Ci sono amori.

 

 

Ci sono amori così ben confezionati  che attraversano gli  anni, spesso una vita, e non deperiscono e riescono a mantenere intatte tutte le loro proprietà. Nutrono e si rigenerano.

Sono amori da intenditori, costosi, difficili da trovare. Però succede.

 

Ci sono amori che a guardarli ti viene subito voglia perché in quella confezione sigillata, adagiati come in un grande letto bianco, sprigionano pensieri positivi. Ora o mai più..

Ma basta che inavvertitamente in quell’ involucro protettivo si crei una piccola rottura.. e succede che al contatto con l’aria, in un amen, il contenuto amoroso si deteriori.

 

Ci sono amori non confezionati che si scelgono l’un l’altro senza troppa ricercatezza, amori che arrivano inaspettati come un languore allo stomaco e che si consumano voracemente, oppure si sbonconcellano con voluttà per il tempo che durano.

 

Ci sono amori che non ci sono mai, e non trovi mai nello scaffale e allora si porta via quel che c’è, tanto per non rimanere senza. Ed è terribile perché quando li scarti ti rendi conto che sono andati a male, sono scaduti e la credenza piange ancora.

 

Ci sono amori che non conosco, che non seguono le regole del mercato e non hanno scadenza e non si deteriorano. Fanno parte dei sogni, del nostro immaginario. Non li avremo mai, li inseguiremo sempre e nessuno mi venga – ora -. a dire che nascosto nel più profondo, almeno una volta,  non ha sentito una fitta improvvisa. Come un mancamento.

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abbandono

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Un bene inalienabile: la gentilezza

 

Uscirà a giorni, anche in Italia,  un libro interessante: “Elogio della gentilezza” di Barbara Taylor e Adam Phillips, di cui gia’ ho letto alcune ottime segnalazioni e che traccia, appunto, l’elogio della gentilezza,  un sentimento a me caro, un valore fuori corso, spesso un inutile orpello.

Ne so qualcosa.  La mia gentilezza spesso viene equamente confusa per leziosaggine o per un eccesso di spirito protettivo. Non è simpatico ma io vado avanti d’istinto, fa parte del mio dna, dell’educazione che ho ricevuto, del percorso che ho fatto e pratico ‘despite all’.

 

Ieri La Repubblica  ha pubblicato alcuni passaggi del libro e tra questi:

 

Un indicatore della salute mentale – scriveva Winnicott nel 1970 – è la capacità di un individuo di entrare in forma immaginativa e in maniera accurata, nei pensieri, nei sentimenti, nelle speranze e nelle paure di un’altra persona; e anche di concedere a un’altra persona di fare la stessa cosa con lui”.

 

Per vivere bene dobbiamo riuscire a identificarci con le altre persone attraverso l’immaginazione e permettere loro di identificarsi con noi.

 

L’egoismo implica una mancanza di immaginazione così acuta da essere una minaccia non tanto per la nostra felicità quanto per la nostra sanità mentale.

Prendersi cura degli altri – sosteneva Rousseau – è ciò che ci rende pienamente umani.

 

Dipendiamo gli uni dagli altri non tanto per la nostra sopravvivenza, quanto per il nostro essere vero e proprio.

 

Il sé, privato delle sue forme di attaccamento simpatetico, o è finzione o è follia”.

 

Non so a voi, eppure questo ultimo pensiero mi dà l’amara consolazione di capire meglio le ingiustizie, le scempiaggini, l’arroganza, la stupidità anche, che mi circondano e che da ‘semplicitiotta’ liquido con una esclamazione:

“Follia, un’enorme follia collettiva”.

 

Vade retro..

28

 

 

l’Italia NON è un paese multietnico.

(che peccato! Avremmo così tanto ancora da imparare.)

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Cesaria Evora, grande cantante capoverdiana, eppure quanti tra noi conosco sia il suo altissimo livello artistico sia il suo grande impegno a favore della sua terra?

Niente clamori, gira il mondo la "diva dai piedi scalzi", leggera, non più  fanciulla, con la sua voce e il suo sguardo che ti squagliano il cuore, porta avanti il suo impegno di ambasciatrice Onu contro la fame nel mondo.

C’est tout.

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Apartheid – Hei Rosa, come here pls

 

 

Era il primo dicembre del 1955, quando Rosa Louise Parks, cittadina americana di colore, a Montgomery, Alabama, rifiutò di cedere il posto ad un bianco sull’autobus.

Fu arrestata ma questa piccola donna comune innescò la scintilla che portò alla fine dell’apartheid.

Il deputato leghista Matteo Salvini,  che oggi compare su tutti i quotidiani per avere proposto “Metro con posti riservati solo per milanesi” riportando l’Italia ai livelli più bui ancora dell’America del secolo scorso, dovrebbe consultare qualche libro di storia, prima di farsi ridere dietro dal mondo, e mettere gli italiani in un così grave imbarazzo, soprattutto in momenti  in cui  tutto servirebbe fuorchè incarognirsi su i peggiori aspetti razzisti che già non mancano.

L’onorevole pensatore si scernisce sostendendo che la sua era ‘solo’ una pro-vo-ca-zio-ne.

Ma solo pensare certe cose non è ver-go-go-so? In qualche modo non insozza noi tutti?

Scusate molto. Io vado a docciarmi. Non so voi…

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Tesoro. adesso parlo io

 

Passate, per fortuna, una sequela killer di feste che più feste non si può, e tutto quello che comportano in calorie e chiacchiere rimestate nel pentolone fino a dare indigestione, vorrei segnalarvi un libricino frivolamente piacevole, regalo del mio figliolo.

 

Piluccando qua e là,  uno spassoso spaccato di vita di coppia (un po’ meno per chi dovesse viverlo).

 

 ‘Silenzio e dissenso’.

 

“ C’è qualcosa che non va?” chiede lui.

“No, niente” risponde lei.

 

In questi casi gli uomini si dividono in due categorie.

 

Alla prima categoria appartengono quelli che sanno benissimo che qualcosa c’è che non va e infatti non insistono troppo al tuo “Niente”. E quando cominci a parlare col gatto fanno finta di nulla e accendono la televisione perché ‘Quelli che il calcio’ è un appuntamento che non possono perdere  tanto meno quando tu parli col gatto.

 

Alla seconda categoria appartengono coloro che non sanno veramente cosa c’è che non va e dunque quando tu rispondi “Niente”, si mettono tranquilli, la fronte  torna serena, e accendono la televisione per vedere  ‘Quelli che il calcio’.

 

A questo punto, tu  potrai anche parlare col gatto per quattro giorni di seguito prima che lui cominci a preoccuparsi…per il gatto."

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Ovviamente la discussione è aperta risapetto ad altre eventuali categorie di uomini e animali da assumere come interlocutori.

In un mio, seppur remotissimo caso, sostituirei PesceBollo al gatto.

 

tratto da: .‘dimmi dammi fammi’

di Claudio Sabelli Fioretti ed. Aliberti.