‘…lacrime nella pioggia…’

‘Once upon a time’ gli uomini (e le donne) nel tentativo di salvarsi correvano verso la terra ferma, nelle grotte, nelle foreste, poi si costruirono dei rifugi, poi ..poi…
La terra di oggi trema mentre valanghe di acqua, detriti e fango si riversano nelle case, tracimano alberi, esseri umani e tanti animali cui nessuno fa cenno come se non fossero anche loro in grande sofferenza, spesso impastoiati e impossibilita a tentare una fuga, oppure allo sbando in spazi inimmaginabili per loro costretti in stabulari, in gabbiette 4×4.  Finalmente liberi,  liberi di morire senza che la loro morte produca ‘richezza’, un passivo invisibile rispetto al capannone che crolla.
E a dispetto di tutto ciò nulla viene fatto seriamente,  definitivamente,  da chi sarebbe preposto a tutelare la salute del pianeta,  di noi tutti esseri viventi.
Restano le lacrime, lacrime nella pioggia.

io sto con gli ippopotami

‘Tra finte liane e rocce di cartapesta, in antri umidi o recinti assolati, in stagni dove scarseggia l’acqua, in teche di plastica troppo piccole, vivono ammassati migliaia di animali selvatici Ci sono leoni, tigri, lemuri, scimpanzé, giraffe, boa, coccodrilli, cicogne, cammelli.’
In questi veri e propri lager diseducativi, sia che si chiamino zoo-safari, parchi natura, acquari, mostre faunistiche, fattorie didattiche, zoomarine, bioparchi, gli animali si trascinano in movimenti ripetitivi e nevrotici o guardano nel nulla,depressi, a volte in ‘carne’ ma  molto più spesso macilenti e sofferenti fino alla morte per mancanza di sovvenzioni.
In Italia sono 88 le strutture che hanno fatto richiesta per diventare giardini zoologici, dieci soltanto sono state autorizzate mentre le altre, a 12 anni dalla direttiva europea che doveva regolare il sistema, non sono (ancora!) a norma di legge. Un mondo di sofferenza e soprusi abbandonato a sé stesso dove tante vite sono solo questione di leggi e di direttive (disattese).

Leggevo questa raccapricciante inchiesta ieri sul mio quotidiano e diciamo che d’estate come del resto avviene all’ora di cena,  non ci facciamo mancare nulla in fatto di magoni.

Poi vado oltre, supero lo spread, faccio una gimkana intorno all’ultima caxxata di Di Pietro, e mi soffermo sulla lettera di un medico di Medici senza frontiere che ricorda come in Sudan, nel quasi totale silenzio dell’informazione, sia in atto una vera e propria catastrofe umanitaria.
In quattro campi profughi (lager a tutti gli effetti) vivono oltre 170mila persone e tra queste ogni giorno 5 bambini muoiono di infezioni gastrointestinali e respiratorie a causa delle condizioni ‘fatiscenti’ e insalubri dei luoghi dove sono costretti a vivere per sfuggire alle guerre e alle persecuzioni.

Ecco, due fatti così diversi e così simili accomunano parti del mondo tanto lontane unendole negli stenti e nella sofferenza ad opera dell’uomo.
Io sono madre e so cosa vuol dire l’ansia, se non l’angoscia, del proprio bambino che brucia per la febbre ma possiamo onestamente dire quale sofferenza sia prioritaria?
Perché dobbiamo sempre più fare i conti con la malvagità umana? Perché se chiudo gli occhi non sento il respiro della notte ma vedo scorrere immagini di un incubo reale?

Il sesso verde (siamo tutti ecologisti)

 

 

 

Quotidiani, nel bene e nel male, come  giornalacci  pornografici in bianco e nero che i ragazzi tiravano fuori da sopra gli sciacquoni dei bagni delle superiori e che  poi di nascosto guardavamo anche noi ragazzine un po’ tremebonde ma certe di avere osato molto ed avere, poi, molto su cui fantasticare.

 

Oggi, tette e culi, labbra come gommoni che quelli che arrivano a Lampedusa sono niente.

Ragazze aviotrasportate che sbarcano per girotondi su bianchi cavallucci di carta pesta, 

bagni di sole integrali con in primo piano un bel popò maschile perché anche quello fà coreografia…gira coca(inaina)? È marginale perché si (s)balla  al ritmo impietoso del menestrello di corte mentre il vetusto nonno sovrano pregusta la (pre)scelta, modello Escort e non proprio nuovissima.

 

Dicevo? Ah, sì. Troppe donne intelligenti che ingenerano paure e turbamenti, “zitelle petulanti”  troppo brutte per essere utilizzate, senza che sfiori il pensiero che troppi uomini sono molto peggio e le zitelle intelligenti (altrimenti anche dette ‘singles’) non si mettono davvero al loro livello tanto per.

 

Da queste ed altre considerazioni,  la mia necessità di sfogliare lestamente e rumorosamente ogni pagina di politica e annesse volgarità per dedicarmi alle pagine di cultura e a eventuali notizie sfiziose, allegre e maliziose che possano lasciarmi sfuggire un sorriso.

 

E una curiosità che ingenera  un sorriso che diventa un a bella risata, un toccasana, e anche, chissà, una prospettiva futura, la voila ed è anche educativa.  Ha a che fare con la maggiore sensibilizzazione che si è venuta, giustamente, a creare per il pianeta, l’eco sistema in generale, per tutto ciò che ha il sapore di genuinità.

 

Insomma tutti ecologisti  e in questo caso senza pruderies  visto che i comportamenti responsabili entrano, adesso, anche in camera da letto. E mentre  nelle situazioni più severe c’è chi, rifiutando la chimica della pillola, ritorna al coito interrotto, o al famoso calcolo delle probabilità della nonna (che non a caso aveva fatto almeno 8 figli),  altri scelgono preservativi di plastica riciclata. E poi ci sono i  lubrificanti naturali (Ultimo tango), e – udite udite – vibratori senza pile a ‘impatto zero’ il cui segreto sta in una ma novellina che consente di ricaricare le batterie “da estrarre prima dell’uso”. Gente precisa ‘st’ ammericani!

Queste e tante altre innovazioni ‘verdi’ sono ad opera della  Hearth Erotics una ditta dell’Oregon all’avanguardia  del settore che per ora  accorcia le distanze attraverso internet.

 

Recente è anche l’abitudine di formare dei gruppi di acquisto che mirano alla qualità comprando alla fonte  e al miglior prezzo che deriva dalle maggiori quantità ordinate….un pensierino di ordine collettivo lo facciamo anche noi?  

 

 

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