a kiss is just a kiss?

Piove, ha preso l’abitudine di piovere tutti i santi pomeriggi, il cielo s’ingrigisce, l’aria diventa pesante, una cappa cupa a racchiudere la scena, poi un tuono fa tremare la terra e libera l’acqua.

Pioggia

Osservo, CON questo buon sapore di pesca di una primavera aspra e sugosa, una goccia in bilico tra le increspature del labbro inferiore sta per cadere viene recuperata sulla punta della lingua le labbra si serrano precise.
Un bacio, il sapore di un bacio, quel bacio, sempre nuovo e stropicciato tra i ricordi, vissuto in prima persona, che nessuna letteratura potrà mai eguagliare. Altri baci.

Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse :
quel giorno più non vi leggemmo avante.”
Dante, Inferno, Canto V. vv.133-138

«Ma poi che cosa è un bacio?
Un giuramento fatto un poco più da presso,
un più preciso patto,
una confessione che sigillar si vuole,
un apostrofo rosa messo tra le parole t’amo.»
Cyrano de Bergerac – Edmond Rostand

E tra l’estasi peccaminosa di Paolo e Francesca sprofondati in quel loro bacio e il realismo un po’ cinico di Cyrano che scivola nella concessione di un apostrofo rosa, altri versi:

”Dammi mille baci e poi cento, poi altri mille e poi ancora cento; ancora un secondo centinaio e poi ancora mille… fino a non poterli più contare”, Catullo, A Lersbia

“Morto ti faccio coi baci? La credi un’ingiuria codesta? – Fammi pagare il fio: baciami tu!” Stratone di Sardi

“ Labbra, voi, porte del respiro, suggellate con un giusto bacio il contratto senza termine con la morte ingorda…”. William Shakespeare , Romeo e Giulietta.

“Odilo, la mia bocca è tuttavia rugiadosa d’un suo bacio e le mie guance sono state inondate dalle lacrime di Teresa. Mi ama, lasciami in tutta l’estasi di questo giorno di paradiso…”. Ugo Foscolo, Iacopo Ortis

“Ch’io senta fremerti – la bocca odorosa di arancia, – fresca, vermiglia, ne ’l bacio mio”. Gabriele D’Annunzio

Mille e mille baci struggenti, appassionati, erotici, trasgressivi, ‘baci rubati’, desiderati e tanti ancora, tutta la letteratura si arricchisce di almeno un bacio e
Voi,
con quale bacio arricchireste questa mia pagina?
Con quale dipinto?

sirene

LUNGA SEQUENZA DI PICCOLI BACI , DOLCE AMARA CREMA CATALANA

PUNTI DI SOSPENSIONE TACITO ACCORDO

NON INVITO E NEPPURE PREGHIERA

NEL TEPORE SGUALCITO DEL RISVEGLIO, OCCHI SOCCHIUSI

GINOCCHIA  CATTEDRALE

DI UN CORPO TRANSENNATO

LAVORI IN CORSO

SPERIMENTARE LA SOLITUDINE

NESSUN DOLORE.

COSCE IN CONTROLUCE MUTANO IN SUPERBA, SCINTILLANTE CODA.

SIRENA CHE RIAFFIORA BYPASSANDO LA NOTTE.

COME FANNO PIPÌ LE SIRENE?


foto sherazade – Isola di Favignana

 

foto sherazade – In quasi alto mare

Estate

Al mare sono legati tutti i miei ricordi piu’ belli.

Quando ero bambina io, non si andava in vacanza tout-court. Noi bambini della buona borghesia piemontese alla fine delle scuole venivamo spediti in campagna o in montagna nel paese delle nostre domestiche venute a servizio in città da ragazzine. Io e mio fratello venivamo parcheggiati nella cascina della Mariusccia in un paesino minuscolo in alta montagna della Valle d’Aosta: Ussell. Oggi un ammasso di pietre.

Ho toccato il mare per la prima volta che avevo sei anni e mia madre nelle nostre passeggiate sulla spiaggia spesso mi raccontava della mia faccetta attonita quando le chiesi “Dove finisce questo mare?”.

Poi i miei nonni comprarono una villetta a Rapallo, io ero un’adolescente che si affacciava al mondo e li ho vissuto i primi amori incantati sul lungomare al tramonto, semi nascosta a ‘pomiciare’ nell’erba alta delle colline con le rondini – quante rondini! – oppure accucciata sul fondo di una barca a remi ancorata o, ancora, dietro una cabina bianca e azzurra proprio come in certi film d’epoca.

Il mio più grande problema a quei tempi era ‘imparare’ a baciare, baciare bene e sopratutto supera quel primo impatto di intimità delle due lingue l’una nella bocca dell’altro. Non fu difficile e via via arrivò la scoperta del corpo dei suoi languori quando le mani come polipi strappavano i costumi e le bocche percorrendolo lasciavano una scia viscida di saliva. Un tuffo calmava i bollenti spiriti ed io tornava la ragazzetta perbenino di sempre, almeno credevo.

Il mare mi era entrato nell’anima e su quella barca che sembrava cullarmi ebbi il mio primo vero rapporto. Solo il mare ancora oggi riesce a placare ogni mia ansia come sapeva fare la carezza di mia madre.

Il mare. Il mare vero delle nostre isole. Delle piccole selvagge e assolate isole italiane non quelle modaiole ma Alicudi o addirittura Filicudi dove vent’anni fa mancava la luce e l’acqua era portata due volte a settimana dalla nave cisterna.

Il mare dei lunghi desideri, alla scoperta di lidi lontani e ancora in parte inesplorati: le isole greche e le sbronze di Uzu, Maldive, Sea Shells, Isole Vergini, Capo Verde e la scoperta della grande musica di Cesaria Evora. Sempre tanto mare e tante isole. Niente vita mondana niente movida.
Mare e tanto sesso perchè il mare è un potente afrodisiaco, i corpi sono già nudi e bruciano e il sudore li rende luminosi, ora sgusciano via ora si avvinghiano

Sabato sono stata in una spiaggia di un mare non mare alle porte di Roma ma io lo amo molto perchè è legato alla prima infanzia di mio figlio che naturalmente da anni mi ha abbandonata al mio destino. La sera c’è stata l’inaugurazione dello stabilimento. Giocolieri si cimentavano con aste di fuoco. Ballerini sui trampoli. Il teatro era la spiaggia che le luci rendevano argentata, il mare cupo, non una stella. Buona musica, gente colorata, un’oasi rubata alla quotidianità.

Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro per dare l’esempio! JacquesPrévert.

Un alito di vento, un sussurro indecifrabile, cingendomi le spalle mi hai detto qualcosa.

E’ cominciata un’altra estate.

La recita di Bolzano


“Allora baciò la servetta a Bolzano, in una camera della Locanda del Cervo, tre giorni dopo la sua fuga dai piombi (…)

Le due bocche si incollarono l’una all’altra, ed ecco cosa accadde: qualcosa cominciò a cullarli. Era un moto ondeggiante che ricordava le coccole fatte ai piccini, come quando un adulto prende tra le braccia un bambino che ha giocato molto ed adesso è triste perchè si è stancato e tra poco farà sera (…) continuarono a baciarsi, il moto che li cullava, quel rullio strano e malinconico, li travolgeva a poco a poco nel bacio, come fa il mare il cui andare oscillante è al tempo stesso ninnananna e pericolo, fatalità e avventura.

Fu come se stessero precipitando giù dalle rive della realtà in preda ad una vertigine, per accorgersi poi con stupore che riuscivano a vivere e a muoversi anche in quel elemento, nell’elemento ignoto della fatalità e che poi non era tanto sgradevole allontanarsi dalla sponda, lasciandosi cullare dolcemente, smarrire ogni contatto (…) Ogni tanto tra un bacio e l’altro si guardavano intorno con occhi assonnati, come se sollevassero il capo dalle onde per poi lasciarsi ricadere in basso in quel elemento pericoloso e ristoratore, lenitivo e indifferente, pensando :

‘Forse non è poi tanto orribile sprofondare nel nulla! Forse è quanto di meglio possa offrirci la vita: farsi cullare così e perdere la memoria.’

E, dopo aver spalancato le braccia con gesti supplichevoli ed invitanti, ciascuno strinse a sè con forza il capo dell’altro.

Fu così che continuarono a baciarsi.”

E’ ‘il’ libro che da anni e per anni resterà sulla mensola sopra il mio letto. E’ un libro struggente, autunnale. Un grande romanzo sull’amore e sull’egoismo calcolatore di un Giacomo Casanova in declino. fuggito dai Piombi, soprattutto incapace di salvare sè stesso da sè stesso e dunque eternamente in fuga.
Una fuga senza speranza perchè ogni porta del suo mirabolante passato, anche quella rappresentata dalla giovane contessa di Parma che ora rivendica di aver tanto amato, gli si chiude violentemente con le parole del vecchio Conte:
“ Fatti conoscere da lei, Giacomo, affinchè si renda conto che per lei non esiste una vita diversa da quella che le ha assegnato il destino, che tu sei l’avventura e che per lei non esiste nessuna possibilità di vivere insieme a te, perché tu sei la notte, la burrasca e la peste che sorvolano i paesaggi della vita, ma poi arriva il mattino, sorge il sole e la gente disinfetta le case, passa la calce sui muri e strofina i pavimenti…”

Certo nulla da eccepire al ragionamento del vecchio Conte ma…è davvero tutto cosi netto? Notte e luce del giorno così distanti come se non ci fosse tra loro un’Aurora attraverso la quale la notte si illumina e muta in giorno?
La rinucia come saggezza o rimpianto?

in tempi di sacrifici…con 24mila baci

 

“Non solo amore:  baciarsi fa perdere peso, giova alla pelle e attenua lo stress, grazie al lavoro fisico delle labbra e al rilascio di ormoni buoni come l’ossitocina. Ecco dunque quattro buoni motivi per non rinunciare mai al bacio.
Questioni di linea
Un bacio smaltisce le calorie, almeno 2 o 3 ogni minuto. Quindi un’effusione lunga e languida può essere benefica per il fisico quanto fare 500 metri di corsa. Alain Gaundev, nel suo 1001 cose che non sapevi sul sesso ha misurato che una coppia che si bacia ogni giorno, può anche permettersi senza sensi di colpa una fetta di torta al cioccolato ogni giorno. Meglio di così…
Lifting alla pelle
Un’appassionata sessione di baci fa lavorare intensamente i muscoli della bocca e del viso. Quando si è nel turbine della passione, e le labbra si avvinghiano,  sono all’opera contemporaneamente 31 muscoli, dodici del viso e ben diciannove della lingua. Il tutto ha un effetto tonificante visibile da subito: meglio di un massaggio.
Anti-stress
Un bacio permette il rilascio di ossitocina, un ormone che abbassa la pressione del sangue e rallenta la frequenza cardiaca. A tutto beneficio del bisogno di relax. Inoltre, il bacio favorisce l’aumento delle endorfine, le sostanze che sul nostro corpo hanno un effetto benessere che nient’altro può garantire, con proprietà simili a quelle degli oppiacei, ma più forti e senza rischi per la salute.
Infine, l’amore
Ancora un merito per l’ossitocina che viene prodotta dal bacio: è praticamente un ormone sociale. Aumenta le funzionalità dell’encefalo, e amplifica l’empatia, la capacità di stabilire un collegamento emotivo con l’altro. Insomma, aumenta la sensazione, fisica e tangibile, del legame con l’altra persona. Più ci si bacia, più ci si ama.”
 Ossignur! Satissimi numi del cielo!  ho finalmente capito perché in questi ultimi tempi sono:
  1. lievitata di peso,
  2. la pelle presenta qualche grinzetta in più
  3. sono terribilmente stressata
  4. empatia col mio prossimo a zero.
“Che cos’è un bacio se non una parentesi rosa a tanto tribolare? “

 

Nonna Lisa smile

 Qualche anima buona che s’offre?  Oppure avete problemi più grandi da risolvere? ma in fondo in fondo…non costa nulla 🙂