Questa tenera Sherazade non è mia ma l’ho tra-fugata dall’etichetta di una notissima azienda vinicola siciliana che mi offre una perfetta occasione per un piccolo brindisi con voi (e chi non beve con me … s’ inebri della sua fragranza) . A bientôt mes ami(e)s !
Teniamoci stretti anzi strettissimi grati di quel che abbiano lasciando da parte falsi moralismi.
La felicità è qualcosa di grandioso, incommensurabile per chi riesce a non farne un feticcio irraggiungibile.
La felicità è oggi – primo giorno di Primavera (che poi sarebbe stata ieri per una serie di calcoli astrali), – quell’inpercettibile desiderio di pettinare con le dita a rastrello le margheritine ingarbugliate dalla pioggia e dal vento.
La felicità, quella vera, quella del profumo del pane appena sfornato, dei primi cinguettii, della camicetta scollata, è anche un po’ bastarda perché ti pone di fronte a quel tarlo che rema contro e ti ricorda di quanti apprezzerebbero ed invece sempre più sono condannati a desiderare uno straziante silenzio tra la raffica di una mitragliatrice e una bomba che esplode, le urla concitate degli aguzzini i gemiti e le preghiere delle vittime che finalmente trovano una collocazione attiva nelle società esercitando (a loro insaputa) un mestiere non so quanto a loro stessi allettante. Indietro non si torna. Mestiere a tempo indeterminato, nessun licenziamento per giusta causa.
“La vittima, che è diventato un mestiere… questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”.
Questo l’exploit dell’ex brigatista Barbara Balzerani, condannata a 30 anni di galera, direttamente implicata nel sequesrto e nell’uccisione del Presidente Aldo Moro, Mai pentita (e lo si capisce).
Una donna arida come un sercio, arrogante. Non che le donne quando ci si mettono, e se ci si mettessero, siano migliori degli uomini ma questo cinismo mi è repellente perché ‘la’ vittima porta con sè un sacco di implicazioni, si incatena indissolubilmente con la sottrazione di sé e al dolore che procura a quanti l’ hanno amata o semplicemente stimata. Il mestiere della vittima e il suo fiorente indotto.
Due giovanissime donne di vent’anni l’una e trentuno l’altra sono state uccise dai loro compagni in quest’ultima settimana a ridosso della nuova luminosa stagione.
La vita rinasce in Primavera, I ciliegi e la strabiliante bellezza della loro fioritura sono un rito molto seguito in Giappone eppure le nostre donne – mi limito a parlare di loro – sono subito ciliegie: una tira l’altra ma senza felicità. Vittime.
Desiderio delle tue mani chiare
Nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
(Salvatore Quasimodo)
Oggi
C’è un albero dentro di me
Trapiantato dal sole
Le sue foglie oscillano come pesci di fuoco
Le sue foglie cantano come usignoli.
(Nazim Hiknet)
L’inizio di domani
In me il tempo rimane
Come una rossa rosa odorosa
Che oggi sia venerdì domani sabato
Che il più di me sia passato che resti il meno
Non importa
(Nazim Hikmet)
Un’estate fa (già domani
Notti selvagge – notti selvagge! Fossi io con te
notti selvagge sarebbero
la nostra estasi.
Futili – i venti –
per un cuore in porto –
non serve la bussola
non serve la mappa.
Remare nell’Eden –
il mare!
Potessi ancorare – questa notte –
in te!
(Emily Dickinson
Ultimi colpi di coda di un inverno sempre per me troppo lungo, Piove. Il tentativo di farsi spazio tra il terreno fangoso ha sfinito le prime margherite nate avvizzite.
Dai! Buon fine settimana, una tisana profumata magari davanti un dvd – conoscete La signora dello zoo di Berlino oppure un nuovo/vecchio di qualche anno Figlio di nessuno – ma mi raccomando tiemoci strettistretti anzi strettissimi.
Nella primavera di sedici secoli fa, ad Alessandria d’Egitto, una donna accusata di eresia, poiché si dedicò alla relazione tra filosofia e scienza e per prima intuì che i pianeti compiono un’ellissi intorno al sole, fu assassinata. Fu aggredita per strada, spogliata nuda, trascinata nella chiesa «che prendeva il nome dal cesare imperatore», il Cesareo, torturata brutalmente prima di essere finita.
“Se mi faccio comprare, non sono più libera, e non potrò più studiare: è così che funziona una mente libera” (Ipazia, 370 d.C. Alessandria d’Egitto, figlia di Teone di Alessandria in Ipazia Vita e sogni di una scienziata del IV secolo)
Ipazia fu matematica, astronoma, sapiente filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica maestra di pensiero e di comportamento tanto da accecare d’invidia il vescovo Cirillo, che ne decretò la morte che invece di cancellare Ipazia dalla Storia la fece rivivere in eterno nella fantasia di poeti e scrittori di tutti i tempi. Fu, giustamente molto celebrata e idealizzata, a volte in modo mistificatorio aggiungendo o togliendo qualche tassella. Della sua vita si è detto di tutto, soprattutto della sua barbara morte: aggredita, denudata, dilaniata, il suo corpo fu smembrato e bruciato sul rogo. Fautori furono i paraboloni, fanatici esponenti di quella che da poco era diventata la religione di stato nell’impero romano-bizantino: il cristianesimo giust’appunto nel marzo del 415 dc!
Ipazia è stata una figura di donna ( e non è stata certo l’unica né – purtroppo – lo sarà) che sin dall’antichità non ha smesso di far parlare di sé e di proiettare la luce del suo martirio sulle battaglie ideologiche, religiose e letterarie arrivate all’oggi,
8 marzo 2018
giorno nel quale mi fa piacere regalare a tutte e tutti voi questo libro della storica e filologa Silvia Ronchey
Si tratta di un libro importante ed interessante soprattutto perché le notizie dirette sulla vita di Ipazia sono alquanto scarse: le due principali fonti antiche sono la Storia Ecclesiastica di Socrate Scolastico e gli scritti di Damascio, filosofo neoplatonico vissuto un secolo più tardi. Inoltre scritti di Ipazia sono andati perduti o incorporati in pubblicazioni di altri autori.
E poiché a ‘noi donne’ non si può dire di no, vi segnalo anche un bel film del 2009 di un regista con i fiocchi Alejandro Amenàbar ( Vanilla sky, Il mare dentro, The Others ed altri) : Agora interpretato dalla bellissima e brava Rachel Weisz, negli ultimi mesi molto attiva nel movimento hollywoodiano #metoo, nelle vesti di Ipazia. L’uscita del film in Italia fu ritardata di circa un anno perché ‘pare’ vi fossero delle resistenze da parte del Vaticano: infatti nonostante fosse stato riconosciuto il mandante della morte di Ipazia, Cirillo prese il potere su Alessandria ed in seguito, molto dopo in effetti, fu nominato santo e dottore della Chiesa e in particolare ‘dottore dell’incarnazione’ il 28 luglio 1882.
8 marzo 2018
A Roma è una bella giornata di sole ed io mi ricordo bambina con i fiori messi nei capelli e mia mamma e le altre donne per un giorno, almeno per un giorno, in corteo ballare spensieratetete.
Teniamoci strettestretteanzistrettissime
(ci può essere allegria nella consapevolezza del male e nella condivisione del dolore)
«In Italia, la strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come» Pier Paolo Pasolini nasceva oggi nel 1922
“Mi stava stretto che le donne non potevano fare qui non potevano fare là… quando hanno dato alle donne il permesso di votare per me è stata una conquista straordinaria e ci sono andata con gioia: andavo a votare come donna.. ho capito l’ importanza della Repubblica…”
Ecco perchè seppure con moltissime incertezze e pressocchè nessuna convinzione andrò a votare: non posso cedere e rendere vane le conquiste di queste ragazze del ’46, mia mamma era più giovane ma non da meno, sulle quali ho modellato il mio essere donna e cittadina.
Vi prego di ascoltare questa bella intervista ad Alberta Levi, 96 anni, che ripercorre la sua lunga vita e sopratutto, con grande pacatezza e precisione gli anni del fascismo, facendoci capire quanto l’antifascismo anche oggi sia un valore da preservare così come, in questo caso forse, il diritto/obbligo di votare.
Grazie e teniamoci strettistretti mentre fuori diluvia (bella la neve)
ps. Le ragazze del ’46 è un piccolo, pregevole, ciclo di interviste a cura di Rai3 tutte on line.