Se volete c’è una convinzione più di fondo che mi porto dentro da lungo, assai lungo tempo: che noi ci trasformiamo con gli altri, gli altri sono diversi, e sparsi e in cerca. Tutti siamo sparsi. La liberazione la si costruisce insieme.
Se mi permettete uno scherzo, a me piacerebbe molto, e da tempo, andare in convento. Ma poi è successo che non ci sono andato. Perché sono stato trascinato nelle città, nel tempo delle metropoli.
E lì si è in tanti, di tanti luoghi e di tanti colori.
E la libertà si costruisce là dentro persino il pensiero della solitudine.
Ce l’ha insegnato il vecchio Marx che bisognava costruire nel gorgo.
E lui di comunismo un po’ se ne intendeva.
Pietro Ingrao – 29.o9.90
«Rosie Passeralla, 5 anni [di] Philadelphia. Raccoglie qui da due anni. Whites Bog, Browns Mills, N.J. 28 sett. 1910».
Insieme alla piccola Rosie, moltissimi italiani di ogni età si trasferivano dalle loro residenze nelle grandi città del Nord-Est per raggiungere i campi del New Jersey, della Pennsylvania e di altri stati orientali durante la stagione del raccolto.
Attenta, però, che il vecchio Marx quando parlava del gorgo intendeva riferirsi a quello di chi lavora, fatica soprattutto, allora, con le braccia, oggi, anche con il cervello e tutte le altre attività connesse. Non nel silenzio dei conventi di clausura! Anche perchè, per il mio vecchio Marx, LE religioni sono l’oppio dei popoli attraverso il quale si costruisce il controllo delle società. Lo fanno anche i missionari che fanno il lavaggio del cervello prima di aiutare i nativi.
Ovviamente, rispetto le tue convinzioni e spero che tu rispetti le mie e quelle di tutti gli altri anche se dissentono dalle nostre.
Ciao, con immutata stima. Buona serata, giovane, lo ripeto, giovane amica! Osv
attento Osv,
Ingrao dice che ‘avrebbe’ ma che la vita lo ha portato altrove a fare altre scelte. Scelte di inclusione, noi e gli altri come ricchezza.
Quanto al ‘nostro’ Marx è logico che avesse riferimenti diversi, non credi?
Ma sopratutto rendiamoci conto di chi erano i dirigenti di una volta e la difficoltà di rapportarci, oggi, a questo gruppo scalcinato di imbonitori. Sì imbonitori.
sheraconaffettoestima 😉
Ingrao è stato un grande comunista ed io lo rispetto. Certo che il nostro Marx (il riferimento “mio” era solo riferito all’anagrafe) aveva davangti a sè una società diversa. Ma non dimentichiamo anche che la sua filosofia politica, tale era, non è mai stata realizzata nè nella vecchia URSS, nè nella Russia men che meno di Putin, forse avrebbe potuto farlo, almeno nelle intenzioni Gorbaciov, come dice Frane Barbieri nel 1987. Perfettamente d’accordo con te sugli scalcinati attuali imbonitori. Dobbiamo tristemente concludere, comunque, che in Italia, con le schede elettorali la situazione sarà sempre immodificabile. La rivoluzione, come aveva capito Lenin, prevede altri mezzi cruenti ma efficaci. Peccato che Lenin ha lasciato il lavoro a metà!
Ciao. Ricambio affettuosamente ed incondizionatamente la tua stima. Un abbraccio comunista! Osv
Sì, decisamente oggi viviamo in altri tempi. Sia Marx che Pietro Ingrao, se sapessero, si rivolterebbero nella tomba.
Buona domenica!
kathechetiabbraccia
Ciao Kathy
Ingrao seppur molto vecchio dorme ancora nel suo letto 🙂
sherabuon..giornoebuonadomenicaforsedipioggialsud
siamo sparsi è vero, ma ci siamo impigriti perché ci siamo imborghesiti e siamo diventati troppo individualisti. La vera lotta di classe, ora, la fanno gli immigrati…
Una lotta di classe senza stampella. Gli ideali della sinistra, una sinistra democratica, innovativa, in Italia, e ci tengo a sottolineare in Italia, ha cominciato a rantolare dietro il feretro di Enrico Berlinguer accompagnato dalle lacrime di tutti.
Io ho vissuto quei momenti dall’interno e ancora oggi mi domando come sia stato possibile disperdere tante sinergie in rivoli di protagonismi esasperati. Un succedersi di sigle.
sheraforseoramaiètroppotardixtutto