“Don’t give up

You still have us

Don’t give up

We don’t need much of anything

Spero si chiuda con i 30 ° afosissimi e questo scroscio di pioggia  settembrina un’estate anomala e piena di incognite nell’impossibilità psicologica di aprire la prima pagina bianca dei progetti  e delle promesse che ogni anno rinnovo con l’entusiasmo di una scolaretta un po’ svitata.

“Ma tu che vai cercando?

1In questo mare  che muta da silenzioso e piatto,  quasi fosse un felino in agguato,  alle turbolenze prodrome di tracolli negati,  nascosti come polvere sotto il tappeto, ecco io?

“Contemplando i musi dei cavalli
e le facce della gente,
tutta questa vita correre senza rive sollevata dalla mia volontà
e che corre a precipizio verso il nulla
nella steppa purpurea del tramonto
spesso penso:
 dove sono IO, in questa corrente?”

Gengis Khan

Don’t give up

“Cause somewhere there’s a place where we belong.”

Teniamoci strettistretti anzi strettissimi❤

#stiamoacasa

Ripensare al tempo passato, e in un momento che il tempo sembra dilatarsi in pensieri pessimistici io mi sciolgo in tenerezza : ‘The way we were’

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#stiamoacasa!

Sembra facile ed è facile dirlo per chi ha una casa organizzata da condividere con gradevolezza. Per quanti la strada serve a decantare situazioni di tensione?
I cosiddetti Vip (Fiorello, Totti etc.) certamente possono dormire sonni e penniche tranquille al secondo piano dell’attico romano o nella villa con piscina in Toscana.
Dunque u po’ meno enfasi cari signori, A casa e basta!

Ammetto nel mio piccolino anche io sono oggettivamente una privilegiata leggo, sento musica, cucino, guardo serie televisive ( Finalmente ho cominciato Game of Thrones ) le giornate passano, ma anche per la Sallyina . . .

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La signorina delle Camelie

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Vi penso tutti in Italia od ovunque voi siate. E’ il blog che ci tiene uniti e dunque teniamoci strettistretti anzi di più 💙❤💛

Un marzo un po’ cosi

Non fatevi rubare la speranza’ esorta Francesco, mentre Che Guevara (*) ci ricorda di essere determinati senza dimenticare la tenerezza, linfa vitale di una comunità solidale.

Tenerezza e speranza

nel mio tulipano che incurante fiorisce

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e la Camelia che lo insegue a poca distanza certa della sua bellezza

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…mentre Sally nimmanco fosse un orso le la dorme col suo Pupetto

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Buona settimana dal Nord al Sud e teniamoci stretti stretti anzi di più ❤🌷

(*) suggerisco di leggere ‘Senza perdere la tenerezza’ la biografia di Ernesto Che Guevara scritta da Paco Taibo II 🌷

Dedicato a Gorino e un po’ a tutti quanti

“Se volete c’è una convinzione più di fondo che mi porto dentro da lungo, assai lungo tempo: che noi ci trasformiamo con gli altri, gli altri sono diversi, e sparsi e in cerca. Tutti siamo sparsi. La liberazione la si costruisce insieme.
Se mi permettete uno scherzo, a me piacerebbe molto, e da tempo, andare in convento. Ma poi è successo che non ci sono andato. Perché sono stato trascinato nelle città, nel tempo delle metropoli.
E lì si è in tanti, di tanti luoghi e di tanti colori.
E la libertà si costruisce là dentro persino il pensiero della solitudine.
Ce l’ha insegnato il vecchio Marx che bisognava costruire nel gorgo.
E lui di comunismo un po’ se ne intendeva.”
Pietro Ingrao – 29.o9.90

1990. La lungimiranza umana e politica di chi la politica la praticava con onestà.

Deep blue day

Bruxelles ore 9.15   –  “Attacco all’Europa, terrore a Bruxelles: attentati in aeroporto e nel metrò. Sotto attacco anche il centro della
città e l’area dove si trovano gli uffici dell’Unione Europea. I media: “Almeno 34 morti”.
Is: “Siamo stati noi”

 “Trema la nostra vita
percossa dal bisogno.
Si spacca nella sete.
Precipita
la vita nostra.
Senza appello.
Gridi, dubbio,
paura.”
“II rumore degli assedi
è lampo soffice.
Scalzo
chiusa la bocca
riposa tremando.”
(Pietro Ingrao, Il dubbio dei vincitori)
Deep blue day (Brian Eno)

Nel 1958 Peter Segel ispirandosi ad una vecchia ballata ucraina tramandata da Mikhailk Sholokhov nella sua epopea cosacca ‘Il placido Don’, ha scritto una delle più grandi canzoni pacifiste:
Where  have all the flowers gone  –  Peter Segel

Amarsi un po’

Una trasmissione radiofonica imperdibile, Caterpillar, che seguo da sempre con spirito goliardico – vabbè un po’ sessantottino – si era inventata il fine anno anticipato di una settimana da festeggiare in una località del Trentino. Abito da sera, cena portata da casa da condividere, ricchi premi e cotillons; alla mezzanotte precisa con sette giorni di anticipo ci si baciava si brindava e si ballava ad esaurimento forze (abbiamo scavallato! ed ognuno se ne tornava felice).

Adesso tocca al Ferragosto!

Gente che va gente che viene e con loro tutti questi disservizi di treni, aerei, disagi su disagi, trombe d’aria, bombe d’acqua, le follie individuali e quelle collettive, l’Italia che ormai in ogni ricorrenza mostra sempre più le sue falle, il suo degrado.

Non voglio rattristarvi, anzi. Intendo dire che passare il Ferragosto, come del resto ogni altra festività, da soli – per scelta o gioco forza – non deve farci sentire degli sfigati.
Non esiste se non quello che noi sentiamo e viviamo ed abbiamo il dovere verso noi stessi e verso gli altri, (ri)cito Prevért, di
“Essere felici non fosse altro che per dare l’esempio”.

Buon Ferragosto, io e la Sally, è presto detto, siamo qui!

Ferragosto2015

e mentre lei dorme ed io mi godo un qualche film sorseggio una fresca, estiva

Sangria all’anguria
Prendete mezza anguria e tagliatela a dadini: mettete i dadini nel freezer per farli raffreddare bene: in una caraffa versate un litro di vino bianco moscato e un lime tagliato a fettine: quando saranno ben freddi aggiungete anche i cubetti di anguria e, per renderla leggermente frizzante anche un bicchiere di soda…

oppure se vi piacciono le pesche la voilà

Sangria alle pesche
Prendete tre pesche belle mature e tagliatele a fettine: mettetele in una ciotola con un cucchiaio di zucchero e mezzo limone tagliato a fettine. Aggiungete una stecca di cannella e un bicchierino di liquore dolce. Potete quindi scegliere se utilizzare il vino bianco (consigliato un bianco frizzante) o quello nero (scegliete un vino leggero e fruttato). Lasciate riposare in frigo qualche ora.

Un brindisi, anzi due.

Il mio brindisi particolare a tutti gli amici che per pigrizia ho disertato. Grazie!

Un bel peluche

“Le persone spesso credono che io non abbia paura, ma è facile osservare nelle foto che precedono i miei salti le forti emozioni che provo mentre calcolo i rischi”.
Così ci teneva a sottolineare i suoi stati d’animo Dean Potter, tra gli atleti di sport estremi più famosi d’America.
Noto come Daredevil, dal nome del celebre personaggio Marvel – Dean Potter è morto qualche giorno fa durante la sua ultima impresa: il lancio con la tuta alare dal promontorio di Taft Point (2.286 metri d’altezza) che si affaccia sulla Yosemite Valley, in California.

Tuta alare

Insieme a lui, in molte delle sue imprese, la sua cagnolina Whisper.

cAGNOLINA wISPER
SCALATA

.. e finalmente una ‘meritata’ ancorchè difficoltosa sosta.

DUE

Ora, a me pare che nella, sulla, tuta alare, a guardare bene, la piccola Whisper non ci sia e che dunque sgambetti a terra, forse anche spaesata per l’assenza del suo padrone, e mi auguro che i nostalgici del brivido non la facciano diventare icona di un rischio che – lo dico sommessamente come va di moda oggi – non avrebbe mai scelto.

Mi rendo conto che avere una compagnia possa avere un effetto benefico ma mi chiedo quanta dose di egoismo vi sia nel costringere un essere ‘altro’ a seguirti nelle tue scelte spericolate.

Caro Daredevil, se potessi ti chiederei perché la cagnolina Whisper avrebbe dovuto condividere le tue spericolatezze e morire con te per qualcosa contrario alla sua natura guardinga di animale che del resto è comune a molto genere umano?
E, ancora, concedimi la provocazione, nel tuo zaino avresti messo tuo figlio?

Certo che no! ed io neppure esiterei sulla risposta ma ti avrei suggerito un bel peluche come quelli che accompagnano i bambini nella solitudine del sonno, nella paura dell’imprevedibile. Perchè in fondo questo eri, caro Dean, un bambino spericolato in equilibrio sul mondo.

EQUILIBRIO

(foto da LaRepubblica on line)

Go with WIND

Ecco l’Sms che ricevo dal mio gestore:

“Gentile cliente il 12.11.13 All inclusie si rinnova al costo di 9.07 euro (IVA adeguata al 22 😦 ”

Bene, anzi male, direi.
Non ho ancora chiamato la Wind ma quello che vorrei mi aiutaste a capire è se avendo io una ricaricabile, appunto, All inclusive che dunque include(va) anche l’Iva al 21%, , questo adeguamento di 1 punto è stato applicato ai 9 euro o – come per me sarebbe giusto – al l’iniziale costo e dunque circa 7-8 euro?
Una stupida questione di principio e dico stupida perché parlare di principi diventa sempre più difficile.
Però, mi son detta, fosse anche che quei 7 centesimi dovessero essere 5, moltiplicati per tutti gli utenti per la Wind farebbe la differenza.

Siate gentili! Fate per me due conti.

‘…lacrime nella pioggia…’

‘Once upon a time’ gli uomini (e le donne) nel tentativo di salvarsi correvano verso la terra ferma, nelle grotte, nelle foreste, poi si costruirono dei rifugi, poi ..poi…
La terra di oggi trema mentre valanghe di acqua, detriti e fango si riversano nelle case, tracimano alberi, esseri umani e tanti animali cui nessuno fa cenno come se non fossero anche loro in grande sofferenza, spesso impastoiati e impossibilita a tentare una fuga, oppure allo sbando in spazi inimmaginabili per loro costretti in stabulari, in gabbiette 4×4.  Finalmente liberi,  liberi di morire senza che la loro morte produca ‘richezza’, un passivo invisibile rispetto al capannone che crolla.
E a dispetto di tutto ciò nulla viene fatto seriamente,  definitivamente,  da chi sarebbe preposto a tutelare la salute del pianeta,  di noi tutti esseri viventi.
Restano le lacrime, lacrime nella pioggia.

"Servizio completo" 1997

Siamo a Sheffield, città inglese dell'acciaio.

Quando la crisi si fa sentire un gruppo di uomini di 'varia umanità', rimasti disoccupati,  istigati dal più giovane, Gaz, per guadagnarsi qualche sterlina e tirare avanti, si improvvisano spogliarellisti, come a dire che quando il sistema economico ti mette in mutande non ti resta che toglierti anche quelle! e la crescente popolarità degli spogliarelli per sole donne – ultima frontiera della presunta emancipazione femminile diventa il trampolino per raccontare crisi e disperazione attraverso i nonsense di una commedia in agrodolce.

Full Monty è la risposta ironica e brillante che il regista Peter Cattaneo dà al realismo  raccontato dal grande Ken Loach.

Una risata ci seppellirà? No, ma lo stà facendo Berlusconi.