“Sinceramente non sono affatto d’accordo sul ruolo da protagonista dei cani che aimè invece sono del tutto marginali, nessuno di loro è nemmeno minimamente approfondito, puro contorno che permette alla Shine di collegare fra loro personaggi altrimenti estranei fra loro. “.
Questo commento ‘anonimo’ è riferito al libro I newyorkesi della scrittrice Katleen Schine.
Bene, credo8 che questo signore, o signora, non abbia un cane altrimenti non si sarebbe espresso in questi termini. Il giudizio sul libro piò essere opinabile, dipende dai gusti, ma il ruolo del cane all’interno non già di un nucleo familiare ma di una comunità è determinante ed io aggiungo, assai più di un delizioso bambino biondo riccioluto.
Finchè la mia vita era regolamentata dal lavoro a tempo pieno figlio e cane erano assoggettati ai miei orari e il parco o il mare o una passeggiata fuori porta venivano programmati per i giorni di festa. E comunque sempre con un po’ di ansia.
Così non è per Sally che estate e inverno tra sole e pioggia, nei momenti migliori, vive di parco
(e che parco!)
Molti e molte di noi che ci leggiamo hanno un cane, Tatanka, Willy, Gleed, Spillo e tanti ancora e sappiamo che ruolo importante abbiano nella famiglia.
Fuori i cani fungono da vero e proprio collante obbligando i loro padroni a legare con altri esseri umani, a superare pregiudizi , timidezze e inibizioni tanto che da anni alcune patologie come l’autismo o la senescena. O malattie croniche si attenuano con la ‘Pet teraphy’.
Al parco, al mio Parco delle Valli, poi, nella zona riservata ai nostri cani si sono create nuove amicizie e, non solo tra i più giovani, sono nati (e quel che mi risulta perdurano) nuovi amori.
Il libro? “I newyorkesi”. Un libro delicato, una bella favola. Una evasione piacevole. Chi ha letto della Shine Lettere d’amore ne conosce già la leggerezza con la quale affronta ogni situazione coinvolgendo il lettore senza che se accorga e , suo malgrado, anche nei risvolti più dolorosi dell’esistenza.
“Ecco allora Jody, Polly, Everett, George, Simon, Jamie, Doris, Alexandra: una galleria di personaggi, alcuni più approfonditi, altri solo brevi comparse nella narrazione, che ci raccontano New York come non la conoscevamo: il parco gelato d’inverno, il caldo afoso delle estati cittadine, tutto attraverso le passeggiate dei cani con i loro padroni. E davvero sono proprio questi ultimi ad essere i veri protagonisti delle storie che si intrecciano: Beatrice, l’enorme Pitbull bianco, che diventa quasi l’unica ragione di vita della sua padrona, la bionda quarantenne nevrotica Jody.”
Vi consiglio di ascoltare/leggere questa bella intervista a Kathleen Schine che da sola annulla tutto quello che ho scritto.
Peccato, o per mia fortuna, mi avete – forse – già letta.
Buon fine settimana…in libreria.