Il voto romano e Pietro Ingrao

 

Marded’ 30 marzo Pietro Ingrao compirà 95 anni, un giovane dalle idee chiare.

Buon compleanno Pietro!

A proposito di Berlusconi, per chi voterà domenica Ingrao?

“Voterò per Emma Bonino naturalmente”

Darà un voto di preferenza?

“Stavolta penso che voterò per il partito di Nichi Vendola, per due ragioni. La prima è che ha fatto una bella politica in Puglia, la seconda perché è gay

Già che siamo nell’attualità, lei cosa pensa di Berlusconi?

“Penso che è un reazionario di bassa lega. Quindi se non viene liberato il campo dalla sua presenza non vedo facili riscosse. L’impiccio è pesante ma il soggetto che può fare pulizia è ancora tutto da costruire”.

Moriremo berlusconiani, allora?

“Nella mia lunga vita ho vissuto tempi in cui l’Europa era dominata da nazisti in forme impensabili e inaudite, penso ad Auschwitz, eppure da quegli anni cupi e bui è nato quell’evento straordinario che fu la Resistenza. La storia insegna che non ci sono partite chiuse e Berlusconi è assai più debole dei reazionari che sconfiggemmo nel secolo scorso”.

Ma lei vede in campo un avversario in grado di batterlo?

“Sinceramente no, almeno dal mio punto di vista. Io sarò pure antico ma penso ancora che ci vorrebbe un soggetto di classe, l’analisi di Marx per me è ancora valida, il punto chiave è sempre lo stesso: la questione di classe”.

Lei si considera ancora comunista?

“Certo, il mio colore è sempre il rosso”.

Però nella sua vita diverse volte ha criticato aspramente il comunismo realizzato, l’Unione Sovietica?

“Soprattutto dopo il rapporto segreto di Krusciov, quello del ’56 sui crimini si Stalin. Lì ho capito gli errori e gli orrori dello stalinismo, che ha umiliato ed offeso la libertà dei sovietici. Ma ricordo benissimo che molti trai i dirigenti del PCI e tra i militanti non erano affatto convinti della verità di quelle rivelazioni, a cominciare da Palmiro Togliatti. Invece avremmo dovuto essere molto più critici ed audaci nell’innovazione politica. Devo dire che in questo senso si distinsero Giorgio Amendola e Giancarlo Pajetta, i più duri contro Stalin. Peccato però che nel dibattito interno al PCI, sulla questione della libertà di dissenso, fossero i più stalinisti…”

La Stampa. Parte dell’ ntervista di Riccardo Barenghi

 

 

Sebben che siamo donne, paura non abbiamo

 

 

.

.

Il voto – come  in questi giorni stiamo sottolineando nei nostri blog –  è un diritto e allo stesso tempo un dovere dei cittadini, ma pure essendo tutti, senza distinzione di sesso, portatori dello stesso diritto, le donne  si sono viste negare questa parità giuridica e la conquista del voto amministrativo e politico è stata lenta  e si estende  ancora oggi a un terzo dei paesi che fanno parte dell’Onu.

Infatti, solo  a partire dai primi anni del Novecento, alcuni Stati hanno concesso alle donne il diritto di partecipare direttamente alla vita politica del proprio paese, attraverso il diritto/dovere del voto.

Una curiosità: il  primo Stato a riconoscere questoo diritto è stato la Nuova Zelanda nel 1902, l’Italia solo nel 1946.

 

La popolazione italiana al luglio del 2009 toccava i 58.126.212  milioni di individui così suddivisi:

 0-14 anni: 13,5% (4.056.156 maschi / femmine 3.814.070)
15-64 anni: 66,3% (19.530.696 maschi / femmine 18.981.084)
65 anni e oltre: 20,2% (4.903.762 maschi / femmine 6.840.444).

.

E’ successo, ieri, che l’ineffabile presidente del  consiglio, Berlusconi, nel suo comizio elettorale al Lingotto di Torino abbia indirizzato le sue attenzioni – insinuanti e di pessimo gusto – verso Mercedes Bresso, presidente della regione  Piemonte e candidata del centrosinistra per le prossime regionali, naturalmente utilizzando quel suo ammiccante e polveroso linguaggio da cabarettista:

 "Sapete perché – arringa sornione – Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata".

Care donne, diciamolocelo tra noi,  ma quante anche tra quelle che lo voteranno -perché è indubbio che vi siano anche donne che lo votano questo bellimbusto da strapazzo – a parte quella minoranza di ‘sventole’ che sgambettano nelle televisioni, ripeto. quante di noi, donne normali più o meno gradevoli, a volte belle, anche bellissime,  guardandoci allo specchio appena sveglie (e non) ci facciamo prendere dal cattivo umore? e tuttavia cominciamo la nostra giornata più o meno ‘ingrugnate’?

Come Rosi Bindi, (altra miracolata dalla attenzioni del premier) anche Mercedes Besso è una donna impegnata in politica e dovrebbe essere ‘attaccata’ sul piano politico e non su quello estetico, che per entrambe è comunque dignitoso e normale senza essere una maschera di cerone,  il corpo sorretto da invisibili puntelli.

Ah, dicevo, se solo le donne  – tutte –  si ribellassero a questi insulti che indirettamente imbrattano ognuna di noi, indipendentemente dal colore politico, e gli negassero il loro voto? 

Donne (e uomini,naturalmente) disarcioniamo il Cavaliere! !!

 

Intelligente, sensuale: una vera buongustaia

 

 

Oggi gran brutta giornata per essere il ‘primo giorno di Primavera’!

 

E dunque spulciando la rete ho trovato un test-ino carino che ho fatto e che mi piacerebbe ri-proporvi, pregandovi di inserire nei commenti il (vostro)  profilo che ne verrà fuori.

 

“Dimmi come mangi e ti dirò come sei a letto”

 

Sappiamo bene che vi sono molte correlazioni tra il cibo e il sesso e dunque è attraverso il rapporto che noi abbiamo con entrambi che si definisce il nostro ‘agire’ in camera caritatis o..insomma dove ci è più congeniale o dove ci coglie (sia cibo che sesso) quella voglia improvvisa.

 

Ecco il link : http://www.ridigratis.com/Passatempi/sessocibo/partenza.asp

Queste le risposte che mi pongono senza veli ai vostri occhi

 

Domanda 1 risp 3

Domanda 2 risp 1, 7 e 9

Domanda 3 risp  6

Domanda 4 risp 1

Domanda 5 risp 7

Domanda 6 risp 1

Domanda 7 risp 2

 

PER LEI: Una donna come te, elegante, sensuale e intelligente è il top, sei anche così ben predisposta a goderti la vita che dovrebbe essere un piacere starti accanto! Non essere snob e non accontentarti neanche del primo venuto, puoi conquistare l’uomo dei tuoi sogni, hai tutte le carte in regola, basta che te lo porti a letto e non te ne liberi più! Per conquistarlo? Fatti invitare a cena! (magari facendogli credere che è stato lui a conquistarti) ……..vi risparmio tutto il resto per  un eccesso di pudore.

.

.

.

Una primavera a Granada

 

 

Ci sono, poi, uomini che quasi certamente non incontrerai più nella tua vita e che ti rimangono nel cuore perché in un giorno di contagiosa allegria, in cui tutto era stato possibile, anche ballare il flamenco sulle stesse tavole della cueva, piccola e angusta, dove  María La Canastera era regina indiscussa, e tu sentivi la stretta della sua mano mentre nell’altra tenevi il tovagliolo di carta su cui lui aveva scarabocchiato per te poche rime:

.

Tu risa

es

como la fe

justifica

todos mis dogmas

de amor.

Quando

tù ries

yo creo

que

estoy

vivo.

 

"Perf(c)ezioni provvisorie" (*)

 

 

Grazie al cielo!

 

…quella volta che a Rapallo giocando d’anticipo la sera mi  hai lasciata, al mio margarita e sopra tante stelle  (dolce notte, quante stelle, mai le vidi in ciel sì belle, trema brilla ogni tenue favilla…) al piano-bar di fronte al mare per telefonare ai tuoi figli che ohohohlàlà erano, invece, un’altra lei.

 

…e rientrando a Roma, con voce lontana, ad una sosta in un’azienda vinicola delle Cinque terre dove comprare del buon vino per il mio compleanno, con  tempismo da  centometrista , tagliasti corto :

Scegli tu: io non ci sarò”.

 

Ci siamo incrociati l’altro giorno dopo anni e anni.

Mi hai guardata stupit(d)o:

“Non sei cambiata affatto”.

(“Tu si, imbolsito, cranio rasato alla moda che non nasconde la vera ragione, la solita eleganza stucchevole dei più:  grigio pe(i)rla senza allegria”).

 

Grazie al cielo!

(mi hai lasciata tu,  con un unico guizzo di genialità precognitiva).

 

 (*) (il titolo del post è ‘rubato’ a un commento di ranafatata)

.

relatività delle regole

 

 

 “L’arte e la parte insieme mi autorizzano ad affermare che votare scheda bianca è una manifestazione di cecità altrettanto distruttiva dell’altra, O di lucidità, disse il ministro della giustizia, Che cosa, domandò il ministro dell’interno, ritenendo di aver udito male, Ho detto che votare scheda bianca si potrebbe considerare come una manifestazione di lucidità da parte di chi l’ha fatto, Come osa, in pieno consiglio del governo, pronunciare una simile barbarità antidemocratica, dovrebbe vergognarsi, non sembra neanche un ministro della giustizia, sbottò quello della difesa.”

 Saggio sulla lucidità,  José Saramago

.

Superfluo dire quanto sia intensa e profonda la scrittura, di questo ‘pezzo da novanta’  premio Nobel della letteratura.

Mi ha sorpresa l’attualità (sapientemente voluta, ovvio)  della figura dei  “biancosi” che sconvolgono il sistema politico di una nazione,  perchè in larghissima parte scelgono di depositare una scheda bianca nell’urna, a conclusione di una tormentata tornata elettorale.

Saramago lucidamente – senza se e senza ma – ci ‘racconta’  come una popolazione scoraggiata e disillusa possa arrivare con un invisibile  passaparola a questa scelta tanto estrema quanto legale.

 

“Un’analisi impietosa, dura, caustica e pessimista del sistema delle democrazie occidentali, una denuncia critica e tristemente ironica delle armi che la democrazia usa per difendere sé stessa, una teorizzazione della possibile autonomia ‘anarchica’ di una città che non porta affatto allo sfacelo.”

 

Imperdibile, come sempre. Una ragione di più (e non ne servono molte) per esercitare il nostro dovere di cittadini proprio quando i nostri diritti vengono

spudoratamente  disattesi anche sovvertendo le regole.

 

una mimosa il mio segnalibro

 

Malalai Joya, una giovane donna,  una ragazza con una vita ‘blindata’..

A venticinque anni, da sola, osò sfidare i Signori della guerra.

Prese il microfono nel Consiglio afgano (era tra i delegati eletti della provincia di Farah) e prima che riuscissero a farla tacere con la forza,  sconfessò l’Assemblea composta per la maggioranza da quei capi mujahiddin  che in decenni di lotte per bande hanno ridotto alla disperazione l’Afghanistan  ma, soprattutto,  Malalai  in quell’occasione, denunciò apertamente la misoginia e lo stato di  schiavitù in cui vivevano oggi quasi più di ieri,  le donne del suo paese.

Si racconta che da quel giorno, inspiegabilmente, ogni volta che prendeva la parola,  il microfono fosse rotto o mancasse la corrente…

 

Vive sotto scorta, Malalai,  figlia di una famiglia numerosa e di un padre lungimirante che di nascosto ha fatto studiare anche le sue figlie; gira di continente in continente  per mantenere viva l’attenzione del mondo. Parla di donne, Malalai, dello stillicidio di tante ‘piccole’ guerre, di diritti, di nuclei famigliari smembrati  come il suo.   Eppure  attraverso il burqa che spesso è costretta a indossare per nascondersi, emerge il suo sguardo di ragazza ‘felice’, di donna che ha trovato spazio anche per l’amore. I figli no, perché quel che conta ora è l’impegno verso il suo paese e le sue sorelle.

 

Lasciamo integre le gialle,  allegre mimose. Risparmiamoci consumistiche  libere uscite.

,

L’8 marzo, per la Festa della donna 

.

facciamoci regalare dai nostri compagni, di qualsiasi grado, oppure regaliamoci  un libro, un libro che sia scritto da una donna, un libro da donna a donna.

 

Il mio libro per voi è, appunto, di  Malalai Joya:

 

“Finchè avrò voce – La mia lotta contro i Signori della guerra e l’oppressione delle donne”

 

Buonissimo 8 marzo,

,

care amiche  

e buona lettura anche ai nostri compagni di percorso che ci regaleranno un libro e una mimosa

,

 

“……Da una anno e mezzo non dormo più a casa, cambio posto ogni due tre giorni. Ma la mia gente, i miei amici, la mia famiglia sono con me e mi appoggiano. E in più ora ho anche il sostegno di mio marito, che studia agronomia a Kabul. Ha un anno più di me. Ci siamo sposati da poco, lo scorso 8 marzo, il giorno della festa delle donne. E’ stato un matrimonio d’amore, non deciso dalle famiglie. Per ora non avremo figli perché voglio dedicarmi al mio lavoro: difendere i diritti del mio popolo”.

Al contadino non far sapere…

Plumcak-ino di pere  e cioccolato

2 pere tagliate–150gr di cioccolato fondente–1 cucchiaio di cacao amaro–200gr di farina bianca–150 gr di burro–150 gr di zucchero a velo–5 tuorli–3 albumi–1 bicchierino di liquore all’arancio–1 bustina di lievito per dolci

Fondere il cioccolato a bagnomaria.– Sciogliere il burro.
Separare i tuorli dagli albumi.
Sbucciare le pere, tagliarle a dadini e infarinarle.
Montare gli albumi a neve con un pizzico di sale.
Montare a mano i tuorli con lo zucchero a velo,  aggiungere il burro e continuare a montare, aggiungere il cioccolato fondente sciolto e il cacao amaro.

Amalgamare il tutto con l’aggiunta di 1 bicchierino di liquore all’arancia, la farina setacciata e mescolata con il lievito e gli albumi montati a neve; per ultime le pere già preparate.

Imburrare ed infarinare uno stampo da plumcake e versarvi il composto.
Guarnire anche qualche fettina di pera in superficie.
Mettere in forno già caldo  a 180° per circa un’ora.

Quella la ricetta originale.

Io di solito sostituisco le  pere con  l’ ananas (stesso quantitativo, stesso procedimento),   invece del liquore all’arancia un po’ di cognac. E per finire,  utilizzo due  contenitori ‘usa e getta’ anziché uno riducendo, di conseguenza, a 45 minuti il tempo di cottura.