Decresciamo felicemente

Ho visto la fotografia di un pallone rudimentale fatto di stracci intrecciati strettamente tra loro.
Mi sono tornate alla mente vecchie fotografie in bianco e nero dell’Italia dei primi anni cinquanta.
Questo pallone qui era stretto con orgoglio da un ragazzinetto, gambette esili, mal vestito di un oggi così lontano dall’immagine ‘griffata’ dell’opulenza di quello stile di vita che in mo(n)di diversi ci siamo assoggettati a rincorrere.
Ho ripensato ai molti ragionamenti che in primis l’economista Serge Latouche porta avanti da anni sulla fine delle risorse e sulla necessità di reinventare un mondo diverso partendo da una ‘decrescita felice’.

Già, basta  la forma di un pallone rudimentale per fare due più due, guardare a questo Natale che si sta avvicinando timidamente vergognoso perché sarà molto più povero per molti, troppi, di noi.
Lo sarà per molti bambini o giovinetti che si aspettano l’i-pad o l’i-qualchecosa e molti genitori non saranno in grado di dire loro, di spiegare loro che, forse, qualcosa deve cambiare, cambiare in meglio e che questa Natale, soprattutto, sarà il passaggio obbligato verso un futuro migliore.

25 novembre per le donne con le donne

 25 novembre,  Giornata internazionale per
eliminare la violenza sulle donne

Nell’ultimo anno dello scorso millennio, il 1999, l’Assemblea Nazionale delle Nazioni Unite ha designato il25 Novembre come Giornata Int.le per l’eliminazione della violenza contro le donne.
L’ONU ufficializzò tale data su segnalazione di un gruppo di donne attiviste Latinoamericane e dei Carabi in ricordo del brutale assassinio, avvenuto nel 1960, a opera del dittatore latino-americano Rafael Trujillo, delle tre sorelle Mirabal mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione. Esse furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio Militare di Intelligenza, furono torturate, massacrate a colpi di manganelli e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente

In Italia la prima volta che venne ricordata la data del 25 novembre fù nel 2005 per iniziativa di vari centri anti-violenza e di Amnesty Internazional.

Corpo di donna…
Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un’arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.
Ma viene l’ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d’assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.
Pablo Neruda

L’appetito vien guardando

Un ultimo scroscio di pioggia e una folata di vento freddo a spazzare il cielo,  cosa c’è di meglio dell’ uscire mezz’ora prima un po’ di corsa prima che il pallido sole cambi idea?  Una sosta al mercato di Val Melania;  riempirsi gli occhi prima ancora delle buste di colori che spaziano dal giallo ocra della zucca, i mandarini e gli aranci, al candore dei finocchi, al verde cupo degli spinaci. e le puntarelle? e primi mazzi di carciofi? Pensare all’improvviso a una consolatoria morbida zuppa per cena.
E intanto il tempo vola e devo andare in ufficio.
Scendo a piazza San Silvestro e paffete zigzagando arrivo a via della Croce e mi trovo di fronte al buchetto della pescheria di Giacomo. Pesce poco ma cozze a suo dire ‘na meraviglia. Costicchiano ma noi siamo in due, un chilo basta.
Zuppa di fagioli e cozze.
A causa della mia poca destrezza e semplificando in difetto gli ingredienti inizio.
Dosi per 2/4 persone.
°  300 grammi di fagioli (io uso quelli surgelati che non si devono mettere a bagno x ore)
°  Una carota, una cipolla, una grossa patata, un gambo di sedano,  aglio,  un barattolo      di passata di pomodoro, olio qb
°  4 fette di pane casereccio
°  1 kg di cozze
Per il brodo soffriggere le verdure tritate finemente
Aggiungere circa 1 l e 1/5 di acqua con la passata di pomodoro e la patata. Portate ad ebollizione
Versate i fagioli e fate cuore circa mezz’ora a fuoco basso mantenendo il bollore.
Tirate fuori la patata, schiacciatela e rimettetela nel brodo in modo che gli dia consistenza.
Nel frattempo in una padella con poco olio uno spicchio di aglio (dopo averle ben lavate) mettete le cozze. Fatele aprire,  levate ad ognuna il mollusco lasciandone però integre una dozzina.
Spegnete il brodo, versatevi le cozze sgusciate, lasciate riposare per qualche minuto.
Nei piatti fondi mettere la fetta di pane abbrustolita (forno o tostapane) versate la minestra nei piatti, guarnite ogni porzione con le 3 cozze intere, un ciuffetto di prezzemolo e un filo di olio,
Credetemi è da leccarsi i baffi.

Buona cena, e un brindisi con un buon rosso che non è vero si sposi male con il pesce (mi son sposata assai peggio io nonostante le più rosee preVISIONI.
Panta rei e  Bon appetit!


‘…lacrime nella pioggia…’

‘Once upon a time’ gli uomini (e le donne) nel tentativo di salvarsi correvano verso la terra ferma, nelle grotte, nelle foreste, poi si costruirono dei rifugi, poi ..poi…
La terra di oggi trema mentre valanghe di acqua, detriti e fango si riversano nelle case, tracimano alberi, esseri umani e tanti animali cui nessuno fa cenno come se non fossero anche loro in grande sofferenza, spesso impastoiati e impossibilita a tentare una fuga, oppure allo sbando in spazi inimmaginabili per loro costretti in stabulari, in gabbiette 4×4.  Finalmente liberi,  liberi di morire senza che la loro morte produca ‘richezza’, un passivo invisibile rispetto al capannone che crolla.
E a dispetto di tutto ciò nulla viene fatto seriamente,  definitivamente,  da chi sarebbe preposto a tutelare la salute del pianeta,  di noi tutti esseri viventi.
Restano le lacrime, lacrime nella pioggia.

Il mio premio è esserci

E’ tempo di raccolta e per la blogsfera di ricevere ma soprattutto di elargire  premi.

Gli ultimi in ordine di  tempo il Wonderful Team Member Readership Award”,  quanti ne conoscono la traduzione italiana?,   “Il Blog 100% affidabile”,  qualcuno mi illumini sul senso – in questo caso – di ‘affidabile’, e poi il  terzo: il Reality Blog Award,  cui ogni blog deve ispirarsi : “Reale, Energetico, Divertente, Bello,  Stimolante, Toccante”.  Scusate chi si metterebbe a leggere più di una volta, essendoci capitato per caso,  qualcosa che a suo personalissimo giudizio non corrisponda a questi desiderata ed invece lo vorrebbe “Scurrile, Hard, Politically scorrect”?  Giusto un autolesionista.

Dopo di che ci puo’ stare di tutto.

 Il Premio prevede, inoltre,  che si debba rispondere a cinque domandine piccine picciò che a me son parse carine nella loro leggerezza e che sono state prese senza alcuna immaginazione da quelle poste a rotazione  a personaggi vagamente noti,  dall’inserto Donna de La Repubblica.

Ve ne sottopongo alcune a caso e sta a voi giocare,  gratis et amore dei.

Che cosa ti ha spinto, e oggi ti motiva, ad avere un tuo blog? (La mia risposta è: la condivisione)

Se tu fossi un libro, quale libro saresti?  (Anna Karenina)

Se tu potessi essere qualcun altro per un giorno, chi vorresti essere?  (a pari merito SpartacusMadame Curie)

Cosa  ti spaventa davvero? (la solitudine “Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera”, Salvatore Quasimodo)

Chi senza ordine di tempo o ruolo salveresti e chi butteresti giù dalla torre?  (Mahatma Gandhi  e Adolf Hitler)

A voi cimentarvi, per il mio e il vostro piacere.

à but de foufle

Finiti gli effetti benefici delle vacanze nel senso che ci si è mossi un pochino di più, un tuffetto al mare ‘dietro l’angolo’ ce lo siamo anche fatto, una gitarella ‘fuori porta’ a mangiare la porchetta di Ariccia è stata assolta nel piacere del cielo stellato e del venticello notturno…quell’ottimo gelato si è subito tramutato in sudore grondante, ebbene ora dobbiamo porci serenamente di fronte all’abito o i pantaloni invernali riprendendo a fare un po’ di moto, a piedi o pedalando (senza fretta io e te) o valutando altri esercizi – dicono gli esperti – a seconda della tipologia fisica.

Fisico a forma di mela: chi ha un fisico a mela, con un girovita pronunciato, deve privilegiare gli sport aerobici come la corsa che aiuta a bruciare il grasso in eccesso e a modellare la forma del corpo. Per modellare invece la parte inferiore del corpo si consigliano i pilates.

Fisico a forma di pera: chi ha il fisico a forma di pera, con fianchi e fondoschiena pronunciati deve concentrare il proprio allenamento su questi ultimi. Gli sport consigliati sono ciclismo, striding e squat.

Fisico a forma di clessidra: ovveroil fisico girovita stretto, fianchi e spalle della stessa grandezz, siete fortunati. Non è necessario concentrarsi su una specifica parte del corpo, per cui è possibile spaziare a piacere tra corsa, nuoto fino all’ aerobica.

Fisico a forma di banana: cioè chi ha un fisico magro e privo di forme deve puntare a tonificare i muscoli per impedirne il rilassamento. Molto indicati in questo caso sono nuoto, yoga e danza.

Io all’origine mi definirei una bella clessidretta, pratico pilates per la schiena, e a turno tone-up, o striding o , adesso va per la maggiore zumba. Da anni sono una forte sostenitrice delle 2 o 3 fatiche settimanali in palestra. Non tanto una questione di estetica ma sopratutto un metodo per mantenere il corpo agile e la muscolatura ben tonica.

Voi care amiche che di qui passate che ne pensate?

Per gli uomini nessuna indicazione o sono irrecuperabili o irrimediabilmente perfetti. Chissà!

working on a dream

Il clima si fa teso nell’incertezza.
L’America va alle urne con due candidati che a sondaggi alterni sono più o meno alla pari e dunque l’esito è, potrebbe ribaltarsi, a favore dell’uno o dell’altro.
L’uno è l’attuale Presidente Barak Obama, l’altro il ricco magnate nell’ordine dei 300milioni di $, Mitt Romney.

Ricordo l’ansia e le aspettative che noi italiani ‘di sinistra’ riversammo sulla figura di Obama quattro anni fa.
Dopo l’era dei due Bush finalmente guardavamo ad un Presidente di sinistra. Ci prendevamo una rivincita morale nell’Italia berlusconiana. Obama non ha mantenuto tutte l sue promesse ma certamente in politica estera è stato un grande mediatore. Ha preso un Paese piegato da una crisi economica che si è riverberata su tutto il mondo eppure ha difeso l’istruzione pubblica, l’ambiente, la sua riforma sanitaria (stenuamente ostacolata dai repubblicani) si basa su sacrosanti criteri di giustizia sociale. Non è un caso (mal gliene incorse) che Romney abbia detto sprezzatamente che il 40% della popolazione americana è costituita da parassiti.

Avendo vissuto e studiato negli Stati Uniti, a New York, e anche dalle sensazioni che ho riportato negli anni successivi, io credo che oggi il popolo americano sia anagraficamente cambiato, si sia sensilizzato oltre alle apparenze al ‘bene comune’ e che dunque sia più vicino alle posizioni di Barak Obama che ha vinto il primo mandato a dispetto della sua razza: in parte nero e in parte bianco con il problema, quindi, di farsi accettare dai neri e dai bianchi,

Credo che una seconda chance gli sia dovuta perché a parere dei più, anche e soprattutto dei disillusi, degli scontenti, le idee e le politiche di Romney porterebbero l’America indietro di cent’anni.

Ed io mi fermo qui, non ho pretese di politologa. Amo l’America, è un bellissimo paese. Non posso non tornarci e provare ogni volta il batticuore vedendola avvicinarsi nell’atterraggio. I suoi scrittori, la sua musica, sono legati agli anni della mia formazione. In Italia c’erano i cantautori, l’inossidabile ‘molleggiato’ Celentano, io scoprivo la musica di Patti Smith e di Dylan e di quel grande istrione, bellissimo,  Bruce Springsteen “The boss”,  sdraiata sull’erba di Central park, cantavo con loro e inseguivo con lo sguardo i minuscoli scoiattolini grigi che saltavano di ramo in ramo. Il mio primo amore….omissis…eppure eccomi qui.