Diritto alla felicità …

da principio astratto a diritto costituzionale .

Epicuro, dopo un’introduzione sull’importanza dello studio della filosofia, esordisce così: ‘La morte è nulla per noi. Non vi è ragione di temere la morte, poiché con la vita scompare anche la capacità di percepire piacere o dolore: quando noi siamo, la morte non c’è, quando la morte c’è, allora noi non siamo più.”  Lettera sulla felicita.

Ieri, 20 marzo – e la dice lunga che io abbia dimenticato la data – era  La giornata internazionale della felicità.

La ragione di questa mia omissione la conosciamo tutti ma proprio tutti, in tutto il mondo : il Covid-19.

E’ nella limpidezza del pensiero di Epicuro,  nella nostra “capacita’ di percepire piacere e dolore” che dobbiamo trovare l’energia positiva  per cogliere quei piccoli segnali che ci offre la vita e sono motivo di felicità.

Oggi primo giorno di Primavera: non  più lockdown ma  ‘zona rossa’  che è  sostanzialmente  la stessa cosa : ci e concessa intorno a casa un’ora d’aria e non si può  non provare un moto di fe.li.ci.ta’  alzando lo sguardo e trovarti difronte a un pruno in rigogliosa fioritura!

Nota.   In un rapporto della Organizzazione Mondiale sulla salute (OMS) sui determinanti sociali alla salute viene  rilevato che il il maggiore o minore livello  ditranquillità emotiva e psicologica – diverso per ogni Paese –   incidono in modo significativo  sulle aspettative di vita

Teniamoci strettistrette  anzi di piu ❤🦋🌺

(Foto sherazade2011 non riproducibili)

Tutto è già scritto

Le scritte che ho trovate nel web e un po’ ovunque nelle mie passeggiate per parchi  che vi propongo non sono farina del mio sacco ma le ricette cui ironicamente fanno riferimento le ho tutte sperimentate e sono allettevoli

Il soffritto non è certamente ‘salutare’ ma aggiunge un certo non so che di appetitoso a qualsivoglia sughetto o, perché no ad un secondo.

Solitamente il mio è utilizzato soprattutto per insaporire verdure in padella o, come vedrete sotto, le classiche polpettine.

Preparazione   –  un cucchiaio di olio ‘buono’, cipollotta si stagione, uno spicchio d’aglio a chi piace, peperoncino.  Lasciare sfrigolare qualche minuto senza bruciare e aggiungere il pomodoro.

Le vie del Signore sono infinite ed un orrore di ortografia può portarci alla ricetta di un buon ‘risotto’.

Il mio preferito è senz’altro il risotto allo zafferano con funghi (porcini).

Preparazione   –   Naturalmente i funghi porcini saranno essiccati e dunque è necessario farli rivivere in una ciotolina d’acqua tiepida. La ricetta è quella classica e non…perdo tempo:  il web serve a questo!

Solo un suggerimento ed è quello di non lesinare sullo zafferano che è costoso ma è indispensabile che sia di prima qualità.

Ecco sulle polpettine ‘di pane, ceci e funghi’  voglio darvi una ricetta di stagione molto sfiziosa che aiuta anche a utilizzare per mille pezzetti di pane duro che sbucano sempre dalla credenza.

Preparazione   –   per 4 persone  – 500gr di mane raffermo,  latte, 250gr di ceci (anche in scatola si trovano ottime soluzioni), 3 uova e  3 cipollotti freschi, 2 cucchiai di parmigiano,  e di pangrattatosale e pepe qb.

Per prima cosa ammorbidite il pane nel latte e mettete i funghi a bagno (anche la soluzione dei funghi surgelati non è sbagliata),  tritate i cipollotti, scolate i ceci e frullateli. Trizzate e sbriciolate bene il pane aggiungete i ceci, le uova, i cipollotti, il parmigiano ed i funghi;   impastate dopo avere aggiunto sale e pepe oppure qualche spezia (io di solito aggiungo un po’ di curry). Vi consiglio di mantenere in frigo per una buona mezz’ora il composto perché prenda maggiore consistenza .

Fate le polpette della dimensione che preferite rigiratele, nel pangrattato e mettetele a friggere in olio di semi circa tre minuti per parte.  Fate assorbire l’olio in eccesso e Voilà ! Sappiatemi dire.

 

Abbraccio o sei ‘shots’ di vodka?
Qui il gioco si fa duro perché ho i miei dubbi su chi alla fine riscaldi di più.

Io opterei per entrambi della serie ‘Facciamo del…bene’.

E comunque qualsiasi cosa decidiate di fare, fosse anche una semplice orzata,  rallegratevi col la Sallyina in grande soirée.

Da parte mia che dire se non che vi abbraccio e … teniamoci strettistretti anzi strettissimi.

felicità vittime e ciliegi in fiore

La felicità è qualcosa di grandioso, incommensurabile per chi riesce a non farne un feticcio irraggiungibile.

La felicità è oggi – primo giorno di Primavera (che poi sarebbe stata ieri per una serie di calcoli astrali), –  quell’inpercettibile desiderio di pettinare con le dita a rastrello  le margheritine  ingarbugliate dalla pioggia e dal vento.

La felicità, quella vera, quella del profumo del pane appena sfornato, dei primi cinguettii, della camicetta scollata, è anche un po’ bastarda perché ti pone di fronte a quel  tarlo che rema contro e ti ricorda di quanti apprezzerebbero ed invece sempre più sono condannati a desiderare uno straziante  silenzio tra la raffica di una mitragliatrice e una bomba che esplode, le urla concitate degli aguzzini i gemiti e le preghiere delle vittime che finalmente  trovano una collocazione attiva nelle società esercitando (a loro insaputa) un mestiere non so quanto a loro stessi allettante. Indietro non si torna. Mestiere a tempo indeterminato, nessun licenziamento per giusta causa.

“La vittima, che è diventato un mestiere… questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”.

Questo l’exploit  dell’ex brigatista Barbara Balzerani, condannata a 30 anni di galera, direttamente implicata nel sequesrto e nell’uccisione del Presidente Aldo Moro, Mai pentita (e lo si capisce).

Una donna arida come un sercio, arrogante.  Non che le donne quando ci si mettono, e se ci si mettessero, siano migliori degli uomini ma questo cinismo mi è repellente perché ‘la’ vittima porta con sè un sacco di implicazioni,  si incatena indissolubilmente con la sottrazione di sé e al dolore che procura a quanti l’ hanno amata  o semplicemente stimata.        Il mestiere della vittima e il suo fiorente indotto.

Due giovanissime donne di vent’anni l’una e trentuno l’altra sono state uccise dai loro compagni in quest’ultima settimana a ridosso della nuova luminosa stagione.

La vita rinasce in Primavera, I ciliegi e la strabiliante bellezza della loro fioritura sono un rito molto seguito in Giappone eppure le nostre donne – mi limito a parlare di loro – sono subito ciliegie: una tira l’altra ma senza felicità.          Vittime.

(foto sherazade riproducibili previa autorizzazione)

Quanti anni hai (bambina)

Non lo dico…

Sono stata una mamma sui generis,  decisamente  poco formale nell’abbigliamento e negli atteggiamenti,  una comunista che portava il suo piccolo traballante alla materna di  una scuola di Benedettine di clausura (!) e lì successe che  un compagno di asilo  – sicuramente sollecitato dalla curiosità materna – gli chiedesse:

‘Quanti anni ha tua mamma’?

Io gli dissi di rispondere :

‘Una trentina…’

Credo un paio di anni dopo mio figlio tornò alla carica:

‘Mamma ma per quanti anni ne avrai ancora una trentina?’

Ecco questo per dire che oggi mio figlio ha, lui, una trentina di anni e che in ogni caso – facendo i  debiti scongiuri (non ci credo ma non si sa mai) – io continuo a sentirmi , se non proprio tutti i giorni, una sgarzellina.

Dunque

‘Tanti Auguri a me’  e attenti a non omaggiarmi VOI !

sherancoraquiteniamocistrettistrettiebrindiamoinsieme

……

‘Possano le tue mani essere sempre occupate
possa il tuo piede essere sempre svelto
possa tu avere delle forti fondamenta
quando i venti del cambiamento soffiano
possa il tuo cuore essere sempre gioioso .’
possa la tua canzone essere sempre cantata
possa tu restare per sempre giovane
per sempre giovane per sempre giovane
possa tu restare per sempre giovane.

Luglio (vado al massimo)

Luglio è l’estate .
Ogni anno, come se la mia anima inserisse il pilota automatico e chiudesse i finestrini del quotidiano e del pessimismo, Luglio mi trasmette l’emozione dei vent’anni e il senso di un’attesa luminosa .

“A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e attraversare la strada, per diventare come matte, e tutto era bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che succedesse qualcosa, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, o magari venisse giorno all’improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare fino ai prati e fin dietro le colline… “(La bella estate, Cesare Pavese 1949 )

Il 1° luglio ( 1804) nasceva la scrittrice francese Amantine Aurore Lucile Dupin che noi tutti conosciamo con il nom de plume di Georges Sand.

Scrittrice prolifica, donna libera e libertina che spesso si veste da uomo, fortunata o sfortunata in amore ebbe un marito, due figli e molti amanti. Amori anche contestati soprattutto per quanto riguardò la sua relazione con il giovane talentuoso e timidissimo Chopin. Quale che fosse il giudizio altrui George Sand aveva un’idea ben chiara del concetto di felicità a cui molto si concesse.

“Esiste nella vita una sola felicità: amare ed essere amati.”

Georges Sand, una donna con i pantaloni, sicura e caparbia nelle sue decisioni come io tendo ad essere


il 10 luglio (1871) nasceva Marcel Proust, francese, fiore all’occhiello della letteratura mondiale, pietra miliare della letteratura di tutti i tempi.
Si può non credere al linguaggio astrologico dei segni zodiacali ma anche se in nodo irrazionale tutti i segni sono inequivocabilmente accumunati da alcune caratteristiche. Così i cancerini hanno simili caratteristiche contrastanti: precisi negli obiettivi ma con l’animo lunare e sognatore con un senso forte della nostalgia del tempo e nella Recherche ovvero A la recherche du temps perdu si esplicita tutto il sentire di Proust e di chi se ne è innamorato ritrovando, segno o non, attraverso la malinconia del passato il tempo perduto.
Proust che rivive nel sapore delle petites Madeleines momenti irrisolti del suo passato:

“All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di maddalena che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio….”

E ancora:
“La musica, molto diversa in questo dalla compagnia di Albertine, mi aiutava a scendere in me stesso, a scoprirvi qualcosa di nuovo: la varietà che avevo invano cercata nella vita, nel viaggio, di cui tuttavia la nostalgia mi era data da quel flutto sonoro che faceva morire accanto a me le sue onde soleggiate. “

E giorno dopo giorno arriviamo al (mio) 21 luglio e nel 1948 nasceva Cat Stevens musicista e cantautore inglese.

Ancora Luglio. Non posso non rivolgere un pensiero amoroso e goloso a mia madre che maestra dei cibi semplici e attenta al cambio delle stagioni riempiva e sfornava nell’invitare a cena noi tre figli, teglie di melanzane, peperoni e zucchine ripiene. E di quest’ultime eccovi la sua ricetta.

Zucchine ripiene
4/6 zucchine mesie – 100 gr. Di parmigiano – 2 pomodori piccoli – prezzemolo –
150 di ricotta – 50 gr di pangrattato – 1/5 cipolla – sale e olio di oliva qb

Lavate le zucchine, eliminate le estremità e tagliatele a metà per il lungo – Svuotatele della polpa interna, in modo da creare delle barchette – Tritate finemente la polpa e mescolatela insieme alla ricotta, al parmigiano, al prezzemolo e al pangrattato – Sminuzzate la mezza cipolla e mettetela a rosolare con un po’ d’olio in padella – Unitevi i pomodori tagliati a cubetti, salate e pepate – Fate cuocere per circa 10 minuti, poi lasciate raffreddare – Unite i pomodori cotti al resto del ripieno e amalgamate – Riempite le zucchine con il composto così ottenuto – Ungete con un po’ d’olio una teglia, disponetevi le zucchine e infornate a 180°C per 20-30 minuti.

Dulcis in Luglio un grande concerto di Vasco Rossi ad onorare 40 anni di carriera. Perché Vasco? Mi unisce il ricordo di un concerto a Catanzaro, un Luglio di tanti anni fa. Il primo concerto di mio figlio, ragazzetto tredicenne che, anche lui, Leone di Luglio, il 31, dopo aver lievitato in me finalmente mi liberava di un primo fardello. Figli piccoli, piccoli pensieri…

Luglio. Io ‘Vado al massimo’ e voi?

Ps. Naturalmente la canzone per eccellenza sarebbe Sally ma davvero è troppo triste per un post che non lo vuole essere.

Brividi caldi

Il Kamasutra è il libro erotico per eccellenza. Tutti indistintamente, non conta età o cultura,  lo nominano ammiccando ma salvo le tavole delle varie ‘posizioni’ pochi lo hanno davvero letto. Questo è un vero peccato perché, sì, il K è un libro erotico ma  è soprattutto un trattato filosofico scritto nel VI secolo  che ha come obiettivo di cercare e fare trovare l’armonia del sé in quattro punti principali: il benessere fisico economico, il desiderio, il Dharma cioè l’equilibrio fra i due precedenti,  e la liberazione dal legame materiale per giungere alla coscienza dell’individuo.

Facciamo un balzo temporale al 1792

Una perfida Marchesa di Merteuil per umiliare un suo ex amante fa ricorso a un altro ex, il visconte di Valmont, cinico seduttore, che si incarica di sedurre la timisa ed innocente Cécile de Volanges prima del matrimonio  con l’ex  di cui sopra. Valmont assolve l’incarico, ma la faccenda gli costa l’amore dell’unica donna cui tiene veramente.

E qui mi fermo…

“Ho urgente bisogno di avere questa donna per salvarmi dal ridicolo di esserne innamorato.” 

Ma un libro così non poteva sfuggire al rifacimento cinematografico e nel 1988 Stephen Frears lo diresse, accaparrandosi il Premio Oscar nel 1989, con due attrici di grande carisma quali  la antastica Glenn Glose e l’ adorabile  Michelle Pfeiffer

1791-92

Justine ovvero le disavventure della virtù  è un romanzo che si concentra su una bella ragazza di nome Justine. Nella sua vita ha raccolto una serie di incontri sessuali con esplicite richieste estreme, incluse le scene in cui lei è costretta ad essere una schiava del sesso. L’autore, il Marchese de Sade, da cui il termine “sadismo” era ben noto per il suo abuso e maltrattamento delle donne, soprattutto per gratificazione sessuale “La sottomissione più completa è la tua sorte, e questo è tutto.” Nato come racconto Justine venne pubblicata in tre versioni a causa del progressivo sviluppo delle avventure della protagonista.

1928  –

Chatterley è una donna dell’alta borghesia sposata con un baronetto invalido, ma si invaghirà del ruvido guardiacaccia che si prende cura della tenuta. La storia era rivoluzionaria a suo tempo perché comprendeva l’uso di alcune parole che vennero ritenute “non stampabili”. In Inghilterra  venne pubblicato solo dopo il 1960. Dopo quasi un secolo, mantiene ancora il suo fascino sensuale ricco di simbolismi

“Aveva fatto incetta di fiori: aquilegie, violette selvatiche, fieno appena tagliato, ciuffi di quercia, boccioli di madreselva. Intrecciò alcuni ramoscelli di quercia intorno ai seni di Connie e poi vi unì qualche campanella e qualche violetta. Sistemò una violetta rosa sull’ombelico e fra i peli del pube qualche nontiscordardimé e alcune asperule.”

Lawrence già nel 1915 scandalizzo i benpensanti con il romanzo L’ arcobalenoritirato dopo pochi mesi perché considerato osceno. Una saga familiare con personaggi che ardono di desiderio sessuale.

1967


Emmanuelle venne pubblicato clandestinamente nel 1959 e firmato sotto pseudonimo bisognerà aspettare il 1967 per uscire pubblicamente a causa del contenuto – in quegli anni – ritenuto troppo esplicito. Una giovane moglie di un diplomatico subisce una serie di avventure erotiche e sensuali che comprendono tutto, edonismo, autoerotismo reciproco, amori saffici, una sorta di simbolo della rivoluzione sessuale che all’epoca era agli inizi.
Ritenuto un classico erotico del suo tempo vi è stato anche tratto un  film  di successo nel 1974 che generò diversi sequel cinematografici.

Qui la bella canzone leitmotif del film del 1974 con una giovanissima ed eterea Sylvia Kristel di cui si è persa traccia.

1973  –

Paura di volare è la storia di Isadora Wing, una delle più spregiudicate antieroine della letteratura contemporanea. Isadora è bella, appassionata e sessualmente infiammabile, ma ha una terribile paura di volare, paura della sua forza e della sua libertà…

Che razza di donna eri mai? Come potevi continuare a innamorarti di uomini che non conoscevi nemmeno? Come potevi fissare a quel modo la patta dei loro pantaloni? Come potevi startene lì, a una riunione, e immaginare come dovevano essere a letto tutti gli uomini presenti?

Ecco. Per ora mi fermo e spero di avervi dato,  seppure in modo sommario confidando sulle vostre capacità di reparire dettagli dettagliati,  sui questi primi cinque libri a mio gusto tremendamente sensuali ed erotici perchè l’erotismo  aleggia in ogni pagina per quella capacità dell’autore di farci entrare nei sentimenti che animano i personaggi attraversando tempi e luoghi.

Sesso, erotismo, sensualità :  leggerne in modo ‘elegante’, può aiutare a ridimensionarli a un concreto brivido caldo tutto nostro.

E se questi libri non vi bastassero e volete …avanti con le vostre proposte.

Margarita per me, e VOI?

Hard to die (i pregiudizi)

“Ma non è stato tutto rose e fiori,
non è stato un viaggio di piacere. ” ( Freddy Mercury in We are the champions)

Discettando amabilmente di belle maniere e gentilezza si innesca questo dialogo tra me e un altro commentatore, che conoscevo come persona assennata, colta, un medico.

“Ho sempre paura di passare per pedofilo ogni volta che sorrido a un bimbo… o addirittura oso dirgli ciao.
Buona notte.”

 Addirittuaaaaa…?  Buona giornata caro

“…coi tempi che corrono!  I gay e i pedofili sono di moda..  Ciao.”

– Permettimi caro amico — di sottolineare quanto sia brutto abbinare la condizione dei gay alla brutalità dei pedofili.

“Sono di moda ambedui. Ho il dente avvelenato coi gay.   Non t’arrabbiare.   Ciao.”

Le tue asserzioni sono totalmente all’antitesi del mio pensiero e forse non solo mio se mi permetti dunque sì sono arrabbiata e delusa che questa arrabbiatura sia causata da un tuo pensiero.

L’omosessualità è una variante naturale del comportamento umano che comporta l’attrazione sentimentale e/o sessuale verso individui dello stesso sesso. Non tutti forse sanno l’origine del termine GAY utilizzato per la prima volta in America  nel 1969 e sarebbe l’acronimo di Good As You (buono/valido quanto te).

Alessandro Magno, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Gertrude Stein, Virginia Wolf, Marcel Proust, Il bellissimo di Holliwood Montgomery Clift era gay. Lo è stato il grandissimo Freddy Mercury frontman dei Queen… Valentino il grande stilista italiano er l’altro suo omonimo (Rodolfo) Valentino, anche loro gay.

Una moda l’omosessualità?  Allora anche il cancro definito non molti anni fa,  sottovoce,  ‘un male oscuro’, quasi fosse una vergogna adesso solo perchè osiamo nominarlo è di moda? Se agli omosessuali è stato riconosciuto il loro ‘status’ e lottano per uguali diritti e si fanno sentire, è per questo che sono diventati una moda?

il pedofilo è un adulto con un disturbo della personalità comportante un interesse sessuale specifico e focalizzato nei confronti dei minori pre-puberi fino ai 12-14 anni.

Pedofilia. In Italia è in vigore una legge che contempla e punisce il reato di pedofilia che prevede l’arresto in flagranza di reato, la possibilità di eseguire intercettazioni telefoniche e creare ‘siti trappola’ su Internet per individuare chi per via telematica svolge attività di adescamento e sfruttamento sessuale di minori siano essi bambine o bambini.

“La bellezza del mondo  è una lama a doppio taglio, uno di gioia, l’altro d’angoscia, e taglia in due il cuore.” (Virginia Woolf)

“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare.” (Leonardo da Vinci)

” .. tocca le mie lacrime con le tue labbra, 
Tocca il mio mondo con la punta delle tue dita.”  ( Freddy Mercury  in Who wants to live forever)
https://youtu.be/_Jtpf8N5IDE

dolcezza d’Inverno che se ne va

“Niente di che…sì tutto a posto. Ti volevo dire che se passi ti do un bel po’ di kiwi che mi ha portato Saverio.  Mi prenoto per uno dei tuoi vasetti di marmellata!”

Dunque galeotta fu la telefonata.

Perpetrando una ‘regola’ ferrea della mia famiglia io rinuncio, e mio figlio con me, a un quarto d’ora di sonno per fare una buona colazione in tranquillità.  Sapete qual’è per me   quella ideale?

Un bicchiere di acqua naturale con mezzo limone spremuto (per me), cappuccino schiumato ad arte, pane tostato o fette biscottate e marmellata fatta in casa. In alternativa biscotti.

Kiwi! La marmellata di kiwi e mele alla cannella è stata per me una grandissima sorpresa : avevo comprato in una gita a Sperlonga una cassetta di kiwi biologici già un po’ troppo maturi!  Panico… Cosa ci faccio?  La marmellata!?  Cerco in rete e naturalmente trovo molte ricette.  Prendo spunto da alcune e poi vado in automatico seguendo la mia esperienza in fatto di marmellate.

Non arricciate il naso: il sapore asprigno del kiwi  viene mitigato e addolcito dalla mela (o mele) da aggiungere e ne nasce una sensazione di freschezza frizzantina.

La marmellata di kiwi e mele è un evergreen perchè i kiwi si trovano in ogni stagione poichè l’Italia, benchè il frutto sia originario della Cina, ne e la maggiore produttrice mondiale.

Ingredienti per circa 3 vasetti da 250gr :a.

3 mele,  1400 g di kiwi maturi, 1 limone, 700 g di zucchero, una stecca di cannella

Sbucciare le mele eliminando il torsolo; poi i kiwi, eliminando la buccia e la parte bianca centrale. Tagliare la frutta a dadini e mettere tutto in una pentola molto capiente aggiungendo  il succo di limone, mezzo bicchiere di acqua e lo zucchero. Mescolare bene e lascia riposare con il coperchio chiuso per qualche ora.
Fare quindi cuocere la frutta a  fuoco basso per circa un’ora e  controllando di tanto in tanto fino a quando la frutta si sarà ammorbidita.   Per amalgamare ulteriormente la frutta si può utilizzare il miniper fino a quando avrà  raggiunto la giusta densità. Fare cuocere altri 30 minuti e …Voilà… possiamo versare la confettura calda nei vasetti attendendo circa 15 minuti prima di chiudere con il tappo ermetico. Lascia raffreddare tenendo il contenitore capovolto.

Poiché la quantità è irrisoria, il conservo i vasetti direttamente in frigorifero aspettando una ventina di giorni prima di aprirla e congratularmi con me stessa !

Sally è gia pronta… fatemi sapere.

Buona settimana a tutti voi. Teniamoci strettistrettissimi.

Foto sherazade

Virginia (piccole donne crescono)

‘Zia – mi ha chiesto Virginia la mia nipotina di nove anni con la quale in questo ultimo periodo ho passato parecchio tempo – perché la data dell’ 8 marzo per la Festa delle donne?’

‘Presto detto, Virgi!  L’8 marzo 1908, 129 operaie di un’industria di New York rimasero uccise in un incendio, durante uno sciopero di protesta per le condizioni di lavoro indegne a cui erano sottoposte.  Da allora, l’8 marzo è diventata la giornata internazionale dedicata alle donne.’

‘Zia e la mimosa?’

‘Sono state le donne italiane dell’ UDI (Unione Donne Italiane) a eleggere la mimosa “pianta delle donne” soltanto molti anni dopo, nel 1946: si cercava un fiore che potesse celebrare la prima Festa della donna del dopoguerra.  La scelta fu quasi obbligata: la mimosa è una delle poche piante a essere fiorita all’ inizio di marzo e, cosa non da poco, aveva, allora,  il vantaggio di avere un costo irrisorio.’

Soltanto qualche giorno fa un  ‘emerito ’ eurodeputato polacco di estrema destra Janusz Korwin-Mikke ha fatto (per fortuna) scalpore per le sue dichiarazioni sessiste e offensive contro le donne.  A conclusione di un suo sproloquio ha detto : “E’ giusto che le donne guadagnino meno di me, perché sono più deboli, più piccole e meno intelligenti… Quindi devono guadagnare di meno, è così e basta”.

E allora amiche mie e amici cari cosa aggiungere se non che la strada è ancora tutta in salita e certamente un giorno è assai poca cosa? Ed io non ho intenzione di mettermi in competizione (che non reggerei) con assai dotti e seri e ponderati articoli sull’argomento?

Beviamoci su!  Per un giorno, è poco! ma già molto,  almeno noi che possiamo, cui è stato concesso, a dispetto di mille ostacoli,  nascere dalla parte ‘migliore’ dell mondo?

Beviamoci su con leggerezza, con la leggerezza che deve anche essere la consapevolezza dell’impegno verso le altre donne, verso le nuove generazioni perché continuino a chiedere e noi a raccontare e fare/aiutare a  mettere da parte idee da Medio -evo e violenza e sopraffazione.

Beviamoci su con un  cocktail, il Mimosa:

Un drink fresco,  leggero a base di succo d’arancia e bollicine, un cocktail internazionale.  Il Mimosa vero e proprio fu inventato da un barman del Ritz Hotel di Parigi nel 1925 che diede a questo nome al  cocktail  perché il giallo oro ricordava nel colore, appunto, la mimosa. Ma la mimosa era già nell’aria perché alcuni anni prima  a Londra era nato un cocktail quasi identico chiamato Buck’s Fizz dal nome del locale in cui era stato ideato!    Questo frizzante long drink in Italia è considerato un aperitivo, ma recentemente con l’avanzare della moda dei ‘brunch’  domenicali, e diventato un’ alternativa briosa al succo d’arancia

Le dosi del Mimosa :

Versare in un flute da champagne,una parte di Spumante Brut e una parte di succo di arancia. Guarnire con una fettina di arancia il bordo del bicchiere. Bere ben freddo.

Buon 8 marzo, Sally vi scodinzola festosamente

Valentino sì e no

San Valentino

Happy Valentine

Le donne non si picchiano neppure con un fiore…

E’ di qualche giorno fa questa notizia:

“Milano – Studentessa molestate e aggreddita in treno: spunta la pista della rappresaglia”.

“Gli inquirenti pensano che l’aggressione sia stata messa in atto da qualcuno che la 15enne avrebbe respinto sui social.”

È stata dimessa ieri sera dall’ospedale,la studentessa di 15 anni aggredita  e picchiata da due giovani stranieri (che siano stranieri e di colore aggiunge una nota ‘colorata’ in più e purifica la coscienza dei molti)   mentre si trovava da sola nell’ultimo vagone del treno della linea Milano-Mortara, nel primo pomeriggio di giovedì al rientro dalle lezioni.

Insomma, solo per ricordarci che non basta una idilliaca serata, anzi forse basta e fa bene al cuore, ma senza perdere mai di vista oltre all’amore il rispetto reciproco  e l’amorevolezza di ogni giorno.

sherazade. Teniamoci stretti