‘la famiglia de’ gnocchi è
numerosa e così pure chi ne rivendica la paternità.’ Pellegrino Artusi
Il Lazio rivendica un diritto di “priorità”, tant’è vero che
a Roma gli gnocchi rappresentano il piatto tradizionale del giovedì, seguendo il detto
“giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato
trippa” .
E’ un detto all’incirca del secolo scorso che si associa alla tradizione cattolica del digiuno e comunque ad escludere la carne. Gli gnocchi sono un piatto molto nutriente e gustoso che predispone alla leggerezza del venerdì.
Giovedì gnocchi. Ma allora perché anche ‘Sabato trippa’?
Trippa e frattaglie sono le parti ‘a tirar via’ e i macellai che preparavano i tagli pregiati per il pranzo domenicale dei Signori pur di guadagnarci le vendevano a poco prezzo… ma si sa che la fame aguzza l’ingegno e soprattutto la trippa è diventava un piatto della tradizione romana gustosissimo di cui vi parlerò, appunto, un Sabbato.
Ero già grande, prima autonoma e poi successivamente con figlio ma ogni qual volta eravamo a cena da mia madre e lei mi chiedeva le nostre preferenze immancabilmente la risposta era: Glii gnocchi!
Mia madre non era una cuoca di quelle come vengono propagandate da tante trasmissioni; aveva imparato tardi a cucina per ‘necessità’ ma aveva molto ingegno e soprattutto senza leggere le ricette sapeva per tutto trovare la dose perfetta e aggiungere quel quid che rendeva ogni cosa ‘sua’.
Ecco! È mattina ho appena fatto colazione eppure è come se… eppure nessuno sta cucinando. Lei era insostituibile in tanti piatti sfiziosi; arrivavano all’improvviso e le bastava poco per soddisfare i nostri appetiti.
Giovedì gnocchi. I suoi gnocchi gioco forza ho imparato a farli. Un modo per stare ancora insieme. Bando ai sentimentalismi!
ingredienti per 4 persone
1 kg. di patate farinose; 110 grammi circa di farina bianca; 110 grammi circa di semola di grano duro; (se non volete usare la semola fate 300 grammi di farina bianca); 1 uovo; sale q.b.
preparazione
Lavate le patate (mai le novelle poco corpose) e mettetele a cuocere in una casseruola,quindi copritele con acqua fredda leggermente salata .
Quando saranno cotte,scolatele,pelatele e schiacciatele ancora calde con lo schiacciapatate,facendo cadere il ricavato sulla spianatoia.
Unite l’uovo, regolate di sale ed iniziate ad aggiungere le farine,prima quella bianca,poi quella di semola di grano duro.
Lavorate bene l’impasto fino ad ottenerlo uniforme e liscio; a questo punto ricavate tanti bastoncino della grandezza di un dito e da questi tanti pezzettini da 2 cm di lunghezza, distribuendoli sulla spianatoia ben infarinata e fate in modo che non si attacchino tra di loro.
Lessate gli gnocchi in acqua bollente,salata, cuocendoli per pochi istanti , a mano a mano che vengono a galla toglieteli con il mestolo forato e conditeli a vostro piacimento.
Le osterie romane generalmente li condiscono con un sugo molto ricco, possibilmente con qualche spuntatura di maiale ad insaporirlo. Un po’ grasso ma gustosissimo.
Io preferisco una leggera passata di pomodoro fresco, fatta cuocere max dieci minuti con un mazzetto di odori in una garza e poi condisco con tanto parmigiano (o pecorino).
Vi è venuta l’acqualina … coraggio è una preparazione semplicissima: le patate bollone da sole, impastare non è gran cosa, il sughetto anche lui va per conto suo e nei giusti tempi dunque…
Giovedì gnocchi…
mentre noi andiamo al parco: fa bene alla linea e predispone agli gnocchi !