Per un imprevisto quanto tardivo, e per ora unico, rigurgito di politically correct ci si è accorti che la figura della ‘bellezza’ seminuda ammiccante e compunta che protegge dal sole, lei stessa bella quanto il sole, o dalla pioggia, anche di chi può solo ‘guardare ma non toccare’, il campione assume un ruolo servile e mortificante per l’universo donna subalterno all’Eroe (i). Dunque La Formula 1 dice addio alle ragazze ombrello e dal 2018, la griglia di partenza sarà popolata di “performer, vip e invitati” di primo livello (che vorra dire?) scelti di gara in gara dai vari organizzatori.
A me sembra che questo sia il classico caso del guardare al dito piuttosto che alla luna e comunque il discorso sarebbe lungo e bisognerebbe che prendesse l’avvio dal primo movimento femminista e dalle battaglie fatte dalle donne per le donne anche se molte di esse sopratutto delle ultime generazioni tendono a dare tutto per scontato e in un certo senso dovuto. Errore gravissimo.
Quando si dice, che la troppa (superficiale) sicurezza di sé ha reso vulnerabile la figura femminile e soprattutto incide sulla sua autorevolezza, io credo sia vero. Credo anche le in una buona parte la recrudescenza dei femminicidi ( di cui due venuti alla luce proprio oggi!) sia anche imputabile ad una distorta visione,cui molte donne non sono purtroppo estranee, che i media ( e loro stesse) offrono come ‘oggetti’ da utilizzare fine a sé stessi o speculari ad altro.
La cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione. ‘Io sono mia’ non era uno slogan efficace solo per la liberalizzazione dello sputtanamento totale, della volgarita, dall’esibizione di ogni centimetro del proprio corpo e neppure per sfondare confini fasulli e negativi con l’illusione di essere padrone delle proprie scelte.
Oggi come oggi (e per quel che passa la sotto cultura al momento) cosa vi sarebbe di disdicevole nel pavoneggiarsi (perché è questo che fanno queste ragazze non certo schiavizzate) accanto all’Eroe nella speranza di una notte o di un per sempre o molto più semplicemente a caccia di una visibilità che le porterà nel turbine di altre esibizioni, chiuse in una teca di vetro a fare da piedistallo al conduttore (Flavia Vento), la velina sculettante che riuscirà a conquistare il divo George Clooney (Elisabetta Canalis) e via discorrendo gli esempi vincenti non sono Rita Levi Montalcini, e neppure Carla Fracci o la più giovane e bellissima Eleonora Abbagnato (serve un progetto a lungo termine e tanta fatica e passione vera).
Il corpo delle donne è un documentario girato qualche anno fa da Lorella Zanardo ed esprime molto bene la solitudine complessiva e il danno che molti comportamenti infliggono al mondo femminile .
Io ero partita da una notizia apparentemente futile e mi sono allargata ma il problema delle ombrelline resta. Non ne conosco il numero ma ecco che comunque l’anno nuovo si è aperto all’insegna di un altro settore che perde lavoro e a discapito del sesso debole. E se ai giovani disoccupati ‘scojonati’ l’esimio ministro del Lavoro Ugo Poletti ha consigliato di trovare le occasioni andando a giocare a calcetto le ombrelline che ne sarà delle ombrelline?
“Forse la cosa migliore del futuro è che arriva solo un giorno alla volta.”
(Una citazione di Abramo Lincoln che mi sembra attinente ai mala tempora nostri)