APPELLO URGENTE PER LA PALESTINA
Raccolta straordinaria di fondi per l’emergenza sanitaria nella Striscia di Gaza
A 11 giorni dall’avvio dell’offensiva militare israeliana sulla striscia di Gaza il bilancio è di oltre 600 vittime, tra cui 195 bambini, e di più di 2700 feriti. 250 persone hanno bisogno di cure urgenti per sfuggire alla morte perchè gravemente ferite. Mancano però i principali strumenti medici per affrontare la crisi. E’ un bilancio di morte che purtroppo si ingrossa minuto per minuto e che rende sempre più urgente una sospensione delle operazioni militari e sempre più necessari gli aiuti umanitari. Il sistema sanitario è ormai al collasso ed un milione e quattrocentomila esseri umani hanno bisogno di un immediato aiuto dall’esterno.
Medici per i Diritti Umani, organizzazione umanitaria italiana e membro delle rete IFHRO (International Federation of Health and Human Rights Organizations), sostiene l’intervento sanitario d’urgenza portato avanti dall’associazione partner Physicians for Human Rights Israel nella striscia di Gaza.
A seguito dell’emergenza umanitaria attualmente in corso servono urgentemente 700 mila dollari per rispondere alle più urgenti richieste che provengono dagli ospedali di Gaza, prima di tutto materiali e strumenti di prima necessità come macchine per radiografie, camici, medicinali essenziali e di urgenza, 93 strumenti di laboratorio, rasoi elettrici per i pazienti, carrelli, letti, kit per la sterilizzazione, aghi, fasciature, anestetici, cateteri, gas medici, monitor portatili, tubi endotracheali, laringoscopi e bombole di ossigeno. Il minimo per dare una risposta all’emergenza sanitaria che ha portato ad una sospensione delle cure per tutti gli altri pazienti (malati di cancro, cuore e di altre malattie croniche ecc.)
Physicians for Human Rights Israel e Medici per i Diritti Umani si appellano alla generosità di tutti coloro che vogliono sostenere concretamente il diritto alla salute e il diritto alla vita della popolazione civile di Gaza
E’ possibile inviare un contributo monetario direttamente all’associazione israeliana, nostra partner, con bonifico bancario a:
Destinatario : Physicians for Human Rights-Israel – Banca: Hapoalim #12 –Agenzia: Hashalom #662 – Indirizzo: 106 Levinski Street, Tel Aviv, Israel – Numero di Conto: 25938 – IBAN: IL-70-0126-6200-0000-0025-938 – SWIFT: POALILIT – PHR-Israel
Inviare anche una mail di pre-avviso a Gila Norich, Direttore dello Sviluppo: gila@phr.org.il E’ possibile contattarla anche telefonicamente al +972.3.5133.102 in Israele.
Per avere aggiornamenti sulla situazione a Gaza : http://www.phr.org.il/phr/

Le opinioni sulle radici e responsabilità, vicine e lontane e comunque complesse, di questa crisi sono comprensibilmente diverse ma a maggior ragione, proprio sulla base di quanto ci hanno insegnato analoghe situazioni, una informazione attendibile costituisce, costituirebbe, , oltre che un diritto-dovere, uno dei requisiti per organizzare interventi umanitari ed definire accordi politici.
E’ per questo che le restrizioni imposte alla libera circolazione dei giornalisti a Gaza sono gravissime anche se notizie ci arrivano da fonti autorevoli di informazione come i rapporti giornalieri sulla situazione stilati dal coordinatore umanitario dell’ONU, e quelli a cura dall’organizzazione israeliana “Medici per i diritti umani” di cui conosco alcuni medici di Firenze.
Queste due fonti sono concordi e descrivono una situazione di gravissima crisi umanitaria e di sostanziale ripetuta violazione delle Convenzioni internazionali.
La tragica, inaccettabile, realtà è che per i civili non sono sicure né le case né i rifugi offerti dalle NU. E una popolazione di un milione e mezzo di persone – anche a causa di criminale irresponsabilità dei dirigenti politici di Gaza, disposti a far trucidare il loro popolo ed a sottoporlo a estreme sofferenze piuttosto che trattare una tregua – è esposta a bombardamenti e combattimenti, aggiungendo alla paura e alla morte la carenza di acqua e di cibo.
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La storia, lo spartiacque delle Twin Towers, ed anche quella più recente, dovrebbe avere insegnato che queste azioni di guerra fungono da moltiplicatore dell’odio e danno nuova linfa al terrorismo, nell’area del conflitto come in tutto il resto del mondo
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Ciò detto? L’impotenza mi affligge.