Toy boy

La differenza di età tra Emmanuel Macron , al ballottaggio per la presidenza francese, e Brigitte, sua moglie dal 2010, è la stessa del Presidente americano DonaldTrum e Melania. Ventiquattro anni ma nessuna nel secondo caso ne ha fatto uno scoop.
Bisogna doverosamente aggiungere che la conoscenza tra Emmanuel e la sua amata risale a quando lui aveva 15 anni e lei era la sua insegnate… detto alla francese ‘glissons’.

Troppo facile parlare del nostro ex Premier Berlusconi e le sue fidanzate mediamente di mezzo secolo più giovani e dell’allora minorenne RubyRubacuori ma io mi fermo qui e vi ripropogo un mio vecchio post proprio di aprile del 2013.

Abbiate pazienza per la mia quasi totale assenza: ‘Corpo presente in anima assente’.

Tornerò a sorridere perchè ne ho bisogno così come della vostra amicizia.

sherazade2011

 

Nell’illusione di avere sdoganato il pregiudizio che soltanto gli uomini anziani, (diciamo pure della terza e quarta età, età che impallidisce nella misura in cui aumentano i capitali del vegliardo), possano con il placet del consesso sociale permettersi una giovine signora o addirittura una fanciulla dell’età della figlia minore appendendo al chiodo la loro compagna di una vita ormai cinquantenne, insomma, anche le donne, per lo più quelle conosciute che fanno parte di un certo establishment economico e/o modaiolo hanno scoperto che non vi è nulla di disdicevole accompagnarsi ad un bel giovane alla luce del sole e vieppiù al chiarore della luna rispolverando le proferte amorose ed i complimenti che il marito fedifrago aveva scordato da un pezzo ritenendo meno faticoso buttandosi ex novo in un nuovo coinvolgente, fresco amore.
Ricordo che ancora una trentina di anni fa una mia bellissima amica quarantenne, che io invidiavo ed avevo…

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Roses are red (my love)

La ‘mia’ prima rosa per voi.

“Cosa c’è in un nome?
Ciò che chiamiamo Rosa anche con un altro nome serberebbe pur sempre lo stesso profumo”

 

 

 

 

Shera&SallyTeniamocistrettistrettianzistrettissimi

Via Corsaglia

Ma poi perché e chi lo dice che soltanto i grandi uomini (e donne) o semplicemente chi è artefice di passaggi epocali diventa memoria collettiva?

Il ricordo  resta e riaffiora anche attraverso i piccoli gesti di gente comune che ci tiene compagnia bel oltre il loro reale passaggio terreno; gesti che si tramandano e diventano leitmotiv da condividere.

Ieri è stata una bellissima giornata; la più piccolina della famiglia ha compiuto due anni  eppure tornando a casa mi sentivo il cuore pesante carico di tristezza come se tanta spensieratezza in questi miei giorni non mi appartenesse.

(compleanno Alessia, foto sherazade)

Oggi, erano circa le 11, uno scampanellio famigliare.

‘Sono Roberto’

Sally insopportabilmente frenetica.

‘Socchiudo soltanto perché …non sono presentabile’

‘Sto andando per un lavoro…’.

e da uno spiraglio spunta un rametto di ulivo.

Oltre vent’anni fa quando venni ad abitare in questa casa, accanto c’era un negozio di motorini e il titolare il sor Renato era un po’ il nume tutelare della nostra strada.     Il suo unico figlio morì il giorno di un 24 dicembre a 16 anni investito (anche lui aveva colpa) da un autobus.

Presi confidenza e mi fermavo sempre più spesso rientrando a casa e una volta gli parlai di mia madre  del fatto che nonostante nessuno di noi fosse credente lei regalava a noi tre figli,  la Domenica delle Palme,  un rametto di ulivo che io conservavo per tutto l’anno nel portafoglio.

Da quella volta non ci fu anno che io sul parabrezza del motorino e della macchina non trovassi il mio rametto di ulivo benedetto.  Era del sor Renato.

Molte cose  mi legavano a quest’ uomo all’antica che mi raccontava spaccati di vita degli anni ’40, della guerra a Roma, di Monte Sacro una distesa di campi di grano,  della sua povertà e delle gambette ferite dalla paglia delle spighe che loro ragazzini raccoglievano correndo dietro da trebbiatrice per farne a casa un po’ di farina.

Il sor Renato morì nel febbraio del 2008 ma io per la Domenica delle Palme trovai sotto il tergicristallo della macchina  il mio ramoscello di ulivo:    il falegname, Roberto, aveva raccolto il testimone.

Via Corsaglia, figlio in moto e C1, foto sherazade

Così anche stamattina come fosse  una carezza ho allontanato la mia tristezza di ieri ed ho accolto il messaggio di mia mamma, del sor Renato abbracciandomi stretta  al falegname Roberto e naturalmente con le lacrime che scendevano da sotto gli occhiali (che vergogna).

Piangere fa venire gli occhi belli e luminosi, questo lo diceva mia nonna,  e piangere  dopo tanto  struggimento è salvifico : è come tornare a respirare dopo una lunga apnea.

Piccoli uomini? Silenziosi portatori di Pace.

Fiduciosamente sapersi abbandonare, foto sherazade

parole (e anche pensieri)

Ghiaccio bollente

sapore di  bacio

nel buio

disinnescata cornucopia

incontenibili emozioni

anima danneggiata

gabbia  oscillante

finestra schiusa

parapendio

volteggiare

massimo inganno

logora gioia

muta

piuma in piombo

illusione

vorticosamente

(angelo mio)

caduto

piangi rugiade.

Te
amo.

La prima camelia (foto sherazade)

Buon fine settimana. Teniamoci strettistrettissimi