Forse The wolf of New York di Martin Scorsese con il magnifica Leo Di Caprio si accaparrerà molti Oscar perchè è un film routilante che ti tiene legato alla sedia e non ti lascia riprendere fiato e, tanto sono sempre stra ‘fatti’ i personaggi che alla fine esci dalla sala più sballato di tutti loro.
ma…
Dallas buyers Club per me è sicuramente molto più avvincente. Niente affatto pesante o palloso o – peggio – strappalacrime.
Racconta una storia realmente accaduta negli anni Ottanta e la lotta spesso borderline del protagonista di potersi curare oltre il lecito per avere accesso alle cosi dette cure compassionevoli.
Matthew McConaughey il ‘bello’ delle commedie americane, il fidanzato d’America per girare questo film è dimagrito di 15 chili ed è perfetto nell’irruenza da macho insospettabile e fragile nei momenti della verità.
La questione che si dibatte in questi giorni in Italia è attualissima ( cura Stamina, lasciando da parte le scorrettezze e i dubbi sui ritardi di giudizio o suoi giudizi affrettati del Ministero della Salute e sui detentori del non brevettato metodo): lo Stato ha l’autorità di vietare la cosiddette cure compassionevoli ai malati terminali sopratutto se queste pseudo cure (placebo) ritardano la morte spesso a vantaggio (illusorio, forse, del malato) della qualità della vita?
Andate a vedere questo film senza essere prevenuti come lo è questa recensione di Mymovie:
“Dallas buyers club è infatti un racconto sentimentale molto ruffiano, che cavalca l’esaltazione della reale battaglia per la conquista del proprio diritto alla vita da parte di un uomo che compie tutto il percorso da deprecabile fino ad adorabile, un eroe pieno di difetti e dunque ancor più amabile, decisamente meno interessante, complesso o profondo di quanto l’interpretazione di McConaughey non cerchi di farlo apparire.”
Ma delle persone comuni a chi importa? e su Ron Woodroof invece hanno fatto un film…
e comunque a me è piaciuto.