“Incendiari in azione a Monte Sacro : motorini e 8 auto date alle fiamme nella notte”
Se la percezione di disagio diventa concretezza ci si sente storditi e fuori luogo. Se il ‘negro’ o il più politically corret nero acutizza il disagio, nera è l’anima che porta a demolire a inficiare la vita del proprio vicino, o lontano che sia, tanto per acquietare i propri disagi mascherandolì di spavalderia ottusa.
Non serve arrivare con un barcone per essere additati come pericolosi individui da cui difendersi. Questo tema è sempre più cavalcato da una politica becera e ignorante che abbandona il proprio territorio pro domo sua e lucra sui sentimenti.
Parlare di notte di terrore parrebbe eccessivo ma erano le 3 e 15 quando in via Veglia siamo stati svegliati dalle sirene e dai lampeggianti di carabinieri, vigili del fuoco e ambulanze.
Un numero ancora non precisato di come definirli? ha dato fuoco a motorini regolarmente parcheggiati e macchine non solo nella mia via Veglia ma in via Monte Bianco e Via Monte Senario creando panico e danni.
Questo è quello che mi si è prospettato stamattina alla luce di un bellissimo sole.
Davvero verrebbe voglia di non vedere e non sentire
Siamo in piena campagna elettorale Roma è nell’occhio del ciclone. Tanta monnezza concreta e morale che ci ferisce ogni giorno.
E’ difficile da romana che ci vive da quarant’anni nascondersi che la citttà è nel (quasi) totale degrado e che tuttavia è nei luoghi più impensati che si scoprono vita, poesia e amore.
Cammino oggi in una giornata grigia ma anche qui il mio amore per Sally mi porta al parco di Talenti. Storia semplicissima di inghippi perpetrati negli anni. Un vastissimo terreno ai limiti di Roma-est fu ceduto dal Comune al ‘palazzinaro’ Mezzaroma (omen nomen) con l’intesa che parte di esso sarebbe stato adibito a parco la cui manutenzione sarebbe stata a suo carico. Le palazzine con appartamenti del valore di 1milione ed oltre furono prontamente costruite e vendute, il parco iniziato ma… ecco che Mezzaroma fallisce e ‘chi ha avuto ha avuto e chi ha dato …è fregato’.
Ma ecco che alla fine si può tornare a sorridere attraverso la gioia di Sally
…e un grido d’amore graffiato su di un muro
Poi chissa’ come qualcun’altro lascia una dedica in inglese più o meno questa “Potrei raccontarti bugie ma ti dico la verità qui e ovunque andrò mi seguirà la tua ombra”.
Il sentimento c’è e cova e si esprime anche nel degrado. Cosa mai potrebbe essere questa mia Roma in un mo(n)do migliore?
Con chi potrebbe meglio accompagnarsi
la bellezza, se non con l’onestà?
Amleto
Oh, sì! Ma la bellezza ha tal potere
da far dell’onestà la sua ruffiana,
più di quanto non possa l’onestà
fare a sua somiglianza la bellezza.
Questo un tempo pareva un paradosso,
ma ora i tempi provano che è vero.
“Ma la bellezza ha tal potere…”
Quando tutto quello cui sottendo sarà affrontato e discusso seriamente senza clamori e con il rispetto dovuto a una moltitudine di donne che non hanno palcoscenico né voce… allora sarebbe Buona cosa affrontare alla radice non già il (fantasioso) abuso ambientale ma i rapporti affettivi che costituiscono la trama del nostro tessuto sociale.
27 febbraio 2017 – Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo, la Svizzera.
ROMA – 26 febbraio 2017 – È arrivato in Svizzera dj Fabo, che ha chiesto di poter morire al pres. della Repubblica, Sergio Mattarella. Fabo ora sta incontrando i medici e gli psicologi che stanno valutando se la richiesta di eutanasia sia accettabile.
“DJ Fabo libero fine alla vita”
Un servizio delle Iene, e anche dopo aver letto che in Parlamento è stato ulteriormente spostata la data di discussione del progetto di legge sul ‘fine vita’ mi spingono a riproporvi un mio post del Novembre 1914. https://youtu.be/oNIjhBtUX-s Qui la lettera al Pres. della Repubblica
C’è la vita, che possediamo e orientiamo e c’è uno “ spazio bianco “ dove oggi non ci è lecito entrare: rinnegando o rimuovendo , uno stadio che fa parte imprescindibile della vita: la sua fine. Potere scegliere di decidere anche del termine della propria esistenza dovrebbe essere prerogativa di ogni singolo individuo, di una società civile che non si arroga il diritto, su basi scientifiche che rasentano l’onnipotenza, di protrarre senza soluzione una ‘non vita’ di grandi sofferenze sedate o di totale assenza quando chi soffre chiede, oppure ha anticipato, che vengano messe in atto la sua volontà di accomiatarsi.
Non è un modo allegro per augurarvi un sereno fine settimana ma.. Teniamocistrettistrettissimi
“difendo la scelta di mia figlia. Brittany aveva il diritto di morire.”
Brittany, malata di tumore irreversibile decise per l’eutanasia.
Il fatto è di qualche settimana fa.
Con una lettera la madre replica alle molte accuse di cui la più pesante arriva proprio dal Vaticano nella persona di Mons. Ignacio Gaccasco de Paula, presidente della pontificia Accademia per la vita che ha parlato di “gesto riprovevole”.
In sostanza la madre sostiene che : ”Imporre le proprie convinzioni a una questione di diritti umani è sbagliato. Giudicare una scelta personale come ‘riprovevole’ perché non conforme ai valori di qualcun altro è immorale” e ancora “ la vita (di degrado fisico e mentale e di intenso dolore) di mia figlia non merita di essere etichettata da perfetti sconosciuti che neppure sanno i particolari della sua situazione. “
“ ‘Riprovevole’ è una parola molto dura. Significa ‘molto cattivo; che…
Erano i primi anni 50 e alla sorella più piccola di mia mamma, Mussi, venne concesso di andare a studiare all’ Académie des beaux-arts a Parigi. Precorsero i tempi i miei nonni.
L’anno successivo la zia Mussi si innnamorò di uno dei accademici e si sposarono: tra loro a contrariare i genitori c’erano 30 anni di differenza. Vissero ‘felici e contenti per oltre 40 anni.
La prima volta che io e mio fratello andammo a Parigi avevamo meno di sei anni scendemmo a la Gare de Lyon e lì, siamo negli anni Sessanta, si materializzo per noi il primo ‘uomo nero’ delle paurose favole punitive. Il ‘politically correct’ era di là da venire e a Torino non avevamo mai incontrati uomini così diversi da noi.
Divenne per noi consuetudine passare le vacanze con gli zii in Normandia e sostare qualche giorno a Parigi perché nel frattempo erano nati i due cugini e continuare, ora con meno frequenza, ad avere con Parigi un forte legame.
Per queste mie ragioni personali ho vissuto i terribili eventi di ieri sera ancora più pesantemente di altri drammatici attentati che da dopo l’11 settembre si susseguono incessantemente un po’ in tutte le capitali europee.
“Avremo sempre Parigi”
(dal film: Casablanca)
“Oh! ma Parigi non è fatta per cambiare aerei.. è fatta per cambiare vita! Per spalancare la finestra e lasciare entrare la vie en rose”
(dal film: Sabrina)
“Non si può scegliere se Parigi sia più bella di notte o di giorno, ti posso dare un argomento che mette ko sia l’una che l’altra ipotesi.. Sai a volte mi chiedo come qualcuno possa realizzare un libro, un dipinto, una sinfonia o una scultura che competa con una grande città. Non ci si riesce, ci si guarda intorno e ogni strada, ogni boulevard, sono in realtà una speciale forma d’arte. E quando qualcuno pensa che nel gelido, violento e insignificante universo esiste Parigi ed esistono queste luci, insomma andiamo non succede niente su Giove o su Nettuno, ma qualcuno lassù dallo spazio può vedere queste luci, i caffè, la gente che beve e che canta. …”
(dal film Midnight in Paris)
“Parigi sarà sempre Parigi. Che vuoi di più?”
(Frédéric Dard)
Les prenoms de Paris
Jacques Brel
“- Questo è un sogno?
– Il più bello dei sogni, amore mio.
– Sì, ma perché qui? Perché ora?
– Perché qui? Perché ora? Quale posto migliore di Parigi per sognare?”
(dal film: Ratatouille)
“Ho due amori: il mio Paese e Parigi”
Joséphine Baker
… e per chi desiderasse sapere qualcosa di piu sulle mie prime esperienze e sulla Normandia questo è il link
Qualcuno disse-scrisse, allora, in quell’11 settembre che ogni anno tentiamo di ricordare in modo plateale senza averne imparato se non marginalmente la lezione : “nulla sarà più come prima”. Eppure tutto è dannatamente ‘come prima’ se non ulteriormente ammantato dal falso buonismo e dall’arroganza di credere , e fare credere, di contenere (in modo inadeguato e spesso strumentalizzato) guerre, sangue, dolore, morti, e morti viventi che portati dalle correnti, la vita come solo salvagente, approdano seminudi sulle nostre spiagge.
Fino a quando, oggi, ci faremo suggestionare dalla paura dell’ altro da noi che fugge? e ci chiede approdo?
Si dice: ‘Dobbiamo porci dei limiti!’ ma quale è, e se è quantificabile, il limite per il dolore da accogliere?
“II rumore degli assedi
è lampo soffice.
Scalzo
chiusa la bocca
riposa tremando.”
… e sotto l’ombrello onnicomprensivo dell ‘ ‘esportazione di democrazia’ cui si è aggiunto negli anni il riverbero nefasto della ‘globalizzazione’ e dell’egemonia dei mercati tout-court… 11 settembre 2015
L’Occidente con la sicumera di essere portatore di una unica verità.
“Trema la nostra vita
percossa dal bisogno.
Si spacca nella sete.
Precipita
la vita nostra.
Senza appello.
Gridi, dubbio,
paura
abbracci: tutto
è nel conto.
Ma trema,
domanda
la nostra vita.
Muore.
Morendo
domanda:
quale legge?”
Avranno mai un dubbio, si guarderanno mai dentro i vincitori?
“Pensammo una torre
scavammo nella polvere”
L’ indicibile dei vinti ricadrà pesantemente sulle loro spalle?
Pietro Ingrao e memedesima alla chiusura del XIX congresso del Pci a Rimini
“Lindicibile dei vinti, il dubbio dei vincitori.” , 1986 – Pietro Ingrao
Suicidi. Una vera e propria strage perpetrata nel silenzio: nel 2014 il record di
“suicidi di Stato” così come sono stati catalogati.
Suicidi. In due anni, da quando più o meno si è smesso di parlarne, l’aumento dei casi è stato del 125% e l’apice si raggiunge nei mesi di aprile e luglio, ovvero quelli che coincidono con il versamento delle tasse.
Suicidi. Le statistiche dicono che, nell’ultimo anno si sono tolti la vita più disoccupati che imprenditori.
I suicidi economici segnalano un disagio a macchia d’olio volutamente opacizzato e gli esperti ( perché alla fine c’è una pattuglia di esperti per tutto) rivelano che alla radice vi sia un forte senso di ‘esclusione sociale’.
L’ordine degli psicologi, cui taluni malcapitati hanno avuto il coraggio di rivolgersi per un aiuto psicologico, sottolineano : “Noi siamo solo un’antenna, ma la percezione prolungata di una crisi senza sbocco ha aggravato gli aspetti depressivi nelle personalità predisposte.” (anno di riferimento il 2014).
Una disperazione diffusa. Un senso di smarrimento e inadeguatezza ad affrontare il sistema.
La Repubblica di oggi,30 aprile 2015 : Istat, la disoccupazione torna a salire. Tasso al 13%,tra: i giovani sale al 43,1 E ancora : “ Ha eroso e corroso. Sottratto e impoverito. Prostrato e affamato. Tra il 2007 e il 2014, la crisi economica ha sbranato il potere d’acquisto di molti lavoratori e razziato un impiego ai tanti che, tutto a un tratto, si sono ritrovati loro malgrado a spasso.”
Quando è successo che il lavoro è diventato lo specchio delle nostre fragilità?
Se la regina Grimilde scrutando la sua immagine riponeva tutta la sua autostima nella conferma della bellezza , oggi, che l’offerta è sempre più scarna e continua a calare e la domanda esasperata e disperata più pressante, è il lavoro a riflettere l’autostima e la bellezza dei nostri giorni?
A noi, popolo d’Italia, l ‘ISISIslamic State of Iraq and Syria , acronimo inglese dell’organizzazione terroristica di matrice islamica radicale, “ ce scuce ‘n baffo.
Mentre il nostro ministro per gli Affari esteri Paolo Gentiloni ci fa sapere che:
“l’‘allerta terrorismo «è una questione internazionale”. In Italia ormai da mesi c’è una situazione di presidio dei possibili target»
io oggi, esausta da giorni di dolorosa fatica, leggo altro.
“Milano, imputato di bancarotta fa strage in tribunale. Sono tre le vittime di: un giudice, il suo ex avvocato e il coimputato.
Le telecamere della sicurezza lo hanno ripreso mentre mostrava all’ingresso un falso tesserino.”
Una domanda ingenua : Si entra nei tribunali senza passare attraverso il metal detector anche se l’ingresso è riservato ai dipendenti?
Il ministro Angelino Joli Alfano informa:
“Era pronto a uccidere ancora”. (Bravi, ci fa piacere!).
Sarebbe il caso, allora, di tirare per la giacchetta un altro nome eccellento, Matteo Salvini, la Lega ti fa bello, e informarlo che forse i pericolosi terroristi non si annidano né si camuffano tra quei poveri diseredati che approdano sulle coste siciliane, ammesso che ci arrivino vivi, ma che le falle stanno nei nostri stessi sistemi di sicurezza interna e che basta un folle per fare strage sia che guidi un ‘auto sia che decida di farsi giustizia da sé. Pressapochismo all’italiana, purtroppo. Altro che Isis!
Internet è magia pura, sublimazione dell’impossibile.
Ti rende ubiquo. Sei in Australia e contemporaneamente a Sabaudia. Sei sposato con prole e nello stesso tempo innamorato (s)perso chè niente cospira più dell’immediatezza del mezzo per congiungere seppur lontanissimi sospiri d’amore.
S’ incontrarono a metà giugno ad un corso di aggiornamento farmaceutico. Entrambi titolari di farmacia, scoprirono in seguito, con amici o comunque conoscenti comuni. Il terzo giorno del corso lui, galantemente si offerse, eggià pioveva anche l’anno scorso, di accompagnarla a casa. Il quarto giorno la invitò a cena e il quinto, ultimo giorno, lei se lo porto nel suo letto.
Presto fu metà luglio, erano innamoratissimi e soprattutto inseparabili. Chiuse le rispettive farmacie cominciava la loro estate d’amore ma .. il ma è che lui con il cuore in mano la pose di fronte ad un dilemma. Prima di conoscerla, anzi già a marzo, con un amico avevano progettato e prenotato il mese di agosto in Australia!!!. Che fare ora? Personalmente non si sentiva di lasciarlo solo e, anche, di perdere parecchi soldi che sarebbero stati il meno rispetto alla gioia di stare insieme a lei. già e l’amico? Ebbene lei decise generosamente che NO! Lui sarebbe partito e si sarebbero scritti ogni giorno via e-mail.
Le lettere arrivarono giorno dopo giorno con dovizia di particolari e istantane dai canguri ai pappagalli, gli aborigeni, le spiagge assolate gioia dei surfisti, i selfie di lui con i capelli al vento, lui abbronzato, lui che le mandava un bacio.
Che meraviglia l’Australia ma come bruciava la lontananza.
Lei a distanza di qualche giorno dall’agognato ricongiungimento uscì a cena con amici ed incontrano altri amici di amici. Soliti discorsi e a un certo punto lei disse che per partire qualche giorno aspettava che lui tornasse dall’Australia. Lui chi? … lui lui? Ma non è possibile! È a Sabaudia con la moglie!
Fu il gelo ad agosto.
Lei tornò a casa ricevette per alcuni giorni le sue lettere d’amore con il countdown dei giorni che mancavano … meno uno … ci siamo! “Arrivo stasera tardi, i bagagli, una cosa e l’altra si fa tardi vengo direttamente io da te” e il resto furono parole d’amore e di desiderio.
Attaccato alla porta trovò un foglio 4 x 4
“Parto per l’Australia. Tu torna da dove sei venuto: a Sabaudia.”
Lei poi andò davvero in Australia l’anno successivo e si rese conto che era come se ci fosse già stata. Lui la teneva per mano, non c’era ma era come se ci fosse. Questa è una storia vera di quelle che possono accadere soltanto in estate e soltanto se si ha una forte dose di faccia di tolla come quella di lui e la straordinaria capacità di fare affiorare e raccogliere i sentimenti migliori di una oggettivamente brutta esperienza. Lei in questo fu maestra.
Un’anima bella.
ps mi farebbe piacere se passaste da Miriam che ha ribloggato questo mio post integrandolo e rendendolo più completo. Grazie a Miriam e a voi. http://sfioccarelenuvole.wordpress.com/2014/08/21/un-anima-bella/
Leggevo ieri che una nota ‘maison’ ha inaugurato una nuova linea ed ha già aperto cinque ‘store’ (negozio pare brutto?) a Milano. Chi se ne frega, diremmo tutti in coro se non fosse che per plaudire a questa vittoria l’anno reclamizzata con questa immagine
Così mi sono detta che nonostante le tante battaglie intraprese per cercare di responsabilizzare anche il settore della moda al dramma dell’anoressia che oggi colpisce ormai non soltanto le ragazze ma anche i ragazzi in odore di notorietà, ebbene questa foto dimostra che i cosiddetti canoni di bellezza patinata a cui fanno riferimento molti giovani insicuri non sono campiati e, anzi, guadagnano proseliti.
E’ per questo che vi ripropondo (mi scuseranno quelli che già hanno letto e ‘corposamente’ commentato un mio post del 2011.
“Cattivi esempi”
Ho letto recentemente della disapprovazione pressocchè generale che ha colpito, senza affondare, il programma ‘America’s Next Top Model 2011’, vinto da una ragazza talmente magra da alimentare (ironia delle parole) le proteste di quanti sostengono che questo reality – che dura da oltre dieci anni e di cui sinceramente non conosco le regole – unito ad un’ esaltazione della magrezza come simbolo di bellezza, diffonda un messaggio fuorviante che pesa soprattutto sulle adolescenti che nell’ emulare questo ideale estremo di magrezza, approdano, incoscientemente e spesso anche troppo tardi per correre ai ripari, agli orrori dell’anoressia dalla quale se ne esce, quando se ne esce, con il fisico e la psiche minati per sempre. Non che le altre concorrenti fossero in carne, ma Ann Ward, una stangona diciannovenne di Dallas alta 1.87, raggiunge appena i 45 kg, sì, quarantacinque chili! Sin dalla presentazione l’agosto scorso. il reality aveva fatto parlare di sé a causa di uno promo in cui uno dei giudici mostrava tronfio alle telecamere, come riuscisse a fare combaciare le mani intorno alla vita di Ann, commentando estasiato: “Ha il girovita più piccolo del mondo“.
Immediate le pubbliche scuse e le lacrime da coccodrillo da parte degli organizzatori, supportate dai comunicati stampa di alcuni grandi ateliérs, con l’affermazione che – al contrario – il fine dello show sarebbe quello di proporre un modello/e “plus-size” che prenda le distanze da quello scheletrico esaltato dai diktat dell’alta moda.. La vittoria (vittoria?) di Ann Ward conferma al contrario, che sono menzogne e che la haute couture per esprimersi in passerella ha bisogno di aironi dagli occhi affossati enfatizzati dal troppo trucco di passerella, anoressiche o sulla via per diventarlo. Ann, la magrissima Ann, appresa la vittoria ha esclamato: “Sono così onorata in questo momento!” forse considerando anche che, cosa non da poco, oltre alla gloria, si porta a casa dollaroni in contanti, un contratto con ‘Cover Girl’ e un’altro con la ‘IMG Models’ e, per la prima volta nella storia del reality, apparirà in una copertina di ‘Vogue Italia’.
A me resta una domanda. Ann non sarà davvero troppo magra? Non sarebbe più onesto vestire una Barbie telecomandata al posto di una mannequin/manichino pelle e ossa? Non esiste una via di mezzo tra i sorrisi distorti di labbra snaturate, ‘tettone’ settima misura e un vitino di vespa che racchiude 21 grammi di anima? O via via questa nostra anima, bene prezioso, sempre più donne la svendono al diavolo (veste Prada?) nel sogno di un malsano, fuorviante, desiderio di piacersi e prima ancora di piacere agli uomini che le esibiscono come auto di lusso (e poi i loro sogni erotici li condividono con la classica ‘casalinga di Voghera’?).
MI sono documentata ecco a voi una foto della vincitrice 2013, Joudan Miller, e ditemi se questa ragazzina non è anoressica con il placet generale. Cattivi esempi ma anche tanta malafede nel dire e non cancellare dall’immaginario questo modello distorto e malato della bellezza femminile.