Si è rasentato il dramma, no il dramma è andato in scena doloroso e prepotente ma stamattina si è risolto in battute leggere e salvifiche.
Ieri nel tardo pomeriggio stavo preparandomi a fare un sughetto leggero leggero per condire certe farfalle ‘formato speciale’ che pareva avessero tutta l’intezione di volarsene altrove. Nooo, ferme lì, ora vi cucino io!
Intanto , come spesso faccio, ‘sfaccedando’ davanti ai fornelli, decido di cambiare l’acqua al Pescebollo. Lo trasloco da sopra la lavatrice al lavello, apro un filino d’acqua, copro con il suo coperchio rosso per evitare l’eventualità che stando sul bordo salti fuori.
Passano meno di cinque minuti e Pescebollo fa un salto terribile e finisce nel lavello. Lo prendo arrabbiatissima “Brutto scemo, ma che ti sei metto in testa?” faccio per immetterlo nella sua vasca e mi rendo conto che l’acqua era bol-len-te! E quella che scendeva dal rubinetto fumava
Lancio un urlo che però mi si blocca a metà gola: “Lucaaaaaaaaaa, corri ho lessato Bolloooooooo”. Freneticamente cambiamo l’acqua, la facciamo scorrere fredda sul corpo di Bollo che non dava più segni di vita.
Io piangevo a dirotto e continuavo a tenerlo in acqua e a dargli del cretino e gli promettevo doppia razione purchè si riprendesse.
Luca era silenzioso e color marmo. Diceva che era morto, io piangevo e mi ribellavo e non riuscivo a darmi pace. Lo tenevo nel palmo della mano e continuavo a parlargli, facendo una piccola pressione. Improvvisamente ho sentito come un guizzo: “E’ vivo! Lu’ è vivo”. “No stà morendo, soffre”. Ho allentato la presa e tenendolo per la codina ho cominciato a imporgli un movimento ondulatorio. Impercettibilmente le branchie hanno cominciato a muoversi ma lui non si reggeva e se lo lasciavo finiva a pancia all’aria sul fondo. Per quasi due ore l’ho curato come una persona a cui impedisci di chiudere gli occhi, ed ho fatto in modo mettendo la mano a ponte sopra di lui che restasse dritto.
Piano ha cominciato a muoversi prima tutto sghimbescio, o in perpendicolare, senza equilibrio, ogni tanto faceva dei guizzi ma non bastava. Finalmente la bocca che fino ad allora era rimasta ermeticamente chiusa ha lasciato spazio a una fessura tagliente. mentre le branchie continuavano a muoversi velocissime.
Siamo riusciti a cenare verso le nove, con molta apprensione ma ‘quasi’ certi che Pescebollo ce l’aveva fatta. Seppure molto stordito teneva la giusta posizione e la bocca si apriva regolarmente. Sul dorso le squamette erano diventate quasi filamentose e alcune si staccavano…
“Ha da passà ‘a nnuttata”!.
Non abbiamo dormito sonni felici ma stamattina il nostro Eroe vivo e vegeto reclamava la sua doppia porzione.
Dateci pure degli ‘scimuniti. Non importa, credo non sia la grandezza, o la presunta intelligenza che rendono più partecipativo il nostro amore.
..e non ditemi che è ‘solo’ un pesce rosso.

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