Sei bella, di Alda Merini
E non per quel filo di trucco.
Sei bella per quanta vita ti è passata addosso,
per i sogni che hai dentro
e che non conosco.
Bella per tutte le volte che toccava a te,
ma avanti il prossimo.
Per le parole spese invano
e per quelle cercate lontano.
Per ogni lacrima scesa
e per quelle nascoste di notte
al chiaro di luna complice.
Per il sorriso che provi,
le attenzioni che non trovi,
per le emozioni che senti
e la speranza che inventi.
Sei bella semplicemente,
come un fiore raccolto in fretta,
come un dono inaspettato,
come uno sguardo rubato
o un abbraccio sentito.
Sei bella
e non importa che il mondo sappia,
sei bella davvero,
ma solo per chi ti sa guardare.
Due giorni, solo due giorni, separano le grandi manifestazioni a sostegno della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne eppure, oggi, ben due donne – specifico, nella nostra bella Italia, perché diversamente dovremmo parlare di migliaia di donne nel mondo ogni giorno- sono state uccise per mano dei loro compagni.
Così tante parole di analisi, buoni nuovi e vecchi proponimenti, recrudescenza delle pene.
Sono portata a credere, anche come volontaria di Telefono Rosa, che il male. ha radici (ancora) troppo profonde e che, soprattutto, il sostegno è irrisorio sia da parte delle Istituzioni che della società patriarcale e non.
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancorja dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.”
Alda Merini
Celebrare tutte le donne – oggi – è fondamentale e doveroso per ribadirne e rispettarne il multiforme universo, per cercare di combattere, senza retrocedere mai, quell’eterna piaga radicata nelle culture patriarcali che si impone tra reiterate violenze e prevaricazioni. La morte spesso unica via. ‘Educazione sentimentale’ ? Quante parole inutili proprio in questi giorni quasi che la morte della 108 vittima di femminicidio, la giovanissima Giulia, fosse una novità anche per quest’anno … Rispetto! (ri)Partiamo dal rispetto, perché solo se ti rispetto come donna e come persona altro da me io posso riconoscerti e (forse) amarti. Ma è il mio pensiero tra mille.
I riscaldamenti sono spenti e la casa si è raffreddata. Piccoli brividi.
Cappuccino schiumato bollente e la compagnia è preziosa.
Apro il quotidiano e:
” 11 mesi di paura in una cantina e il cuore di Ilja si ferma a 6 anni. ” Dall’inizio della guerra in Ucraina a novembre (ultimi dati ufficiali) oltre 1.170 bambini sono stati uccisi o feriti; chi non fugge vive nel terrore.
Qui, in Italia, bel oltre l ‘ Iran, “Donne Vita Libertà”, non serviva un altro femminicidio. (il secondo del 2023) quello di una giovane donna 35enne romana, Martina, freddata per strada davanti al ristorante dove si era incontrata per l’ultima volta col suo ex compagno per riconfermare il suo desiderio di lasciarlo ma “o mia o di nessun altro” un colpo di pistola e Martina resta a terra.
Poi. . . le comiche ricorrenti sulla monnezza di Roma e la sporcizia, dunque l’ invasione dei prolifici cinghiali.
Il decreto che permette l’uccisione anche in città… la foto di un novello arciere a caccia di cinghiali in zona tiburtina con arco e frecce! Dio non voglia accada il peggio!
ops! Il cielo si è schiarito, un ultino sorso e il cappuccino è finito.
Laura Sabbadini ex dirigente responsabile del Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali dell’Istat, all’interno di una intervista risponde così alla domanda :
“Cosa risponde a coloro che obiettano che gli uomini vengono comunque uccisi in misura maggiore delle donne?”
“Che è vero e non solo in Italia. Ma gli uomini vengono uccisi da altri uomini per motivi differenti, spesso per criminalità organizzata. Le donne, invece, vengono uccise in quanto donne, mogli, fidanzate, ex compagne. Per contro la percentuale di uomini uccisi dalle loro compagne o ex compagne è bassissima. Per questo dobbiamo parlare di un fenomeno fortemente connotato e strutturale che trae le sue origini dallo squilibrio nei rapporti di genere.”
🌻🌷🌼🌺🌸
“E poi fate l’amore. Niente sesso, solo amore. E con questo intendo i baci lenti sulla bocca, sul collo, sulla pancia, sulla schiena, i morsi sulle labbra, le mani intrecciate, e occhi dentro occhi. Intendo abbracci talmente stretti da diventare una cosa sola, corpi incastrati e anime in collisione, carezze sui graffi, vestiti tolti insieme alle paure, baci sulle debolezze, sui segni di una vita.“
Alda Merini
Io me, Sherazade, il figliolo e la cuginetta Michela
25 Novembre –Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Non posso che riproporre il mio stesso post di qualche giorno fa perché anche la violenza si presenta agli occhi di una donna nelle vesti del principe azzurro. A volte fortunatamente è un uomo gentile ed amoroso altre… NON giustificate neppure il primo schiaffoni, la violenza verbale. Non inventatevi crocerossina “io ti salverò!” … purtroppo la realtà testimonia altro.
Teniamo noi stesse e i nostri bambini lontani da queste brutture. Coraggio e testa alta, diceva mia nonna femminista ante litteram!
Io dico siamo solidali tra noi e teniamoci strettistrette sempre ❤
“Si dice, a volte, che uno sceglie questa o quella persona. Io non ti ho scelta. Sei entrata per caso in una vita di cui non andavo fiero, e da quel giorno qualcosa ha cominciato a cambiare… Ho respirato meglio, ho detestato meno cose, ho ammirato liberamente ciò che meritava di esserlo. Prima di te, fuori di te, non aderivo a nulla… Con te ho accettato più cose. Ho imparato a vivere… È così che si cresce davvero e si diventa un uomo. Con te mi sento un uomo. Per questo forse il mio amore è sempre stato pervaso da una gratitudine j
Una storia d’amore lunga sedici anni che Albert Camus, allora trentenne, ebbe con la giovanissima l’attrice Maria Casarès, all’epoca ventunenne, e si snodo parallela al matrimonio con Francine.
A distanza di alcuni anni dalla morte della moglie la figlia ha permesso la pubblicazione di queste lettere d’amore…
“Si dice, a volte, che uno sceglie questa o quella persona. Io non ti ho scelta. Sei entrata per caso in una vita di cui non andavo fiero, e da quel giorno qualcosa ha cominciato a cambiare… Ho respirato meglio, ho detestato meno cose, ho ammirato liberamente ciò che meritava di esserlo. Prima di te, fuori di te, non aderivo a nulla… Con te ho accettato più cose. Ho imparato a vivere… È così che si cresce davvero e si diventa un uomo. Con te mi sento un uomo. Per questo forse il mio amore è sempre stato pervaso da una gratitudine j
Una storia d’amore lunga sedici anni che Albert Camus, allora trentenne, ebbe con la giovanissima l’attrice Maria Casarès, all’epoca ventunenne, e si snodo parallela al matrimonio con Francine.
A distanza di alcuni anni dalla morte della moglie la figlia ha permesso la pubblicazione di queste lettere d’amore – che ho letto – e che svelano il lato fragile, follemente innamorato, di un mostro sacro come Albert Camus.
L’ ennesimo, femminicidio, estremo atto di un amore malato, mi ha catapultata nella realtà.
Ieri Elisa Mula, i suoi due bambini e la sua mamma, sono state sterminate dal suo compagno che non riusciva a rassegnarsi alla fine del loro amore.
Perché? Interrogativo inutile per una che come me dedica parte del suo tempo all’ascolto di donne che tentano di salvarsi da uomini violenti.
PERCHE‘? Perché la leggerezza che ci fa volare si può trasformare in lapide⁉️
Amiche e amici miei teniamoci strettistrette anzi strettissimi ❤
La felicità è qualcosa di grandioso, incommensurabile per chi riesce a non farne un feticcio irraggiungibile.
La felicità è oggi – primo giorno di Primavera (che poi sarebbe stata ieri per una serie di calcoli astrali), – quell’inpercettibile desiderio di pettinare con le dita a rastrello le margheritine ingarbugliate dalla pioggia e dal vento.
La felicità, quella vera, quella del profumo del pane appena sfornato, dei primi cinguettii, della camicetta scollata, è anche un po’ bastarda perché ti pone di fronte a quel tarlo che rema contro e ti ricorda di quanti apprezzerebbero ed invece sempre più sono condannati a desiderare uno straziante silenzio tra la raffica di una mitragliatrice e una bomba che esplode, le urla concitate degli aguzzini i gemiti e le preghiere delle vittime che finalmente trovano una collocazione attiva nelle società esercitando (a loro insaputa) un mestiere non so quanto a loro stessi allettante. Indietro non si torna. Mestiere a tempo indeterminato, nessun licenziamento per giusta causa.
“La vittima, che è diventato un mestiere… questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”.
Questo l’exploit dell’ex brigatista Barbara Balzerani, condannata a 30 anni di galera, direttamente implicata nel sequesrto e nell’uccisione del Presidente Aldo Moro, Mai pentita (e lo si capisce).
Una donna arida come un sercio, arrogante. Non che le donne quando ci si mettono, e se ci si mettessero, siano migliori degli uomini ma questo cinismo mi è repellente perché ‘la’ vittima porta con sè un sacco di implicazioni, si incatena indissolubilmente con la sottrazione di sé e al dolore che procura a quanti l’ hanno amata o semplicemente stimata. Il mestiere della vittima e il suo fiorente indotto.
Due giovanissime donne di vent’anni l’una e trentuno l’altra sono state uccise dai loro compagni in quest’ultima settimana a ridosso della nuova luminosa stagione.
La vita rinasce in Primavera, I ciliegi e la strabiliante bellezza della loro fioritura sono un rito molto seguito in Giappone eppure le nostre donne – mi limito a parlare di loro – sono subito ciliegie: una tira l’altra ma senza felicità. Vittime.
Nella primavera di sedici secoli fa, ad Alessandria d’Egitto, una donna accusata di eresia, poiché si dedicò alla relazione tra filosofia e scienza e per prima intuì che i pianeti compiono un’ellissi intorno al sole, fu assassinata. Fu aggredita per strada, spogliata nuda, trascinata nella chiesa «che prendeva il nome dal cesare imperatore», il Cesareo, torturata brutalmente prima di essere finita.
“Se mi faccio comprare, non sono più libera, e non potrò più studiare: è così che funziona una mente libera” (Ipazia, 370 d.C. Alessandria d’Egitto, figlia di Teone di Alessandria in Ipazia Vita e sogni di una scienziata del IV secolo)
Ipazia fu matematica, astronoma, sapiente filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica maestra di pensiero e di comportamento tanto da accecare d’invidia il vescovo Cirillo, che ne decretò la morte che invece di cancellare Ipazia dalla Storia la fece rivivere in eterno nella fantasia di poeti e scrittori di tutti i tempi. Fu, giustamente molto celebrata e idealizzata, a volte in modo mistificatorio aggiungendo o togliendo qualche tassella. Della sua vita si è detto di tutto, soprattutto della sua barbara morte: aggredita, denudata, dilaniata, il suo corpo fu smembrato e bruciato sul rogo. Fautori furono i paraboloni, fanatici esponenti di quella che da poco era diventata la religione di stato nell’impero romano-bizantino: il cristianesimo giust’appunto nel marzo del 415 dc!
Ipazia è stata una figura di donna ( e non è stata certo l’unica né – purtroppo – lo sarà) che sin dall’antichità non ha smesso di far parlare di sé e di proiettare la luce del suo martirio sulle battaglie ideologiche, religiose e letterarie arrivate all’oggi,
8 marzo 2018
giorno nel quale mi fa piacere regalare a tutte e tutti voi questo libro della storica e filologa Silvia Ronchey
Si tratta di un libro importante ed interessante soprattutto perché le notizie dirette sulla vita di Ipazia sono alquanto scarse: le due principali fonti antiche sono la Storia Ecclesiastica di Socrate Scolastico e gli scritti di Damascio, filosofo neoplatonico vissuto un secolo più tardi. Inoltre scritti di Ipazia sono andati perduti o incorporati in pubblicazioni di altri autori.
E poiché a ‘noi donne’ non si può dire di no, vi segnalo anche un bel film del 2009 di un regista con i fiocchi Alejandro Amenàbar ( Vanilla sky, Il mare dentro, The Others ed altri) : Agora interpretato dalla bellissima e brava Rachel Weisz, negli ultimi mesi molto attiva nel movimento hollywoodiano #metoo, nelle vesti di Ipazia. L’uscita del film in Italia fu ritardata di circa un anno perché ‘pare’ vi fossero delle resistenze da parte del Vaticano: infatti nonostante fosse stato riconosciuto il mandante della morte di Ipazia, Cirillo prese il potere su Alessandria ed in seguito, molto dopo in effetti, fu nominato santo e dottore della Chiesa e in particolare ‘dottore dell’incarnazione’ il 28 luglio 1882.
8 marzo 2018
A Roma è una bella giornata di sole ed io mi ricordo bambina con i fiori messi nei capelli e mia mamma e le altre donne per un giorno, almeno per un giorno, in corteo ballare spensieratetete.
Teniamoci strettestretteanzistrettissime
(ci può essere allegria nella consapevolezza del male e nella condivisione del dolore)
Per un imprevisto quanto tardivo, e per ora unico, rigurgito di politically correct ci si è accorti che la figura della ‘bellezza’ seminuda ammiccante e compunta che protegge dal sole, lei stessa bella quanto il sole, o dalla pioggia, anche di chi può solo ‘guardare ma non toccare’, il campione assume un ruolo servile e mortificante per l’universo donna subalterno all’Eroe (i). Dunque La Formula 1 dice addio alle ragazze ombrello e dal 2018, la griglia di partenza sarà popolata di “performer, vip e invitati” di primo livello (che vorra dire?) scelti di gara in gara dai vari organizzatori.
A me sembra che questo sia il classico caso del guardare al dito piuttosto che alla luna e comunque il discorso sarebbe lungo e bisognerebbe che prendesse l’avvio dal primo movimento femminista e dalle battaglie fatte dalle donne per le donne anche se molte di esse sopratutto delle ultime generazioni tendono a dare tutto per scontato e in un certo senso dovuto. Errore gravissimo.
Quando si dice, che la troppa (superficiale) sicurezza di sé ha reso vulnerabile la figura femminile e soprattutto incide sulla sua autorevolezza, io credo sia vero. Credo anche le in una buona parte la recrudescenza dei femminicidi ( di cui due venuti alla luce proprio oggi!) sia anche imputabile ad una distorta visione,cui molte donne non sono purtroppo estranee, che i media ( e loro stesse) offrono come ‘oggetti’ da utilizzare fine a sé stessi o speculari ad altro.
La cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione. ‘Io sono mia’ non era uno slogan efficace solo per la liberalizzazione dello sputtanamento totale, della volgarita, dall’esibizione di ogni centimetro del proprio corpo e neppure per sfondare confini fasulli e negativi con l’illusione di essere padrone delle proprie scelte.
Oggi come oggi (e per quel che passa la sotto cultura al momento) cosa vi sarebbe di disdicevole nel pavoneggiarsi (perché è questo che fanno queste ragazze non certo schiavizzate) accanto all’Eroe nella speranza di una notte o di un per sempre o molto più semplicemente a caccia di una visibilità che le porterà nel turbine di altre esibizioni, chiuse in una teca di vetro a fare da piedistallo al conduttore (Flavia Vento), la velina sculettante che riuscirà a conquistare il divo George Clooney (Elisabetta Canalis) e via discorrendo gli esempi vincenti non sono Rita Levi Montalcini, e neppure Carla Fracci o la più giovane e bellissima Eleonora Abbagnato (serve un progetto a lungo termine e tanta fatica e passione vera).
Il corpo delle donne è un documentario girato qualche anno fa da Lorella Zanardo ed esprime molto bene la solitudine complessiva e il danno che molti comportamenti infliggono al mondo femminile .
Io ero partita da una notizia apparentemente futile e mi sono allargata ma il problema delle ombrelline resta. Non ne conosco il numero ma ecco che comunque l’anno nuovo si è aperto all’insegna di un altro settore che perde lavoro e a discapito del sesso debole. E se ai giovani disoccupati ‘scojonati’ l’esimio ministro del Lavoro Ugo Poletti ha consigliato di trovare le occasioni andando a giocare a calcetto le ombrelline che ne sarà delle ombrelline?
“Forse la cosa migliore del futuro è che arriva solo un giorno alla volta.”
(Una citazione di Abramo Lincoln che mi sembra attinente ai mala tempora nostri)