Spartacus, morire per la libertà

Il PC poggiato sulla sedia, l’arietta fresco della mezzanotte d’estate, il blu cupo della notte macchiettato di pentolini luminosi che chiamiamo stelle, è piacevole guardare  dvd di vecchi film del secolo passato, senza effetti speciali,  quando lo schiocco delle frustate ed i segni al pomodoro rigavano le schiene veraci e possenti di attori come Charton Heston  e Kirk Douglas.

Dunque, eccoci pronti a gustare Spartacus, dove  Stanley Kubrick, più che ispirarsi  ai testi classici  si richiama al romanzo di Howard Fast del 1952   (io come un incubo, invece,  ne ricordavo le terrificanti versioni in italiano dal testo greco  di Appiano e un breve cenno tratto dai libri di storia.

Spartacus non e’ unicamente ‘un’ film di Kubrick. E’ ‘il’ film che segna il ritorno sulla scena (1959) di Dulton Trumbo, importante sceneggiatore progressista costretto all’inattività dalle liste nere maccartiste.  Il film fortemente voluto da Kirk Douglas (grande!), si inserisce perfettamente nel contesto politico-sociale americano di quegli anni di repressione culturale e Douglas interpretando il ruolo del protagonista, dà ‘corpo’ (e che corpo!)   alla  battaglia  liberale e progressista degli studios hollywoodiani. Dunque, l’argomento scelto  non poteva essere più calzante: lo schiavo-gladiatore Spartaco che, negli anni 73-71 A. C., guidò la piu’ imponente e pericolosa ribellione di massa (si calcola fossero circa 70.000 uomini) contro la repubblica di Roma, mettendo la penisola a soqquadro sconfiggendo numerose volte gli eserciti romani  prima di venir definitivamente sconfitto da Crasso  che fece crocefiggere i 6.000 superstiti lungo la strada da Roma a Capua.  

Il corpo di Spataco non fu mai trovato ma la sua figura venne riletta anche in  chiave marxista ( utilizzando una citazione di Marx stesso in una lettera a Engels) come il primo vero e proprio tentativo di rivoluzione classista determinata dalle disumane condizioni di schiavitù, e Spartaco fu innalzata a simbolo del proletariato.

 “Alla sera leggo per sollievo le guerre civili di Appiano nel testo greco originale. Libro di gran valore……Spartaco vi figura come il tipo più in gamba che ci sia posto sotto occhi di tutta la storia antica. Grande generale, carattere nobile, real rapresentative dell’antico proletariato.” Karl Marx

Il mare di Albert Camus (pensando a Ranafatata)

 

 

 

“Sono cresciuto sul mare e la povertà mi è stata fastosa, poi ho perduto il mare, tutti i lussi mi sono sembrati grigi, la miseria intollerabile. Da allora aspetto. Aspetto le navi del ritorno, la casa delle acque, il giorno limpido. A mezzogiorno. sotto un sole assordante, il mare, spossato, si solleva appena. Quando ricade su se stesso, fa sibilare il silenzio. Dopo un'ora di cottura, l'acqua pallida,  grande lacrima di latta orroventata, crepita, fuma e finalmente brucia. Fra un istante si volterà  per offrire al sole la sua faccia umida, adesso nelle onde e nelle tenebre

foto sherazade, estate 2010: Tramonto a Passoscuro

"Alto mare. Il sole scende, viene assorbito dalla bruma assai prima dell'orizzonte. Per un breve istante il mare è rosa da un lato, azzurro dall'altro. Poi le acque si incupiscono. La goletta scivola minuscula sulla superficie di un cerchio perfetto di metallo spesso e smorto. E quando è l'ora della pace maggiore, nella sera che si avvicina, sorgono dalle acque centinaia di marsuini, per un momento ci caracollano incontro, poi fuggono verso l'orizzonte senza uomini. Partiti loro, è il silenzio e l'angoscia delle acque primitive."

 

"velocemente  da nessuna parte" un titolo, un libro che riassumono un po' il mio girovagarmi dentro, tra spiagge e mare,  alla ricerca di un equilibrio da ballerina.

(Resto ancora qualche giorno in questo mio stato altalenante e poi..settembre:  tutto come se..

In una notte di mezza estate

 

 

 

l'Italia non è un paese multietnico.ancorchè molti di noi siano, chi più chi meno' coloured' in questa stagione, i nostri politci soprattutto, lo avete notato? eppure Tutto il mondo è paese nel linguaggio dei sentimenti)

Cesaria Evora,, grande cantante capoverdiana, ma  quanti tra noi conosco sia il suo altissimo livello artistico sia il suo grande impegno a favore della sua terra?

Senza casse di risonanza (come molti suoi colleghi), gira il mondo la "diva dai piedi scalzi", leggera, non più  fanciulla, con la sua voce e il suo sguardo che ti squagliano il cuore, porta avanti il suo impegno di ambasciatrice Onu contro la fame nel mondo.

Due canzoni, per chi non la conoscesse, la prima che racchiude i suoni della sua isola e la seconda…ohoh un ”Besame mucho” da brividi.

Profumo d’estate, sentimenti che evaporando si spandono.

 

 

Hiroshima (mon amour)

 

 

 

 

 

 

 Il 6 e il 9 agosto (era il 1945) vennero sganciate dagli americani , prima su Hiroshima e tre giorni dopo su Nagasaki,le prime due bombe atomiche che inaugurarono (dolce eufemismo!) la stagione delle armi atomiche e videro la contrapposizione forte tra le due superpotenze (Usa e Urss)  basata sulla deterrenza della distruzione totale.

A distanza di 'solo' 65 anni da quell'immane ecatombe di morti, e deturpazioni permanenti nelle generazioni che seguirono, l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale sul problema del nucleare è scesa anche se i pericoli sono aumentati e la corsa al riamo nucleare, al suo utilizzo a fini 'domestici' è di nuovo nell'agenda di molti paesi.

Alla commemorazione annuale, per la prima volta (Obama docet?), tra le molte personalità politiche era presente anche  l'ambasciatore John Roos, in rappresentanza degli Stati Uniti. 
Alla commemorazione, per la strage alla stazione di  Bologna, il 2 giugno, nessuna rappresentanza del nostro governo perchè, questa la motivazione,  sapevano che sarebbero stati contestati.

Voglio scendere un attimo dal mio limbo e estraniarmi anche dalle nostre (importantissime) beghe italiote per ricordare il grande valore di ogni singola forma di vita, umane e non, e il nostro dovere a far sì che venga rispettate.

Noi stesse ci rendiamo conto
Che quello che facciamo è solo
Una goccia nell’oceano.
Ma se non ci fosse quella goccia,
all’oceano mancherebbe quella goccia
perduta. Non dobbiamo pensare
in termini di numeri. Siamo in grado di
amare solo una persona alla volta.
Madre Teresa di Calcutta