si gonfiano, ingurgitano l’aria fresca che crea vortici interni, rimescola il sangue e fa salire un grande appetito.
Buffa la vita .
La Corsica d’ agosto, le sue alte montagne a un’ora esatta dal mare.
Le sue chiese con preziose decorazioni in stile barocco. Saint-Pierre e Saint Paul a Pedicroce, Notre-Dame-du Mont Carmel a Stoppia Nova, per esempio. E poi il magnifico convento di Alesani.
Ora, a distanza di quattro anni. il santuario della Mentorella, abbarbicato sulla roccia a strapiombo sulla Valle del Giovenzano. Tivoli come punto di riferimento.
Le Superga rosa silenziosamente assenti nel primo viaggio, poi a lungo misteriosamente introvabili.
Come ad un valzer vivace, si destano e fanno la loro prima uscita nella serenità primaverile che non rinnega nè rimpiange.
Hanno camminato spedite lungo viottoletti insidiosi, sicure sopra l’erba, un paio di volte, incespicando, una mano e un abbraccio le trattengono ben salde al suolo.
L’anima leggera lassu’con il respiro un po’ affannato, nel vento, aliante sopra la vallata.
Nessun pensiero, solo una magnifica sensazione di esserci e non esserci, insieme.

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