La Befana vien di notte…

anno nuovo...colazione vecchia

 

La Befana è nel nostro immaginario una vecchietta che porta doni ai bambini la notte tra il 5 e il 6 gennaio.

Le sue origini sono frutto di credenze popolari e tradizioni cristiane.

 
La Befana infatti porta i doni in ricordo di quelli offerti al Bambino Gesù dai Re Magi. La sua rappresentazione è ormai la stessa da tempo quasi infinito: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto assortito da coloratissime toppe. E quando si vuol dire di una donna che è ‘diversamente bella’ la si taccia da Be-fa-na ….

E  la  piccola, educatissima, Sally in attesa della sua  Befanina, che le porterà una calza di ossetti e biscottini,  e una colorata, nuova, pettorina…presenzia alla mia colazione.

Buona Befana e ‘speriamo che noi ce la caviamo’ un po’ meglio nel 2014.

Love.

la Rondine

 

3 dicembre: la Rondine

Chi ha detto che una Rondine non fa primavera?

Io, da quando ho l’uso della ragione, e forse anche prima, quando dentro di lei fluttuando crescevo, io, la mia Rondine l’avevo.

La Rondine nata in pieno inverno.

La Rondine che il mio nonno accolse fra le sue braccia.

La Rondine che nel timore di vedersela volare via, lui stesso definiva ‘volage’.

La Rondineche arrivò il 3 dicembre una prima volta tanti anni fà e continuerà ad arrivare e ‘fare primavera’ nei miei pensieri lievi come le sue carezze che mi colgono alla sprovvista.

Buon compleanno mamma. Una doppia Festa per te, oggi, 14 maggio 2017.

mamma

rosaFioritura

…“in un tempo senza finel per sempre.

Di tanto in tanto noi ci incontreremo

– quando ci piacerà –

nel bel mezzo dell’unica festa

che non può finire mai”

(Richard Bach)

.

Regali e regali.

 

 

“Quello che abbiamo

non è la libertà di espressione

come strumento di democrazia,

ma libertà di parola

come décor di regime.

Tu puoi dire quel che vuoi,

e il regime fa quel che vuole”.

(Al-Aswani ‘Ala)   

 

Mi piacciono i re-ga-li. Dite pure quel che vi pare. I regali, siano essi utili al corpo o all’anima.

Ho ricevuto bottiglie di bagno schiuma, creme setose,  profumi deodorante e ci andrò tranquillamente avanti fino alle prossime feste. Dunque a dispetto di tutto utilissimi.

E poi libri e cd ai quali forse non avrei pensato.

A quel ‘gudurioso’ di mio fratello ‘piccolo’, compagno di bisbocce che scemano con gli anni (i suoi!), ho regalato un prosciutto intero e l’allegra famigliola pare abbia molto gradito, Virginia compresa (due anni).

Dunque  non voglio cominciare l’anno in modo troppo crudo anche se ce ne vuole davvero di stomaco a passare su la Repubblica on line,  leggere e uscirne…non proprio comme il faut.  Ma dal caldo tepore,  un po’ qui e un po’ là,  punto il dito sul regalo più bello che sto leggendo: “Chicago” di Al-Aswani ‘Ala.   

E’ un romanzo corale, ed è quasi impossibile racchiuderlo, descrivere i personaggi (egiziani emigrati) che si trovano a dovere affrontare nel ‘nostro’ privilegiato occidente,  culture completamente diverse dalla lingua al cibo ai rapporti interpersonali…

Cos’altro aggiungere? Aspetto anche la Befanina e spero certamente nel suo carbone, nei Gianduiotti che adoro e…

 

lasciatemi sognare!  In fondo siamo solo all’inizio.

 

 

Cuore fa rima con amore e dolore (purtroppo)

 

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Ho trovato questo video prima delle vacanze.

A me sembra un cuore sospeso; il cuore sospeso di Eliana, il cuore schiantato tra lamiere d’auto, il cuore in bilico su tanti barconi della speranza, il cuore di chi nonostante tutto vuole che esso viva per fare vivere.

Un cuore che bussa forte alle porte del mio cuore perchè io non mi sento un’isola felice e lontana e le lacrime e il sangue che quotidianamente si spargono intaccano anche il mio sentire. E non potrebbe essere diversamente.

Non intendo far proclami buonisti ma una piccola riflessione: che da settembre non dobbiamo  riprendere a piangerci addosso, batterci il petto ma semplicemente ricordarci – ogni giorno, anche il più “sfigato” –  che siamo fortunati, più fortunati di molti (troppi) e che se ci guardiamo intorno – qui –  nel nostro piccolo, ristretto e privilegiato paradiso,  qualcosa anche noi possiamo fare.

Quello che facciamo
è soltanto una goccia nell’oceano.
ma se non ci fosse quella goccia
all’oceano mancherebbe.”
Madre Teresa di Calcutta

SEBBEN che siamo donne

….paura non abbiamo

La nostra colazione è sacra.

Siamo noi due: mamma e figlio. La nostra famiglia.

Un figlio buono e generoso che spero trovi presto la sua strada. Una fanciulla che ‘lo meriti’,  lo renda sereno e lo aiuti a ridere perché quando ride, nel buio di questa mattina di nuovo piovosa, è bellissimo.

Il mio ‘bambino’.

Esserino che ho fortemente desiderato ponendo un punto interrogativo su tante cose, sfidando le incertezze della mia vita di coppia. L’ho voluto e basta certa che anche da sola avrei potuto garantirgli amore e dignità.

Abortire, decidere di abortire, è per una donna una scelta pesante un momento nel quale sarà dolorosamente sola con la sua storia

Una sensazione di vuoto incancellabile che resterà tale a dispetto del tempo e di altri  figli.

Ci sarà sempre un momento indefinibile nel quale, in un lampo, si domanderà “..e se?” e quella domanda senza risposta peserà, peserà eccome.

Ecco, sarebbe onesto camminare in punta di piedi su questo terreno  così irto di implicazioni e non tirare somme dogmatiche (o peggio farne  un ‘valore’ da usare come una clava nelle contrapposizioni  politiche)

…ma è altro che oggi mi interessa sottolineare.


Come donna che ha vissuto già tanti passaggi della sua vita e che si trova  “nel mezzo del cammin”, dilatato e spostata in avanti 

oggi, 8 marzo

 vorrei abbracciarmi stretta a chi la mia fortuna non ha avuto, tacere, e sentire battere i nostri cuori vivi.

 

Amarsi un po'

Amarsi un po’
è come bere
più facile
è respirare.

Adriano Sofri, bella intervista .

 

Soprattutto mi ha riportato alla memoria la conoscenza, seppure non profonda ma  gratificante che ebbi con una persona ‘speciale’  che mi parve unica da subito : Alexander Langer.

 

Lo conobbi nel 1989 quando fu eletto al Parlamento europeo nelle liste dei Verdi e comincio’ una collaborazione abbastanza assidua con il nostro Centro studi.

Inutile dettagliarvi la persona perché Google assolverà perfettamente al compito, e molto dettagliatamente, ho controllato.

Si tolse la vita, tutti dissero inspiegabilmente, il giorno dell’anniversario della morte del padre.

Al Partito (leggi Pci)  tutti ne restammo sconvolti anche se il suo gesto in qualche modo era stato anticipato dal suicidio della  sua  amica Petra Kelly, per la quale scrisse il necrologio che avrebbe potuto essere assolutamente il suo:

 

"Forse è troppo arduo essere portatori di speranze collettive:… troppo grande il carico di amore per l’umanità e di amori umani che si intrecciano e non si risolvono, troppa la distanza tra ciò che si proclama e ciò che si riesce a compiere.”

 

Stasera Sofri ha ricordato che Don Milani avesse obiettato che NON si può amare tutto il mondo ma ‘soltanto’ (e bene) tre, quattrocento, persone! Si, aveva quantificato nel numero, lui il Parroco inizialmente  forzatamente relegato a Barbiana che da quell’eremo sperduto tanto esempio (scomodo) diede al mondo paludato del clero e non.

 

Oggi mi domando che stima farebbe Don Milani di fronte ai moderni  grandi benefattori, stacanovisti dell’amore a piene mani, che volano da un continente all’altro passando da una televisione all’altra, e dai palchi dei LIVE AID, cattedrali nel desero dei sentimenti,  sventramo la calma del cieli.. ah comè bono Bono, e come ci sentiamo buoni noi accomunati dal mondo globalizzato dello Short Message System (sms) e tutti a raccogliere fondi senza fondo in attesa di plausi e pubblicità di ritorno.. Quanti  ne riescono ad amare davvero. A quanti restituiranno un nome  ed una vita non felice ma  una briciola di rinnovata dignità e di senso?

 

Quante persone amiamo noi, nel nostro piccolo, e quante davvero riusciamo – a fasi altalenanti – a rendere felici?

 

Vi affido questo pensiero con molta tristezza per la mia desolante pochezza.

 

Let's make love

 

Amarti m’affatica (mi brucia dentro)

Ancora in clima post natalizio – solidale ai più – rimugino un drastico taglio al grass-etto  superfluo.

La dieta, certo aiuta. Niente cappuccio e cornettino, niente cioccolatini dopo il caffe’,…niente un po di tutto.

Per fortuna dal parrucchiere  la soluzione  mi giunge con un articolo  niente male :  “Sesso: ginnastica o magia?” dove apprendo esultante che, nell’ordine, variare le posizioni stimola il desiderio e mette in moto più muscoli, che il sesso stimola la produzione di testosterone, ormone che protegge le coronarie dal rischio d’infarto e agisce da ottimo antidepressivo (ci mancherebbe altro!). ah scordavo, con  un ‘semplice’ bacio si raggiunge una frequenza cardiaca che è ideale per il cuore.

Dunque se riducessi la palestrina a vantaggio di…? devo ragionarci un attim-ino.

 Intanto facciamo insieme questo test. Cominciamo a metterci a nudo.

  1. I preliminari sono indispensabili per…

 a) accendere il desiderio;  b) rendere più lungo e divertente l’incontro;  c) capire i gusti del partner:

  1. Dopo un inontro d’amore davvero ‘riuscito’ ti senti:

 a)  Profondamente calma/o;  b) svuotata/o, stanca/o;  c) piacevolmente su di giri;

  1. Sperimenti nuove posizioni del Kamasutra per…

 a)   provare nuovi piaceri;  b) combattere la noia;  c) curiosità;

  1. I rapporti ssuali molto frequenti possono provocare…

 a)   stanchezza fisica;  b) un calo di desiderio;  c) un gran benessere;

  1. Una donna un po’ depressa dovrebbe:

 a)    trovare un amante più giovane di lei;  b) cambiare compagno;  c)                vivacizzare il rapporto;

  1. Qual è l’uo più bravo a letto?

      a)  quello che ha collezionato molte donne;  b) uno pseudosessuologo;

c)   un “buon selvaggio”; 

  1. Non da soddisfazione fare sesso quando…

 a)   si è di malumore;  b) si ha fretta;  c) non ci si sente fisicamente bene;

  1. Tra le lenzuola è peggio sentirsi:

                 a)  annoiate/o;  b) trascurate/o;  c) criticate/o.

PUNTEGGIO

1.           a=3   –   b=0   –   c=6

2.           a=3   –   b=6   –   c=0

3.           a=0   –   b=6   –   c=3

4.           a=3   –   b=6   –   c=0

5.           a=3   –   b=0   –   c=6

6.           a=3   –   b=0       c=6

7.           a=6   –   b=3   –   c=0

8.           a=3   –   b=6   –   c=0

rosso

 

L'anno che verrà

 

 

Buoni propositi da coccodrilla.

 

Non sono mai stata né bionda nè di coscia lunga.

Lo sfizio del ‘ahhh biondaaa’ me lo sono tolto, il secondo non credo potrò mai.

Non ho ereditato la silhoutte longilinea della mia mamma ma la forma (anche se di tutto rispetto) delle donne un po’ anforette del sud.

Tra i molti doni una cara amica mi ha regalato un bellss paio di calze di Max Mara (color grigio fumo. Che morbidezza e che disegno!) ma quando  ho guardato  la taglia sono sbiancata: la 4!

Ossignur! sono dunque una sorta di donna cannone senza sottofondo di De Gregori e non volo ma piombo nello sconforto. Mi vede davvero cosi? “Sono” davvero così? La mia altalenante autostima  – lei si –cala in picchiata di un buon 50%.

Le provo e..mi stanno giuste giuste.

Peggio mi sento.

E’ vero in questi giorni tutti in quanto al cibo facciamo (Epiiii – direbbe la Litizzetto – Epiii ma te le porti tutte via ‘ste feste?)  dei piccoli stravizi che pagheremo (ed abbiamo anticipato  in moneta sonante) in un paio di visibilissimi chiletti ma…insomma come mai le calze di 3, 4 anni fa – ad esempio quelle di lana con fiorellini colorati che mettevo a Charpocher, ed alcune ancora oggi – sono della seconda misura e mi entrano senza strippamenti? E così pure i vestiti e i pantaloni di taglia 44?

Ma perché la mia banalissima ‘medium’ è diventata una terrificante XL?

Tutto questo avrà a che vedere con i modelli anoressicandrogini che il perbenismo condanna ma che sottosotto la legge della moda esporta e impone? E se gli ‘Uomini preferiscono le bionde’ non è anche vero che un po’ di ciccetta non la dis-degnano affatto?

Perché ho cominciato questo discorso? Non ricordo. La mia capacità di concentrazione è inversamente proporzionale al tempo di riposo che mi sono presa. O forse, anche in questo,  ho ecceduto  giocando a Bestia o al Mercante in fiera?

Svelti, facciamo un esamino di coscienza. Siamo nell’anno nuovo, i giornali tuonano contro gli eccessi (a suo tempo debitamente fomentati), dobbiamo riprendere le nostre ‘sane’ abitudini di stare a dieta e badare al colesterolo,  sisisi’,  ri-prendere l’un due tre in palestrina ma – lo ammetto – mentre l’attività fisica alla fine della giornata, superato il rifiuto iniziale (chi me lo fa fare?) risulta salvifica, tornare ai rigori della dieta scanditi inesorabilmente da un frutto e lo yougurtino a pranzo, un secondo (carne o pesce, oppure 40grammi di formaggio magro) e contorno per cena con il solo ‘sgarro’ di un bicchiere di vino (io me lo prendo e guai a chi me ne priva) ora rosso ora bianco alla bisogna, ebbene, rende davvero funambolica la mia già precaria  gioia di vivere.

Non sono una mangiona, anzi,  ma il cibo per me è il tramite per stare bene in compagnia, per condividere un buon sapore, un pensiero serio o una risata. Ma non dico una cosa nuova. Non si organizzano forse da sempre incontri conviviali per predisporre l’ospite ad essere più malleabile rispetto a quanto gli si vuole estorcere? Non si cucina ‘mpressa mpressa’ il vitello grasso per  segnare un evento indimenticabile (per il povero animale)?

Comunque. Non vi è anno nuovo senza buoni proponimenti. Il miei?

Vorrei tentare di prendere un po’ meno il motorino e cercare di camminare un po’ di più,  evitare – aggiungo –  l’ascensore andando in ufficio.

Vorrei sorridere benevolMENTE  guardando al PD e pensare  ‘ dai tempo al tempo,  son ragazzi’ anche se poi i ragazzi hanno l’età mia e il tempo inizia che è già scaduto.

Vorrei potere anche quest’ anno guardarmi allo specchio e riconoscere senza arroganza che qualcosa di buono per cui vale la pena andare avanti mi appartiene. Come mi appartiene il bacio leggero della buona notte che mio figlio posa sulla mia fronte e che io gli restituisco al mattino svegliandolo.

 

Passo la parola scritta a voi e lascio carta bianca.

Allora? Insomma!  Sono curiosa.

Amicizia. Un bene inalienabile

 

sottotitolo : "IN BLOG(GERS) WE TRUST"

 

Quando si parla di Amicizia un po’ sconsolati ci si riferisce e si guarda sempre al passato come se ai nostri giorni questo sentimento così profondo,  simbolicamente più tenace dell’amore, non sia sopravvissuto né ai tempi né al contesto socio-culturale in cui viviamo dove, inversamente proporzionale alla crescita di benessere, diventa difficile, forse addirittura impossibile,  creare un rapporto vero, basato sul disinteressato , sulla condivisione, sul  “dono” di sé.

In questi giorni va molto di moda citare il Rapporto Censis e il termine ‘mucillagine’ o “società melmosa” coniati dall’ottimo De Rita. Individualismo, esaltazione del sé, insomma quanto è bello pascersi nel quanto è tutto brutto sempre più brutto.

L’Amicizia però, quella vera, quella radicata nel profondo, quella che tesse legami invisibili tra le persone, e  nulla chiede, esiste ancora. E’ un bene inalienabile. Sfugge persino al blocco degli autotrasportatori. Circola liberaMENTE/CUORE/ANIMA. Io ci credo.

E credo che, fortunatamente, ora, anche noi donne si sia piano piano imparato ad essere ‘sorelle’ nell’amicizia e che questa riscoperta capacità  nel riconoscersi sia la vera forza sulla quale confrontarsi e affrontare certi aspetti al femminile del quotidiano.

Mi mette molto tristezza frammista a rabbia – come ho  letto su alcuni blog e sento confermato un po’ ovunque – che delle giovani ragazze parlino dell’amicizia (impossibile e falsa tra donne, posssibilista con i maschi)  in termini così poco lusinghieri  vanificando la fatica di un cammino assai lungo,  all’interno del movimento femminista, e comunque in un processo di "autodeterminazione" che ha indirizzato le sue forse a mettere in contatto – finalmente senza antagonismi – il pensiero e  la costruzione della ‘sorellanza’.

Sicuramente sono stata fortunata – ma anche ho cercato di essere attenta e sensibile nei rapporti.  Il mio gruppo di amiche (ovviamente con delle naturali distinzioni) è coeso, il nostro incontrarci (ohohoh non pensate a qualcosa alla Sex and the City!), venirci incontro e  confrontarci ci aiuta ad essere meno pessimiste e la condivisione  ci rende più forti e spesso meno vulnerabili. Ma soprattutto è stimolo per ‘fare cose, vedere gente..’,

E alle/agli irriducibili che riconducono tutto all’AAA-more (e che senza un uomo o una donna nel letto si sentono menomate/i)  vorrei ricordare che tanti amori vanno e vengono, scemano di intensità o si traMUTANO in odio ma un’amicizia vera – come un diamante purissimo – “è per sempre”.

 

 

 

Non fermatevi alle apparenze..non è una sfilata ma la manifestazione di un granse cuore rosso :=)

 

 

La carne è debole ma l'unione fa la forza

 

 

 

 

 Repetita…beh una volta l’anno si può fare..o no?

 

 

Insomma siamo alle soglie di dicembre, si avvicina la scadenza fatidica del ‘Santo’ Natale.

 

Ahhhhh (sospiro di sollievo) una ragione in più improvvisamente mi viene offerta su un piatto d’argento. Che dico piatto? Letto, lettino, divanetto, sedile ribaltabile, lavatrice (centrifugante è più ‘brividosa), tavolo da cucina (postino docet anche sei lui o lei non sono attori consumati ma devo prepararsi a cuocere e consumarsi a fuoco lento).

Pronti???

Dopo il giorno della mamma, del papà del nonno, dei ‘diversamente abili’ (dolce eufemismo), finalmente un giorno tutto da godere soli o in compagnia, perché mie care e miei cari il 22 dicembre sarà totalmente dedicato – ma di che giorno cade? dopo guarderollo – all’ORGASMO.   Anzi a dirla completa come hanno fatto gli ideatori:

22 dicembre

Contro la guerra, il sesso di massa
"Il Global Orgasm salverà il pianeta".

Una coppia di pacifisti Usa lancia una bizzarra iniziativa per il 22 dicembre
"Fare l’amore tutti insieme e veicolare quel gigantesco flusso di energia"

Unico vero Ditkat degli ideatori è:
” Pensare intensamente alla pace, prima e durante l’orgasmo….concentrarvi sull’immagine, che dire, di una colomba, piuttosto che di una bandiera arcobaleno o di un garofano rosso infilato nella bocca di un cannone.”

E, nessuna scusa! “"Non preoccupatevi se non avete un partner"  si è liberi di partecipare in ogni modo. Anche con mezzi propri.”

Ahhhhh (sospiro pre-orgasmico) Ohhhh (sospiro del coccodrillo ‘dopo’ che ha consumato il lauto orgasmo opsssssssss pasto, volevo dire pasto! “Oh tempora o mores”.

Insomma vogliamo orga….insomma cominciare a pensarci?