Blue I love you

Non riesco a leggere tanta spensieratezza e speranza in questa ricorrenza dell’ 8 marzo.
Anzi la pandemia che si prolunga da oltre un anno ( che ci dicono con i giorni contati  anche se non se ne vedono ancora segni tangibili)  ha scaricato sulle spalle delle donne, richiuse nelle proprie case con mariti o compagni, frustrazioni e violenze fisiche e psicologiche.
Ne so qualcosa anche  Io che continuo nonostante le restrizioni a collaborare con un associazione antiviolenza.  Confessioni cariche di pudore, la voce strozzata spesso dal pianto, i segni violacei di una manata sul viso … restare a distanza ad  ascoltare quando stringere le proprie mani alle altre darebbe  sollievo e coraggio a tanto sconforto.

Siamo state amate e odiate,
adorate e rinnegate,
baciate e uccise,
solo perché donne.
(Alda Merini)

Grande bagarre a Sanremo per Beatrice  Venezi,  la direttrice  di orchestra che ha rivendicato il suo ruolo di direttore:

“Importante è  essere qui a dirigere!”
Certo esserci,  donna,  esibendo (giustamente) un lungo abito da sera estremamente  femminile,  in un ruolo prettamente maschile. Dunque ‘direttore?
Luce  Irigaray nel suo saggio Parlare non è  mai neutro – che vi suggerisco – avrebbe evitato inutili prese di posizioni.   È  evidente che la lingua che parliamo tutti i giorni è costruita e pensata per gli uomini e  che di conseguenza  :
” il femminile  abbia spesso il sapore di un incidente di percorso, qualcosa che mina uno dei suoi princìpi cardine, l’economia, obbligando i parlanti e le istituzioni a incorrere in fastidiosi inciampi e indecisioni qualora debbano includere le donne in un discorso. Quanto sarebbe più facile poter parlare solo al maschile! In fondo si capisce che nel maschile sono inclusi tutti.”
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Piove a Roma! La pandemia nega gli abbracci, scomparse  le grandi gioiose manifestazioni, io qui sono per dirvi . . .
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Teniamoci strettestrette anzi strettissime ❣❣❣

il cinema e l’Olocausto – storie di bambini

Tra tutte le tante commemorazioni l’unica a cui veramente tengo è Il giorno della Memoria perché gli anni passano e per logica naturale quei pochi sopravvissuti se ne stanno andando e ancor più noi abbiamo il dovere di trasmettere la Storia.

Una testimone se ne è andata quest’anno Lorenza, Lori Mazzetti, figura eclettica di donna anche pittrice e scrittrice autrice de Il cielo cade (delicatamente autobiografico, edito dalla Sellerio) da cui è tratto il film.

Io sono stata per Lori la sua nipotina perché quando lei e la sua gemella Paola nacquero la mamma mori di pàrto proprio nei giorni della nascita della mia zia Mussi. I miei nonni e soprattutto mia nonna accolsero la richiesta del loro papà di accudire le bambine finché non si fosse sistemato … e fu così che crebbero fino agli 8 anni con la mia mamma e le mie zie! Il seguito lo scoprirete leggendo il libro o guardando il film!

Non permettiamo a vecchi e nuovi negazionisti di infangare la Storia .
Teniamoci strettestrettissimi ❤🌹

sherazade2011

Il 27 gennaio, come ogni anno, vogliamo ricordare e fare in modo che le nuove generazioni conoscano e4 non dimentichino mai la tragedia dell’Olocausto-Shoah.

Anticipo questa giornata perché desidero sottoporvi alcuni film che, forse incuriositi, vorrete cercare in rete con calma domani.
L’ordine è quello che io ho scelto per assonanze personali.
Ho parlato di bambini ma per fortuna il mondo del cinema – di cinema di cui parlo – è sempre stato sensibile e attento nel documentare dalle diverse angolature la tragedia immane quanto assurda che ha prodotto tanto orrore e strazio di vite umane.

Il bambino col pigiama – Berlino, anni Quaranta. Bruno è un bambino di otto anni e una passione sconfinata per l’avventura, che divora nei suoi romanzi e condivide coi compagni di scuola. Il padre di Bruno, ufficiale nazista, viene promosso e trasferito con la famiglia in ‘campagna’ o meglio a dirigire un campo di…

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Folate di vento

Un lettino. Un cappuccino  freddo consumato al bancone, una brioche da portar via.

Questo il mio rituale di ‘una giornata al mare’.

Verso le 11 un languorino e lei si materializza dalla borsa fragante , se potesse,  conscia del suo potere di suscitare un’allegria fanciullesca: troppo bella perche io non la immortalassi
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Eppure  quel tarlo cattivo che sta inquinando i miei pensieri post pandemia (e in buona misura anche prima mi richiama alla realtà:

“S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche! ”
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Questa frase cosi celebre : ” Se non hanno più pane Mangino brioches” da sempre è  stata  attribuita alla Regina  Maria Antonietta, che l’avrebbe pronunciata riferendosi al popolo affamato, durante una rivolta dovuta alla mancanza di pane. Un modo per screditarla per sottolineare il lusso e l’indifferenza verso le sofferenze del popolo che del resto  era comune denominatore di tutte le case segnati  e dei nobili.
Tuttavia tale frase la si  trova nelle “Confessioni di Jean-Jacques Rousseau in riferimento ad un evento del 1741, attribuito ad una principessa. Peccato che all ‘epoca Maria Antonietta non fosse ancora nata!  1755 – 1793.
Una delle tante  ‘fake news’ diremmo oggi !

Bene o male. Si va avanti ognuno con i suoi pensieri, con la buona  volontà che a volte vacilla ma è bene alzare gli occhi e immaginare aquiloni colorati e volare alto, oltre

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Mentre scrivo  mi volto perché un sospiro mi ha interrotto.

Sallyina dorme nell’abbandono di chi ha fiducia e tanto amore e… un angelo custode silezioso che le sta dietro

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Io ho mia madre, invisibile Angelo custode.
Voi ???

Teniamoci strettistretti anzi di più ❤

Ops! Non dimenticate il 21 luglio è il mio compleanno e anche se gli anni si vanno sommando io tengo molto ai miei e quindi ai vostri auguri 🥂🥂🥂

(Pasqua di) Resurrezione

” E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. È una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo …
Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.”

‘Kafka sulla spiaggia’
Haruki Murakami  (Einaudi 2008).

Un  ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l’ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo.  Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka …

Autore e libro che vi consiglio di tutto cuore. Lo si può ordinare in rete. Anche se il 3 maggio riapriranno e librerie!

Nessun facile entusiasmo,  nessuna nostalgia per le pasquette all’aperto e in compagnia.

Stiamo a casa… (s)forzatamente ci resta anche Sally che vagheggia di mettersi in posa su bianche msrgherite

Un tenero tappeto..pas mal!

Ma si ritrova nel silenlenzio irreale della sera a interrogare il buio

notte

Pasqua con i tuoi (pensieri) e Pasquetta pure ❣

Blinding Lights, Luci accecanti :

‘Ha da passa ‘a nuttata ! ! !

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Che altro aggiungere teniamoci stretti stretti abbracciamoci forte anzi i più💕

Facciamo come se fosse vero, ma cmq stacco per qualche giorno: tornerò il 3 maggio o chissà?

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(Foto di proprietà Sherazade )

do ut des

sherazade
15 ABRIL, 2019 EN 9:21 PM

“Hi ! Thank you so much visiting my blog i deeply appreciate it.
shera 🌹”

Le gusta a 2 personas

Responder:

Elena lalylay
31 MAYO, 2019 EN 6:38 PM

“YOU DON´T VOTE ME, I DON´T FOLLOW YOU”

Responder:

sherazade
31 MAYO, 2019 EN 8:13 PM

“no problem at all
take care”.

In soldoni la blogger in questione in modo piuttosto maleducato (perché sappiamo tutti che il maiuscolo corrisponde a urlare) mi ha risposto:

“Io non ti seguo se tu non segui me!!! ”

Ecco, tirate voi le conclusioni.
Mettetemi all’indice, fustigatemi, cancellatemi. Non so come la pensiate voi riguardo a: ” Tanti Followers tanto onore” personalmente mi è indifferente fermo restando che aldilà del seguire leggo e commento moltissimi blog , sicuramente in modo un po’ discontinuo perché – credo – per chi non vuole essere la Ferragni o il Fedez della situazione la vita é fatta di molto altro da seguire.

E adesso musica bella potente Led Zeppelin 4ever! che ci dia una bella carica per il fine settimana.

I’m gonna give you my love
I’m gonna give you my love

Teniamoci strettistretti.. Anzi strettissimi nel fine settimana concediamoci un sorriso 🌹

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Peace on earth

“Il concetto dell’abitare come indissolubile legame di sangue tra un popolo e un territorio è ormai pura velenosa idolatria.”

‘Stranieri residenti.
Una filosofia della migrazione.’ di Donatella Di Cesare – Bollati Boringhieri.

Purtroppo noi parliamo tra noi vediamo e leggiamo di pensieri e azioni che ci accomunano difficilmente questo nostro modo di essere potrà essere esteso a quella amalgama incolta suggestionabile e senza vergogna ormai libera di esprimere le sue bassezze.

Questo libro tratta temi e vicende non molto diversi o più urgenti rispetto a quelli affrontati quotidianamente ma ci vuole ancora una volta sottolineare che dietro a ogni sguardo, ogni corpo in mare, ogni straccio che il mare ci restituisce non ci sono solo le storie – 255 milioni soltanto nel 2015 – di quanti fuggono dal loro paese di origine dilaniato da guerre o estremamente poveri, vi è il ‘legittimo’ sogno di riscattare in un altrove di pace e umanità la loro vita.

Teniamoci più che mai strettistretti anzi strettissimi.

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Buona precoce Primavera da Sallyina

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“Stolpersteine” ovvero le pietre d’inciampo.
Dal 1995 l’artista tedesco Gunter Demnig, installa delle pietre della memoria, della dimensione di un sampietrino, su cui è posta una targa d’ottone con un nome per ricordare i caduti del nazzi-fascismo. L’iniziativa è partita a Colonia e sono ad oggi state installate 50.000 pietre d’inciampo in tutta Europa. L’obiettivo di questo artista è collocare un sampietrino per ogni vittima della deportazione.

Nel 2012 alcune delle pietre d’inciampo sono state installate nel popolare Rione Monti a Roma in Via della Madonna dei Monti e in Via Urbana.

Oggi il 10 dicembre dovrebbe essere ricordato, posto alla cima dei nostri pensieri, come la Giornata mondiale dei diritti umani.

Già! ma non bisognerebbe ricordarsi di essere ‘umani’ consapevoli, compassionevoli, gli uni verso gli altri tutti i giorni dell’anno?

E allora questo sarebbe il giorno nel quale fare un esame di coscienza e domandarci che cosa abbiamo fatto noi – singolarmente – per dare umanità al nostro quotidiano in un momento in cui, almeno io, mi sento accerchiata e nello stesso tempo estranea a quanto, il molto, che mi circonda.

Avere rubato durante la notte alcune pietre dell’ inciampo, una ennesima violenza alle vittime ebree, è una cosa obrobriosa sia che sia stata una bravata sia che vi fosse un ‘nascosto’ messaggio intimidatorio fomentato da una politica brutale e disUMANA.

Il mio albero di Natale e di fronte a me. Il riverbero luminoso delle sue luci intermittenti mi ricordano che sono qui a scrivere quasi a pontificare…eppure avrò bene il diritto, il mio diritto umano, di essere molto triste?
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Teniamoci più che mai strettistretti anzi strettissimi 🌲🌲🌲🌷🌿

nuntio vobis gaudium magum

“Rileggerti in commento a un mio post è fare un salto indietro del tempo di una quindicina d’anni.

Accipicchia Shera cara, qui si fa un patto col diavolo e si conservano i ritratti in soffitta.

Grazie di esistere! ”
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Già proprio così “Grazie di esistere” di esistere in un luogo non luogo dove tutto può accadere ma diversamente non sarebbe possibile.

15 anni (e oltre per me) di blog, molti meno per la mia dolceamica che a un certo punto ha desistito e finalmente torna.

Il dialogo tra noi non si è mai interrotto e l’amicizia è diventata ‘reale’ non più un like o un commento, tanti commenti che via via hanno disegnato le nostre reciproche personalità.

Il segreto di Pulcinella che mi sento di condividere e che è vincente nei rapporti di blog è quello di essere sempre sé stessi e Non travisare la realtà. Alla fine i nodi vengono al pettine e non ci si fa una gran bella figura al contrario la sincerità porta a nuove conoscenze e nuove amicizie e tra queste alcune diventano davvero preziose.

Torna allora una domanda tormentone che rimbalza abbastanza spesso e a dire il vero da un po’ di tempo è scomparsa:

” Perché un blog? Cosa ti ha spinto ad aprire un blog”.

Per me è presto detto inizialmente è stata una sfida con me stessa non certo velleità di scrittrice e ancora meno la pretesa essere esperta in qualcosa.

Negli anni 2000, lo dico apertamente, tenere un blog faceva un po’ ‘figo’ la connessione era costosa e inaffidabile, non c’erano ancora i quotidiani on line e i pochi blog onosciuti erano quelli di alcuni opinionisti.

Si ‘testava’ l’impatto.

In questo contesto io ho deciso di sconfiggere la mia ignoranza e la mia paura e ho cominciato a destreggiarmi nel meccanismo.

Ho aspettato mesi prima che comparisse un primo commento e fu subito amore. E come per le ciliegie il sapor dolce /asprigno la tentazione a continuare.

Un’esperienza totalmente gratificante salvo piccole delusioni che devono essere messe sempre e comunque in conto ovunque noi ci si muova.

Sarà una bella sorpresa ve lo assicuro seguire il blog di

http://tramedime.wordpress.com

La ragazza è un po’ arrugginita ma datele tempo e sostegno! Io ricordo come fosse triste scrivere e non avere riscontro 😥.

Sole, 18°a Roma, finestre aperte e tuttavia… tra noi un abbraccio circolare tenendoci strettistretti Anzi strettissimi!

Un abbraccio è irrinunciabile.
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Le coltri umide di novembre

Le coltri umide di novembre
Mi seppelliscono per sempre
Il tempo mi sfila tra le dita
La terra ruota sulle mie orbite
Dov’è quel tenue sorriso
Che cominciò un giorno di maggio
Se non sulla bocca dei morti
Malgrado la pena dei vivi
(Paul Eluard)

Lo so, lo so! un pezzo forte dei Guns n’ Roses ma per me David Garrett È talmente bello e solare: un sole di novembre niente male.   Lasciatemi scaldare … di più!

teniamoci strettistretti Anzi strettissimi

Shera🌷❤

ìsciarpetta

tratteniamo con fiducia quel tenue sorriso che  Paul Eluard vede sfuggire.

 

 

Via Corsaglia

Ma poi perché e chi lo dice che soltanto i grandi uomini (e donne) o semplicemente chi è artefice di passaggi epocali diventa memoria collettiva?

Il ricordo  resta e riaffiora anche attraverso i piccoli gesti di gente comune che ci tiene compagnia bel oltre il loro reale passaggio terreno; gesti che si tramandano e diventano leitmotiv da condividere.

Ieri è stata una bellissima giornata; la più piccolina della famiglia ha compiuto due anni  eppure tornando a casa mi sentivo il cuore pesante carico di tristezza come se tanta spensieratezza in questi miei giorni non mi appartenesse.

(compleanno Alessia, foto sherazade)

Oggi, erano circa le 11, uno scampanellio famigliare.

‘Sono Roberto’

Sally insopportabilmente frenetica.

‘Socchiudo soltanto perché …non sono presentabile’

‘Sto andando per un lavoro…’.

e da uno spiraglio spunta un rametto di ulivo.

Oltre vent’anni fa quando venni ad abitare in questa casa, accanto c’era un negozio di motorini e il titolare il sor Renato era un po’ il nume tutelare della nostra strada.     Il suo unico figlio morì il giorno di un 24 dicembre a 16 anni investito (anche lui aveva colpa) da un autobus.

Presi confidenza e mi fermavo sempre più spesso rientrando a casa e una volta gli parlai di mia madre  del fatto che nonostante nessuno di noi fosse credente lei regalava a noi tre figli,  la Domenica delle Palme,  un rametto di ulivo che io conservavo per tutto l’anno nel portafoglio.

Da quella volta non ci fu anno che io sul parabrezza del motorino e della macchina non trovassi il mio rametto di ulivo benedetto.  Era del sor Renato.

Molte cose  mi legavano a quest’ uomo all’antica che mi raccontava spaccati di vita degli anni ’40, della guerra a Roma, di Monte Sacro una distesa di campi di grano,  della sua povertà e delle gambette ferite dalla paglia delle spighe che loro ragazzini raccoglievano correndo dietro da trebbiatrice per farne a casa un po’ di farina.

Il sor Renato morì nel febbraio del 2008 ma io per la Domenica delle Palme trovai sotto il tergicristallo della macchina  il mio ramoscello di ulivo:    il falegname, Roberto, aveva raccolto il testimone.

Via Corsaglia, figlio in moto e C1, foto sherazade

Così anche stamattina come fosse  una carezza ho allontanato la mia tristezza di ieri ed ho accolto il messaggio di mia mamma, del sor Renato abbracciandomi stretta  al falegname Roberto e naturalmente con le lacrime che scendevano da sotto gli occhiali (che vergogna).

Piangere fa venire gli occhi belli e luminosi, questo lo diceva mia nonna,  e piangere  dopo tanto  struggimento è salvifico : è come tornare a respirare dopo una lunga apnea.

Piccoli uomini? Silenziosi portatori di Pace.

Fiduciosamente sapersi abbandonare, foto sherazade