lato b, sfaccettature

“Un fondoschiena veramente benfatto è l’unico  legame tra Arte e Natura” Oscar Wilde

Le violon d’Ingres, photo by Man Ray

manray

 

“Meglio una donna bassa con il sedere alto che una alta con il sedere basso”. Roberto Gervaso

Culo inguai(n) ato, Photo   ‘Vip’, 2015

Immagine

 

… back to Man Ray, disegno

A donna non si fa maggior dispetto
che quando vecchia o brutta le vien detto.
(Ludovico Ariosto)

PG-manRay

Tanto per cambiare un po’ di frivolezza.

Piccola notina a piè di pagina –

Man Ray, nato Emmanuel Rudzitsky (Filadelfia, 1890Parigi, 1976), è stato un pittore, fotografo e regista statunitense esponente del Dadaismo.   Pur essendo un pittore, un fabbricante di oggetti e un autore di film d’avanguardia è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista, avendo realizzato le sue prime fotografie importanti a partire dal 1918.

si può dire felicità?

“Un ragazzino solitario acquattato in un nascondiglio sotto un palazzo antico trova lì pure la storia, tiepida ancora, della guerra e dei bombardamenti.
Un portinaio lo nutre e gli insegna a giocare a carte e gli versa a cucchiaini il racconto di Napoli, insorta all’improvviso a scuotersi di dosso la polvere e gli schiaffi.
Una ragazza vuole da lui la verità del sangue.
La felicità è carica di agguato”.
Il giorno prima della felicità – di Erri De Luca

Con il suo modo di narrare talmente alt (r) o, la sua simbologia così forte,  “La felicità è carica di agguato” che  cattura , insinua in noi il dubbio che forse varrebbe la pena ritentare, tuffarsi nella mischia, e lasciare che l’agguato si consolidi in un accerchiamento, bòoccate le  vie di fuga, complice il languore che cede al suo abbraccio. Felicità.

Due parole (mie) su Erri De Luca con qualche attinenza a quanto accaduto giusto un mese fa a Parigi.
Lo scrittore è sotto precesso per «istigazione a delinquere» per parole dette il 1° settembre 2013 al quotidiano online «Huffington Post». Infatti, in una intervista disse queste parole: “la Tav va sabotata” diventando così uno scrittore alla sbarra su richiesta della procura di Torino.
Quale che sia l’esito giudiziario, la vicenda sembra assumere contorni surreali, in un momento in cui, purtroppo, si discutere di nuovo molto della libertà di espressione, ancora sotto shock per l’attentato alla rivista satirica francese Charlie Hebdo,

E’ stato chiesto a De Luca:
Lo scrittore è sempre libero di dire quel che vuole?
«Non mi disturba una condanna. Come scrittore ed essere umano misuro la libertà con me stesso, nel rapporto tra quello che dico e faccio».
La libertà di espressione non è soggetta a un principio di responsabilità?
«Altroché. Io lo esercito difendendo e onorando lo strumento che usiamo in questo momento, la parola».

Già ma in un grigio giorno di pioggia io volevo aggrapparmi ad un piccolo caldo brivido sussurando la parola f.e.l.i.c.i.t.à

C’est la vie (en rose)

Un dolce? Sì, grazie vorrei la vostra crema catalana’.

Un tuffo nel passato. Persa nel suo sapore, riconoscendone il gusto ad occhi socchiusi. La salivazione che aumenta e per un lunghissimo attimo niente e nessuno conta più. Tempo cristallizzato legato a quel rito che ci portava a scegliere sempre lo stesso finale. Un giuramento ed insieme minaccia che solo quando si e molto innamorati fa regredire a giochi di bambini un po’ petulanti: ‘No, questo è il nostro posto, con nessun’altro mai’. Non ieri sera dove in barba al mondo la crema catalana è tornata a far parte, lei sì, della mia vita.

💜💚❤

Ingredienti – 4 tuorli- 5 cucchiai di zucchero – 25 gr di amido di mais- 500 ml di latte – 1 stecca di cannella- scorza di limone- zucchero di canna La crema catalana è il dolce spagnolo che non va confuso con la creme brulèe francese! È un dolce da cucchiaio facilissimo da preparare (persino per me) ed è incredibilmente gustoso. Preparazione Dividete i tuorli dagli albumi. Montate i rossi con lo zucchero sino ad ottenere una crema soffice e spumosa. In un’altra ciotola mettete l’amido di mais setacciato e scioglietelo con due cucchiai di latte. Prendete quindi un pentolino e versatevi il restante latte e fatelo bollire con la buccia del limone e la cannella. Toglietelo dalla fiamma e lasciatelo raffreddare leggermente: versate quindi il latte nella ciotola con le uova e lo zucchero eliminando le scorze di limone. Mescolate con cura il composto, rimettetelo tutto nel pentolino e portate nuovamente a bollore per qualche minuto, mescolando la crema continuamente con un cucchiaio di legno. Travasate quindi il composto nelle coppette in cui servirete quella che sarà ‘la’ crema catalana. Lasciate inizialmente raffreddare a temperatura ambiente, poi mettete le coppette in frigo per circa 4 ore in modo che possa solidificarsi. Pochi minuti prima di servire la crema catalana, cospargete la superficie di zucchero di canna: con il grill del forno bel caldo caramellate lo zucchero che dovrà diventare marrone ma non dovrà bruciare. Lasciate raffreddare per qualche minuto per dar modo allo zucchero di solidificare e diventare croccante e voilà una paradisiaca crema catalana.   Un consiglio, mentre portate il cucchiaino alla bocca socchiudete gli occhi e assaporate Il retrogusto dolce ~amaro del caramellato che sale a pizzicarvi il naso:

c’est la vie (en rose)

cantata da Grace Jones : pare che youtube abbia dei problemi  😉 http://youtu.be/Ah2x1Enu7Go

come nelle epoche remote

Figli dell’epoca
Siamo figli dell’epoca,
l’epoca è politica.
Tutte le tue, nostre, vostre
faccende diurne, notturne
sono faccende politiche.
Che ti piaccia o no,
i tuoi geni hanno un passato politico,
la tua pelle una sfumatura politica,
i tuoi occhi un aspetto politico.
Ciò di cui parli ha una risonanza,
ciò di cui taci ha una valenza
in un modo o nell’altro politica.
Perfino per campi, per boschi
fai passi politici
su uno sfondo politico.
Anche le poesie apolitiche sono politiche,
e in alto brilla la luna,
cosa non più lunare.
Essere o non essere, questo è il problema.
Quale problema, rispondi sul tema.
Problema politico.
Non devi neppure essere una creatura umana
per acquistare un significato politico.
Basta che tu sia petrolio,
mangime arricchito o materiale riciclabile.
O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma
si è disputato per mesi:
se negoziare sulla vita e la morte
intorno a uno rotondo o quadrato.
Intanto la gente moriva,
gli animali crepavano,
le case bruciavano e i campi inselvatichivano
come nelle epoche remote
e meno politiche.

Il componimento è tratto dalla raccolta Vista con granello di sabbia di Wislawa Szymborska, Adhelphi Edizioni, 1998

Non è indispensabile essere ‘dentro’ alla politica o chiamarsene fuori, per capire che la vita che tutti viviamo è “un problema politico” :
“…Basta che tu sia petrolio, mangime arricchito o materiale riciclabile…”
indicano che tutto in noi ha una valenza politica che ci chiede di porci con consapevolezza di fronte ai problemi della vita, alle sue contraddizioni, di farci delle domande, di confutarle e alla fine di scegliere e quale che sia la nostra scelta essa “è” una scelta politica.

Wislawa Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) è una poetessa che amo molto e che ho scoperto troppo tardi . Negli anni quaranta la pubblicazione di un suo primo volume venne rifiutata per motivi ideologici: il libro, che avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1949, non superò la censura in quanto «non possedeva i requisitisocialisti». La sua prima poesia, Szukam słowa (Cerco una parola), fu pubblicata nel marzo 1945.
E morta nel febbraio del 2012 lasciandoci le sue bellissime poesie, lucide e attuali , senza ‘fronzoli’ come quella che ho scelto oggi.
Wislawa Szymborska è cresciuta negli anni della seconda guerra mondiale, ha lavorato e si è dovuta piegare per anni al socialismo, per poi prenderne le distanze negli anni successivi.
Nel 1996 ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà”.
Wislawa Szymborska non è una poetessa che si studia a scuola penso anche che passato il clamore del Nobel – quasi sconosciuta, come spesso accade soprattutto se si è donna – sia stata nuovamente ‘riposta sullo scaffale. Ed è un vero peccato.

slide02

Dimenticavo, ovvero WP ha saltato: è un uscita una biografia  su Wislawa Szymborska Cianfrusaglie del passato ad opera di Anna Bikonr e joanna Szczesna, Adelphi editore.

Manuale d’amore

Pene d’amore

bale

Il pene dei cirripedi, sottoclasse dei crostacei, è 30 volte più lungo del loro corpo (pochi cm).
Anche le LUMACHE BANANA a dimensioni non scherzano: lunghe 20cm, hanno un pene di 18.
Il primato più assoluto lo detiene la BALENOTTERA AZZURRA : 2,5 metri, il più dotato del mondo (meditate uomini…meditate…).

Amore e morte

ragno

Della Mantide religiosa si sapeva: mangia il maschio dopo l’accoppiamento perché ha bisogno di
proteine per produrre uova… ma anche il RAGNO DALLA SCHIENA ROSSA lo fa a suo rischio perché la sua compagna durante l’amplesso si ciba del suo stomaco e lui raramente sopravvive.

Do ut des

rana

Negli abissi marini, dove trovare un partner è assai difficile, la RANA PESCATRICE quando lo trova non lo molla più. Si chiama parassitismo sessuale: il maschio si attacca permanentemente alla femmina per succhiare cibo, in cambio le fornisce la garanzia dell’accoppiamento.

 

Tutti insieme appassionatamente

serp

Il SERPENTE GIARRETTIERA  preferisce il sesso di gruppo: quando arriva una femmina fino a cento maschi le saltano addosso aggrovigliandosi a palla. Vince un solo fortunato.
In Canada la stagione degli amori di questi serpenti è addirittura diventata  un’attrazione turistica.

La vie en rose

Le SCIMMIE BONOBO  sono “macchine da sesso” e lo fanno almeno una volta al giorno, sia etero che omosessuale, lo fanno in coppia, in gruppo o da soli e per vari motivi: per salutarsi, per rilassarsi dopo una fatica o per risolvere conflitti.
Questa iperattività li rende uno dei popoli animali più pacifici (non sarà, incede, che sono semplicemente sfiniti?).

Io ballo da sola

La LUCERTOLAdi WIPTAIL, ha imparato a riprodursi da sola sviluppando le uova senza fecondazione. Tipica di alcuni rettili, dei crostacei e degli insetti, la partenogenesi è stata osservata anche in alcuni tipi di squali.
Mai tra i mammiferi (anche se le donne …).

e INFINE

cuore

 

 

 

Il mio Pci – una scelta di vita

Taluni dicono un po’ puntando il dito che nei blog si scrive poco di politica in generale. Ancor meno ne parlo personalmente.

Ritengo che avere militato ancorchè a tempo pieno ma con stipendio equiparato alla categoria dei metalmeccanici prima e commercianti poi, con contributi dichiarati sul livello minimo sindacale, entrata per ‘scelta di vita’ nel mio Pci seguendo, dico io, il feretro di Enrico Berlinguer e vedendomi scippare via con sigle e sotto fronde sempre diverse la mia diversità di co.mu.ni.sta, ebbene pur non parlando di politica non accetto che questo fatto venga in qualche modo etichettato come qualunquismo o ancor peggio disinteresse.
A volte, in preda a manie di protagonismo, mal del nuovo 2.0, mi chiedo se anche io, con occhio ‘puro’ di chi c’era e senza interessi se non di passione, non debba scrivere di quanto è successo e mai trapelato per rigore e rispetto verso il Partito dal 12 novembre 1989. (Vi rammento che il 10 novembre 1989 crollava il muro di Berlino.)
Ho vissuto in primissima persona la deriva cui ci ha portato la ‘svolta’ della Bolognina voluta dall’allora segretario Achille Occhetto e apro parentesi: Antonio Bassolino telefonò cercando di mettersi in contatto con Pietro Ingrao ed essendo i cellulari di là da venire la ricerca passò mio tramite. Ingrao si trovava in Spagna ai funerali di Dolores Ibárruri Gómez, la Pasionaria , donna politica, attivista e antifascista spagnola.
Il segretario Occhetto aveva deciso da solo senza consultare la segreteria : e sul palco della Bolognina annuncia la svolta che preludeva al superamento del Pci e alla nascita di un nuovo partito.
Il 13 novembre Occhetto discusse la svolta con la Direzione del partito e chiese che il Pci promuovesse una «fase costituente sulla cui base far vivere una forza politica che, in quanto nuova, cambia anche il nome».

Soltanto il 14 Occhetto telefonò a Ingrao per spiegargli sommariamente di aver presentato una proposta complessiva, che i giornali avevano invece ridotto alla questione del nome. Gli chiede inoltre di non rilasciare dichiarazioni prima di aver letto la relazione, che gli sarà consegnata al suo rientro a Roma.

Da una comunicazione di Pietro Ingrao: «Ho letto la relazione del segretario, e non sono d’accordo. Esporrò le ragioni del mio dissenso al Comitato centrale lunedì prossimo».

Alle elezioni regionali del 6 maggio 1990 il Pci ottiene solo il 23,4% a fronte del 33,4% della Dc. Anche le iscrizioni sono in forte calo.
31 gennaio 1991, Si apre il XIX congresso, l0ultimo del Pci. Nasce il Pds e contemporaneamente dalla scissione Rifondazione comunista

Occhetto promette a tutti, in un testamento ideale da capo del Pci che muore: “Noi porteremo Gramsci con noi, nel nuovo partito cui diamo vita, lo porteremo nelle nostre menti e nei nostri cuori, e non solo per il suo grande pensiero, ma per le sofferenze che egli patì, per la volontà che mai l’abbandonò di lottare e di combattere per la liberazione umana….

Tutto il resto è Storia ma una storia tutta in discesa dove ì’compariranno correnti e spifferi.

E se mentre nel 1989 un giovanissimo Walter Veltroni tuonava ; “,,,noi non vogliamo arrivare al Duemila con Andreotti a Palazzo Chigi, abbiamo capito che era necessario un elemento di rottura..” …

chi governa oggi a Palazzo Chigi?

Tutto questo mutamento io l’ho vissuto in prima persona e, credetemi, se non voglio parlare di politica è perché ritengo che è meglio cucirsi la bocca e e chiudere le paratie del cuore per non provare dolore e sgomento.

ingrao

Pietro Ingrao e la sottoscritta a Rimini alla chiusura del XIX / XX Congresso del Pci

http://youtu.be/Ouy50ybg2Jk intervento di Pietro Ingrao

Si può essere buoni cittadini in mille modi perché ogni nostra azione è una scelta politica. Quanto alla politica tout-court non c’è più spazio per i cittadini, e azzardo, per le persone oneste. Siamo governati da una oligarchia ignorante e spocchiosa. Taluni dicono che ogni paese ha il governo che si merita.
Non credo se guardo ai tre governi che si sono succeduti senza elezioni.

C’est l’amour

Mio nonno sosteneva che ‘La Rondine è volage’ dando così una connotazione di leggerezza a mia mamma che davvero si chiamava Rondine.
Una semplicità spontanea che rendeva ogni suo pensiero un percorso da scoprire. Non una donna sprovveduta ma una donna che attraverso momenti molto difficili ha cresciuto tre figli come tre…gigli.

Molti anni fa io avevo una cagnoletta, volpina di pomerania, comprata a Portaportese da una vecchiaccia lurida e puzzolente che aveva trasmesso, lei, a tutta la cucciolata, la scabbia. Molto realisticamente il mio compagno disse un NO fermo. Poi la mediazione fù che se finito il giro del mercato la cucciola fosse ancora lì l’avremmo presa. E così fu. Questa è la storia di Wendy dai grandi occhi dolci.

Forse lo stesso anno, una coppia di amici dell’orvietano riuscì ad adottare un bambino di qualche anno, colombiano, che chiamarono Oscar che ora ha superato i 20 anni mentre Wendy che non c’è più è diventata Sally.

Era estate e mia mamma guardando i due, Oscar e Wendy, ruzzare sul prato da cuccioli qual’erano disse più o meno: “Due esseri diversi ma con la stessa grande fortuna di avere trovato l’amore”.
Si fece silenzio, il paragone spiazzo un po’ i novelli genitori, anche i mie fratelli ebbero poi a ridire.
Io no, trovai bella e naturale la riflessione di mia madre.

Al parco con Sally mi capita spesso di vedere passeggiare persone che hanno due cani l’uno ormai vecchio e acciaccato e l’altro giovanissimo e la motivazione è che cosi’ placheranno un po’ il dolore della morte del cane più vecchio con un suo cucciolo o cmq non sentiranno quel grande vuoto che il loro amico lascerà. Una sorta di staffetta amorosa per vincere la separazione che non potrà essere evitata.

Ieri sera ho letto un articoletto:

“Il bebè simbolo della riconciliazione tra USA e Cuba
“Dietro il disgelo tra i due Paesi c’è anche una storia d’amore.Quella del cubano Gerardo Hernàandez, 16 anni prigioniero in Usa per spionaggio, che è riuscito ad avere una figlia da sua moglie grazie alla fecondazione artificiale, lui in America e lei a Cuba. La Casa bianca autorizzò l’invio dello sperma. Poco dopo la nascita della piccola Gema è finito l’embargo e Gerardo ha potuto riabbracciare la moglie Adriana e la sua bimba dopo 16 anni.”

Una nascita telecomandata.
Una bimba nata per riempire il vuoto di un’assenza non è forse come pensare ad un cucciolo per tempo?