Bisogna scegliere chi si vuole amare
Svolgimento
Ai miei tempi, quando avevo vent’anni io, i miei coetanei
erano degli imbranati arroganti e sciocchi.
L’approcio era il classico: “O me la dai o scendi”. Rudina, scendere dalla tua ‘mitica 500’ cantata da Paolo Conte.
Il primo amore a tutto campo fu segnato da due mie
pressanti domande: “Ma quando finisce di ‘zompettarmi’
sopra” e “sarò frigida per davvero?”.
Per fortuna arrivò il grande amore 43enne ad affrancarmi in tutti i sensi e finalmente tirai un so(re)spiro di sollievo, liberata dai miei dubbi, anzi molto bendisposta.
Continuai , dunque, a prediligere gli uomini adulti, così seducenti, così esperti, così padroni di sé (e di me).
Oggi il mondo, tra sesso-droga e videotapes si è modificato.
Uomini e donne hanno piena (in)coscienza delle reciproche differenze, hanno cominciato timorosi a dialogare. A piacersi.
O forse non è proprio così ma a me rassicura questa idea.
Improvvisa la catastrofe.
I miei giovani di allora, gli imbranati, oggi cinquantenni, sono diventati pallosi dirigenti, referenti politici, intellettuali a tutta tv, nevrotici mariti sempre in fuga a rincorrere le loro primavere e le fanciulline in fiore nonostante i malcelati acciacchi.
Ovviamente i pochi esemplari portatori sani di virtù sono fauna, giustamente, protetta e raramente circolano senza guinzaglio.
MI sono trovata spiazzata. Ho dovuto rifare il punto.
Ho cominciato ad apprezzare il corteggiamento dei nuovi giovani, quelli curiosi, giustamente furiosi, vitali, quelli che amano confrontarsi, quelli che la cultura la sperimentano senza presunzione e la praticano cercando una strada.
Quelli che, soprattutto in un’ora sanno dove (voglio) andare e non mi guardano con lo sguardo stralunato: “Cooomeee? Adessooo? Ma tu sei tutta matta”:
Già il punto è che un po’ hanno ragione almeno in questo: sono un po’ tanto matta.
Dicotomia tra momenti diversi ma pur sempre matta.
Perché proprio oggi?
Facile: si avvicina il mio compleanno.