Is just a yellow lemon tree
And I wonder, wonder…”



L’estate è ormai lontana eppure le mie rose splendono al sole di dicembre.
La ‘Rosa’ è presente anche nella musica classica.
Un caso particolare fu il poema ‘The last Rose of Summer’ (1805) del poeta irlandese Thomas Moore, amico di Byron e Shelley, messo in musica da Sir John Stevenson. Friedrich von Flotow se ne servì nell’opera Martha, messa in scena a Vienna nel 1847. L’interpretazione funzionò e l’opera divenne popolare proprio grazie a questa canzone.
In epoche più recenti, ’The Last Rose of Summer’ è stata riproposta da un gran numero di interpreti fra il gruppo irlandese Clannad e, solo pochi anni fa, dall’ensemble musicale Celtic Woman.
Perdonatemi la lezioncina che ho fatto più che altro a me stessa sollecitata della bellezza della mia rosa incurante di tutto e di tutti splendida splendente al sole Romano di dicembre.
Teniamoci strettistretti Anzi strettissimi 🌹🌲
Wish you were here (Pink Floyd)
” So, so you think you can tell
Heaven from hell
Blue skies from pain
Can you tell a green field
From a cold steel rail?
A smile from a veil?
Do you think you can tell?
Did they get you to trade
Your heroes for ghosts?
Hot ashes for trees?
Hot air for a cool breeze?
Cold comfort for change?
Did you exchange
A walk on part in the war
For a lead role in a cage?
How I wish, how I wish you were here
We’re just two lost souls
Swimming in a fish bowl
Year after year
Running over the same old ground
And how we found
The same old fears
Wish you were here ”
Teniamoci strettistretti anzi di più.
Si fa sera
Piove
Vi lascio per un pochetto
Mi serve tempo
E nuova luce.
So long 💚 🐶
Come as you are, as you were
As I want you to be
As a friend, as a friend
As an known enemy
Take your time, hurry up
The choice is yours, don’t be late
Take a rest as a friend
As an old
Memoria, memoria
Memoria, memoria
Come doused in mud, soaked in bleach
As I want you to be
As a trend, as a friend
As an old
Memoria, memoria
Memoria, memoria
And I swear that I don’t have a gun
No I don’t have a gun
No I don’t have a gun
Memoria, memoria
Memoria, memoria
(No I don’t have a gun)
And I swear that I don’t have a gun
No I don’t have a gun
No I don’t have a gun
No I don’t have a gun
No I don’t have a gun
(Compositori: Kurt Cobain – Nirvana)
“La durezza di questi tempi non ci deve far perdere la tenerezza dei nostri cuori.”- Che Guevara
E collegandomi alla durezza dell’oggi e a questa frase vi suggerisco una accurata biografia su Che Guevara curata da Paco ignazio Taibo II “Senza perdere la Tenerezza”
Teniamoci strettistretti Anzi strettissimi
30 gennaio
1933 – In seguito alla nomina avvenuta il giorno prima da parte del presidente tedesco Paul von Hindeburg, Adolf Hitler forma un governo di centro-destra e presta giuramento come cancelliere del Reich; il suo vice è Franz von Papen che ne ha sostenuto la candidatura.
1933 – Dopo molti tentativi il poeta e saggista statunitense Erza Pound ottiene a Roma un incontro con il dittatore Benito Mussolini. Gli regala una copia dei suoi Cantos ed espone alcune proposte economiche :” Duce ho la possibilità di non far pagare le tasse ai cittadini.”
( riferimentoi a fatti e persone è meramente casuale . . . forse! )
Last but not least per divagare in modo meno serioso:
1595 – Una prima stesura dell’ opera teatrale Giulietta e Romeo di William Shakespeare viene rappresentata a Londra per la prima volta e benché sia impossibile risalire alla data esatta del debutto si ritiene che questa del 30 gennaio possa essere la più probabile.
La scena e tratta dal film Shakespeare in love
In breve, il giovane William Shakespeare si innamora della bella, ma incasinatissima Viola e la vita dei personaggi del film si intreccia a quella dei personaggi delle opere.
Il film uscito nel 1999 fece manbassa di Oscar per la Imiglior regia di John Madden, per la miglior fotografia, per la migliore attrice e il miglior attore non protagonisti; e comunque il film si avvale della presenza di due attori non da poco come Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes.
Si prevede pioggia per tutta la settimana e dunque prendete per buono il mio suggerimentio! teniamoci stretti stretti e guardiamoci questo bel film
“A Parigi tira aria di tempesta e di sinistra. Durante un inverno particolarmente rigoroso, il Governo francese firma un decreto che obbliga i proprietari di case con più di cento metri quadrati a ospitare precari e senza tetto per svernare la stagione. In un immobile del VI arrondissement, una famiglia di destra e una coppia bobo di sinistra non gradiscono. Dopo tentativi falliti di resistenza, cedono all’inevitabile e ‘vincono’ un ospite a testa. Ma è soltanto l’inizio. Tra meschinità e altruismo, villania e cortesia il condominio implode sotto lo sguardo scontroso di una portinaia fascista e riconoscente per i suoi venticinque metri quadri.”
Ecco in breve la tram che innesca una acuta e irriverente commedia francese dello scorso anno ‘Benvenuti..ma non troppo’ che mi è tornata alla mente leggendo del grande freddo siberico che ha colpito la nostra penisola (come se l’inverno fosse diventato un optional) e l’emergenza dei senzatetto polvere nascosta sotto il tappeto che una volata di vento riporta in superfice.
‘Clochard’! Questo linguaggio politically correct che serve a dare un pizzico di esotico ad una emergenza concreta e cruda che esiste ogni giorno e ogni notte, che le intemperie acutizza ma che è fatta di persone, donne e uomini, cui la vita ha tolto tutto e che avrebbero diritto ad essere nominati senza falsi pietismi.. stuoli di sacchi a pelo ai bordi di grandi stazioni, cartonati sotto i ponti.
Insomma i volontari si danno da fare con i fatti, tanti, troppi, concionano dai loro pulpiti, questo film Benvenuti …ma non troppo, offre una soluzione mettendo a nudo la pochezza umana.
Certo nel film tutto finisce a tarallucci e vino ma un piccolo tarlo lo innesca: Cosa saremmo concretamente disposti a fare? Cosa stiamo facendo? Io, voi non ‘la gente’? Stiamo davvero diventando tutti migliori di fronte alle nuove povertà soli perché ci commuoviamo? Alexandra Leclére, regista e sceneggiatrice di La grand partage seppure ricalcando i vecchi stereotipi sembra crederci.
Clochard.
Roma, simbolo universale della cattolicità, in realtà è una città anche ebraica. Da più di duemila anni vive qui una comunità, la più antica, di ebrei della diaspora e non come ospite ma parte integrante della vita, della storia e della cultura di questa città. Senza la loro presenza Roma non sarebbe più la stessa.
Persino la tradizione gastronomica più antica e verace che unisce la cucina giudaico-romanesca ne risentirebbe. Niente più passeggiate fino al Forno del Ghetto per andare a comprare la crostata di ricotta e visciole, così amata dai tutti i romani che amano cenare in uno di quei ristorantini senza tralasciare le squisite polpettine al sedano che le insaporisce al posto del parmigiano essendo vietato mescolare carne e latte (parmigiano).
Il pane, ne vogliamo parlare?, che ha un posto speciale nella tradizione culinaria ebraica poiché considerato pietra miliare dell’alimentazione, quindi fondamento della vita, e che richiede speciali benedizioni quando si consuma. Il pane del sabato si chiama challah e di norma si prepara in casa e portarlo in tavola è una festa.
Io vorrei quest’anno ricordare e raccontare gli orrori dell’Olocausto attraverso il ‘piacere’ delle piccole cose quotidiane che dovrebbero fare da collante tra le genti e niente unisce di più del rituale del cibo. Il piacere dello stare insieme, del condividere l’ospitalità.
L’Olocausto ci ha restituito brandelli di uomini e donne, pochi bambini, scheletri baudelaireiani occhi affamati.
Ricetta originale della Crostata di ricotta e visciole (6 – 8 persone)
Il cielo cade – Negli anni della seconda guerra mondiale, due sorelline orfane vivono un’infanzia felice presso una villa toscana, insieme agli zii ebrei tedeschi, Katchen e Wilhelm, lo zio cugino di Albert Einstein, che le hanno prese in custodia. Nell’estate del 1944 arriva nella villa l’’esercito nazista e i soldati trucidano tutta la famiglia lasciando loro vive perché ‘non ebree’. Questo non essere ebree e sprezzantemente ‘vive’ ha segnato la loro vita.
Queste due bambine di allora, morta la loro mamma di parto ed essendo mio nonno e loro padre grandi amici, furono accolte in casa e cresciute fino a sei anni da mia nonna con mia mamma e le mie due zie. Oggi sono le uniche persone care della mia famiglia – di quella generazione – ad essermi rimaste e in questi giorni Lori sta, come sempre tutti gli anni, girando l’Italia a raccontare il suo Il cielo cade che è anche un libro ripubblicato da Sellerio Editore.
Per non dimenticare, insieme.
Una ricetta ‘al bacio’
Ponete nella terrina del cuore un pizzico qb di follia, aggiungete a piacere qualche parola appena sussurrata, come farina attraverso il colino, amalgamate con 2 al massimo 3 carezze tra i capelli, indugiate con una leggera pressione dietro la nuca, controllate che gli ingredienti si fondano pur mantenendo la loro fragranza, ponete cura a che il tremore interno non vi renda goffi, sorridete con gli occhi dell’anima, attraverso il ventaglio delle ciglia. Adesso il più è fatto e allora cominciate a gustarne lentamente il sapore, con un intimo guizzo di fiamma, non lasciate assolutamente riposare .
Il bacio, dice la qui presente, l’Artusina dell’amore, è fragranza appetitosa sulle nostre labbra. Leggero e delicato amche solo di sfuggita non dovrebbe mancare mai. Il bacio notoriamente non ingrassa, tuttaltro!, è terapeutico, ridona energia e aiuta il ‘sogno’ tranuillo.
Sapore di bacio. Che buon sapore.
Bon Appétit!
Bon Appétit è anche un film grazioso di David Pinillos definito ‘una commedia romantica tra amori e dissapori’ che ho visto in un giorno piovoso di qualche anno fa e che mi fece sorriredere. Racconta l’educazione sentimentale di Daniel, un giovane basco che trova la prima importante esperienza di lavoro in un ristorante d’alto rango di Zurigo, con cuochi di ogni nazione e una sommelier, Hanna, tedesca innamorata del titolare. Le scelte nella vita sono sempre difficili e dal risultato incerto. Anche per Daniel, ma imparerà a scegliere.
Glenn Frey.
“Detroit nel 1948, aveva conosciuto Don Henley a Los Angeles nel 1970 e insieme formarono gli Eagles . Autori di grandi successi internazionali come Hotel California, Take it easy, di cui era la voce principale, e Tequila Sunrise
Da solista aveva pubblicato cinque dischi e il brano The heat is on della colonna sonora di Beverly Hills Cop fu una grande hit nel 1984; ed era comparso come attore in Jerry Maguire. Bisogna sottolineare che seppure caduti un po’ nel dimenticatoio, Gli Eagles sono tra i gruppi di maggiore successo della storia della musica, con il loro country rock poiché hanno venduto oltre 150 milioni di dischi nel mondo mentre con la raccolta Their greatest hits (1971-1975) sono al secondo posto nella lista degli album più venduti della storia, dietroThriller di Michael Jackson. “
Io ero gia ragazza quando fui folgorata dalla chitarra di Frey in Hotel California ( e chi se ne frega se la rivista Rolling stone l’ha classificata al 49esimo posto) questa canzone e tutte le sue implicazioni personali è stata e resta fissata nel mio cuore e nei miei ricordi più belli di una estate ‘di fuoco’ e non vi è anno, davvero, che in modo scaramantico io non inizi la nuova stagione senza sentire e risentire questa canzone nell’abitacolo della mia macchinetta indietro nel tempo, verso un nuovo sole a cui mi affido.
Ma vi è un’altra canzone che mi è cara e che sento adattarsi a questo momento di maliconia, stavo dicendo di dolore ma un artista che ci lascia non può mai provocare dolore semmai un attimo di smarrimento perché infine lui resta in tutta la sua essenza e sta a noi preservarla.
Questa canzone e Tequila sunrise.
“Take a another shot of courage
And wonder why the right words never come
You just get numb ..”