Ultimo colpo di coda per chiudere questa strana estate che ha portato poco sole e tante nuvole e, anche dal punto di vista politico nessuna schiarita ma anzi con la forte probabilità di un ‘autunno caldo’.
Dunque senza allontanarmi troppo mi sono spiaggiata in una nota località del litorale romano dove c’è un mare incredibilmente blu e qualche stabilimento ,diciamolo, esclusivo e esclusivo per me significa niente casino, possibilità di prendere il sole, fare il bagno, leggere, insomma stare in santa pace. Silenzio parlano le onde.
Poca gioventù. Signore di mezza età ben tenute anche con l’aiutino di qualche tagliando dal chirurgo plastico; mariti tondeggianti la crapa pelata e quel tanto di pancetta che definisce lo status di un portafoglio ben messo.
A metà pomeriggio passano davanti a noi tutti due belle ragazze senegalesi (penso io perché i corpi alti e slanciati il viso dai tratti gentili mi ricordano il senegalese per eccellenza, grande musicista e cantante impegnato politicamente nel e per il suo Paese, parlo di Youssou N’Dour dal 2012 ministro della cultura).
Questi due giunchi in pantacollant colorati ridevano eccitati forse perché la giornata era andata bene oppure perché almeno per oggi avrebbero smesso di intrecciare stupide treccine a annoiate bagnanti in vena di stranezze.
Erano già passate oltre quando sento dietro di me come in un sospiro lamentoso uscire queste parole dalla bocca di una attempata romana che si e no era alta una spanna e pesava quanto le due ragazze messe insieme:
“essì! c ’ hanno proprio la faccia da scimmiette, porelle!”.
Ecco. Se crediamo che l’italiano medio non sia razzista e che il razzismo sia frutto di una società conflittuale e ignorante che tira una banana, per dire l’ultima, a un giocatore n.e.r.o, bene NON è così.
“I feel like a bird today
I’m gonna show you, I’m gonna make it
Set me free”