Amarsi un po’

Corpi scultorei seminudi esibiti sulle spiagge, in tutti i luoghi di villeggiatura oppure fanno mostra si sé nelle città. Non si possono non vedere.
Il corpo, il nostro corpo, lontano dalla sua essenza, vissuto attraverso lo sguardo degli altri. Se ne accorgono con un brivido di onnipotenza le giovani donne quando il loro corpo appare per la prima volta ‘appetibile’, conquista consensi e diventa oggetto di desiderio, condizione di vita.

Il corpo usato come grimaldello. Le pesanti diete, gli esercizi fitness massacranti, l’ossessione per la propria forma, gli interventi di chirurgia estetica per modellarlo adattandolo a stereotipi sociali, ne sono un esempio evidente. Non è più un fenomeno soltanto femminile perché oggi, lo dicono le statistiche, donne e uomini quasi si equiparano in questa rincorsa ossessiva alla forma e in subordine alla giovinezza perché è nella giovinezza che il corpo riflette il gradimento sociale.

Non ci vuole lo psicoanalista per capire che certe trasformazioni tramite chirurgia estetica a cui si sottopongono i corpi femminili e maschili non rispondono affatto al criterio dell’abbellimento in sè, ma a quello di una sua radicale metamorfosi al fine di renderlo il più possibile simile a quello che l’immaginario, sopratutto erotico, esige.

Ed è sempre attraverso il corpo che si esprimono le proprie insoddisfazioni, sanguinano le ferite dell’anima, striscia il bisogno di essere amati ‘oltre’ cosicchè le rivendicazioni si manifestano nelle grandi obesità o nelle forme gravi di anoressia o, ancora, nel distruggere le fattezze del corpo con protuberanze, piercing, attraverso operazioni chirurgiche che lo stravolgono, lo rendono mostruoso, e attirando l’attenzione provochino angoscia.

Un argomento pesante, indigesto, motivato da due situazioni diametralmente opposte.

Il corpo stratosferico e ‘pompato’, visetto alla Barbie,  della modella Kriz Jonasdottir che pare abbia spopolato agli europei di calcio

E la tennista francese Marion Bartoli, vincitrice a Wimbleton nel 2013(riconosciuta per le sue ‘rotondità) che è arrivata a pesare meno di 45 kg per un’altezza di 1,70cm

 

Esiste un modo diverso di piacersi? Di farsi accettare?

Credo di sì: amarsi un po’.

Ricette d’amore

Una ricetta ‘al bacio’ 

Ponete nella terrina del cuore un pizzico qb di follia, aggiungete a piacere qualche parola appena sussurrata, come farina attraverso il colino,  amalgamate con 2 al massimo 3 carezze tra i capelli, indugiate con una leggera pressione dietro la nuca, controllate che gli ingredienti si fondano pur mantenendo la loro fragranza,  ponete cura a che il tremore interno non vi renda goffi,  sorridete con gli occhi dell’anima, attraverso il ventaglio delle ciglia. Adesso il più è fatto e allora cominciate a gustarne lentamente il sapore, con un intimo guizzo di fiamma, non lasciate assolutamente riposare .

Il bacio, dice la qui presente,  l’Artusina  dell’amore,  è fragranza appetitosa sulle  nostre labbra. Leggero e delicato amche solo di sfuggita  non dovrebbe  mancare mai. Il bacio notoriamente non ingrassa, tuttaltro!,  è terapeutico, ridona energia e aiuta il ‘sogno’ tranuillo.

 Sapore di bacio. Che buon sapore.

Bon Appétit!

locandina

 Bon Appétit è anche un film grazioso di David Pinillos definito ‘una commedia romantica tra amori e dissapori’  che ho visto in un giorno piovoso di qualche anno fa e che mi fece sorriredere. Racconta l’educazione sentimentale di Daniel, un giovane basco che trova la prima importante esperienza di lavoro in un ristorante d’alto rango di Zurigo, con cuochi di ogni nazione e una sommelier, Hanna,  tedesca innamorata del titolare. Le scelte nella vita sono sempre difficili e dal risultato incerto. Anche per Daniel, ma imparerà a scegliere.

Amarti m’affatica (mi svuota dentro)

Ancora in clima post natalizio – solidale ai più – rimugino un drastico taglio al grass-etto  superfluo.

La dieta, certo aiuta. Niente cappuccio e cornetto, niente cioccolatini dopo cena, niente di niete fino almeno a Pasqua.

Per fortuna dal parrucchiere  la soluzione  mi giunge con un articolo  niente male :  “Sesso: ginnastica o magia?” dove apprendo esultante che, nell’ordine, variare le posizioni stimola il desiderio e mette in moto più muscoli, che il sesso stimola la produzione di testosterone, ormone che protegge le coronarie dal rischio d’infarto e agisce da ottimo antidepressivo (ci mancherebbe altro!). ah scordavo, con  un ‘semplice’ bacio si raggiunge una frequenza cardiaca che è ideale per il cuore.

Dunque se riducessi la palestrina a vantaggio di…? devo ragionarci un  un po’.

 Intanto facciamo insieme questo test. Cominciamo a metterci in tuta da lavoro…baby doll, 3 gocce di Chanell n.5 mentre  per voi signori uonimi una raccomandazione importante:  niente calzini o boxer con i pesciolini rossi ma sopratutto

Valga per tutti! che nessuno storca il naso e siate invece ‘collaborativi’ !

La vostra personale soluzione al test la pubblicherò sabato!

1.  I preliminari sono indispensabili per…    a) accendere il desiderio;  b) rendere più lungo e divertente l’incontro;  c) capire i gusti del partner:   

2.  Dopo un inontro d’amore davvero ‘riuscito’ ti senti:     a)Profondamente calma/o;  b) svuotata/o, stanca/o;  c) piacevolmente su di giri; 

3.  Sperimenti nuove posizioni del Kamasutra per…     a)provare nuovi piaceri;  b) combattere la noia;  c) curiosità;

4.  I rapporti ssuali molto frequenti possono provocare…     a) stanchezza fisica;  b) un calo di desiderio;  c) un gran benessere; 

5.  Una donna un po’ depressa dovrebbe:     a) trovare un amante più giovane di lei;  b) cambiare compagno;  c)                vivacizzare il rapporto; 

6.  Qual è l’uomo  più bravo a letto?       a)  quello che ha collezionato molte donne;  b) uno pseudosessuologo; c) un “buon selvaggio”; 

7.  Non da soddisfazione fare sesso quando…     a) si è di malumore;  b) si ha fretta;  c) non ci si sente fisicamente bene

8.  Tra le lenzuola è peggio sentirsi:      a) annoiate/o;  b) trascurate/o;  c) criticate/o.

PUNTEGGIO

  1.  A=3   –   B=0   –   C=6
  2. A=3   –   B=6   –   C=0
  3. A=0   –   B=6   –   C=3
  4. A=3   –   B=6   –   C=0
  5. A=3   –   B=0   –   C=6
  6.  A=3   –   B=0       C=6
  7. A=6   –   B=3   –   C=0
  8. A=3   –   B=6   –   C=0

Un bel tipo

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Metti anche tu la veste bianca
E schiudi l’uscio al tuo cantor!
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l’amor.

La mia doccia nuova superaccessoriata vetro assolutamente trasparente che il primo momento che ci sono entrata mi sono detta che avrei dovuto, per pudicizia, lavarmi in camiciola come quell’anno di collegio dalle suore dove il bagno si faceva con la camicia da notte. Il corpo delle donne ancorchè bambine veicola le tentazioni!

Non parlo dell’Ottocento!

Penso a te e dopo anni e anni mi sono ritrovata in Corsica a rabbrividire sotto una doccia spartana con acqua gelida in un minuscolo campeggio di Ile Rousse. Penso alle tue mani insaponate che scivolavano sul mio corpo, che indugiano, sento il sapore di shampoo delle nostre lingue e vivo quell’impellente bisogno di fare l’amore. Ecco il sole di luglio, il mio compleanno, la notte in albergo e quella minuscola doccia dove soltanto l’uno dentro l’altro addossati alla parete riuscivamo a lavare il sudore di un’estate caldissima che riproducevamo all’infinito.
E poi amore, nuotate, amore, mare di sentimenti, ben attenti a non scoprirli troppo.

Seduta sul letto, difronte a te, la bocca sul tuo membro nudo mi asciugavi i capelli scompigliandoli con le mani a pettine.
Momento di pura magia e la poi la mia dabbenaggine di parlartene.
Guardandomi tra lo stralunato e il divertito  mi ha confessato che da piccolo volevi fare il parrucchiere! Ho capito che il lavoro di ingegnere nucleare doveva essere molto stressante.

Tu non eri quel tipo d’uomo che … ma certamente un ‘bel tipo’.

 

iome

foto sherazade 2015

co(a)lore dei baci

Secondo la psicologia dei profumi, l’aroma della vaniglia attenua la collera.
Quello della menta scioglie i nodi menta-li e verbali.
Ed è partendo da questi studi che una nota casa cosmetica ha inserito nella formula dei suoi nuovi rossetti oli essenziali profumati e biologici: menta piperina, vaniglia, cannellina o anice; ciascuno con un suo specifico e(a)ffetto.
Ora, personalmente, non uso molto il rossetto e comunque mai rosso ma leggermente rosato, insomma il burro di cacao che baciandosi all’inizio impasta un po’ ma ha il vantaggio di non lasciare tracce inquietanti sul colletto o peggio ancora sulla guancia del ben capitato.
Domani, però, troverò il tempo di passare al Beauty Shop di via del Corso per informarmi ed eventualmente prendere un paio di rossetti
rosati il primo sull’ “arrapante” e il secondo vagamente soporifero che eviti la banalità della scusa del solito mal di testa.
Osignur! scordavo che io dormo da sola e quando ho compagnia è perché mi sento proprio in ottima forma (e qui dovrei iniziarvi al mio pensiero che la convivenza è la tomba, forse dell’amore no, ma della passione sicuramente).
Quindi un solo acquisto, usato alla bisogna, enfatizzato da un flautato:
“Baciami, stupido, baciami!”

If you want a lover
I’ll do anything you ask me to
And if you want another kind of love
I’ll wear a mask for you
If you want a partner
Take my hand
Or if you want to strike
me down in anger
Here I stand
I’m your man

anoressia una bestia affamata

Leggevo ieri che una nota ‘maison’ ha inaugurato una nuova linea ed ha già aperto  cinque ‘store’ (negozio pare brutto?) a Milano.  Chi se ne frega, diremmo tutti in coro se non fosse che per plaudire a questa vittoria l’anno reclamizzata con questa immagine

anoressia

Così mi sono detta che nonostante le tante battaglie intraprese per cercare di responsabilizzare anche il settore della moda al  dramma dell’anoressia che oggi colpisce ormai non soltanto le ragazze ma anche i ragazzi in odore di notorietà, ebbene questa foto dimostra che i cosiddetti canoni di bellezza patinata a cui fanno riferimento molti giovani insicuri non sono campiati e, anzi, guadagnano proseliti.
E’ per questo che vi ripropondo (mi scuseranno quelli che già hanno letto e ‘corposamente’ commentato un mio post del 2011.

“Cattivi esempi”

Ho letto recentemente della disapprovazione pressocchè generale  che ha colpito, senza affondare,  il  programma ‘America’s Next Top Model 2011’, vinto da una ragazza talmente magra da alimentare (ironia delle parole)  le proteste di quanti  sostengono  che questo reality  – che dura da oltre dieci anni e di  cui sinceramente non conosco le  regole –   unito ad un’ esaltazione della magrezza come simbolo di bellezza,  diffonda un messaggio fuorviante che pesa soprattutto sulle adolescenti che nell’ emulare questo  ideale estremo di magrezza,  approdano, incoscientemente e spesso anche troppo tardi per correre ai ripari,   agli orrori  dell’anoressia dalla quale se ne esce, quando se ne esce, con il fisico e la psiche minati per sempre.
 Non che le altre concorrenti fossero in carne, ma Ann Ward, una stangona diciannovenne di Dallas alta 1.87,  raggiunge appena i 45 kg, sì, quarantacinque chili!
Sin dalla  presentazione l’agosto scorso. il  reality aveva fatto parlare di sé a causa di uno promo in cui uno dei giudici mostrava tronfio alle telecamere, come riuscisse a fare combaciare le mani intorno alla vita di Ann, commentando  estasiato: “Ha il girovita più piccolo del mondo“.

Immediate le pubbliche scuse e le lacrime da coccodrillo da parte degli organizzatori, supportate dai comunicati stampa di alcuni grandi ateliérs, con l’affermazione che – al contrario – il fine dello show sarebbe quello di proporre  un modello/e  “plus-size” che prenda  le distanze  da quello scheletrico esaltato dai diktat dell’alta moda..
 La vittoria (vittoria?) di Ann Ward  conferma al contrario, che sono menzogne e che la haute couture per esprimersi in passerella ha bisogno di aironi dagli occhi affossati  enfatizzati dal troppo trucco di passerella, anoressiche o sulla via per diventarlo.
 Ann, la magrissima Ann, appresa la vittoria ha esclamato:  “Sono così onorata in questo momento!” forse considerando anche che, cosa non da poco, oltre alla gloria, si porta a casa dollaroni in contanti,  un contratto con ‘Cover Girl’ e un’altro  con la ‘IMG Models’ e, per la prima volta nella storia del reality, apparirà in  una copertina di ‘Vogue Italia’.
A me resta una domanda. Ann non sarà davvero troppo magra? Non sarebbe più onesto vestire una Barbie telecomandata al posto di una mannequin/manichino  pelle e ossa?
Non esiste una via di mezzo tra i sorrisi distorti di labbra snaturate,  ‘tettone’ settima misura e un vitino di vespa che racchiude 21 grammi di anima? O via via questa nostra anima, bene prezioso, sempre più donne la svendono al diavolo (veste Prada?)  nel sogno di un malsano, fuorviante,  desiderio di piacersi e prima ancora di piacere agli uomini che le esibiscono come auto di lusso (e poi i loro sogni erotici li condividono con la  classica ‘casalinga di Voghera’?).

MI sono documentata ecco a voi una foto della vincitrice 2013,  Joudan  Miller, e ditemi se questa ragazzina non è anoressica con il placet generale. Cattivi esempi ma anche tanta malafede nel dire e non cancellare dall’immaginario  questo modello  distorto e malato della bellezza femminile.

(s)cambio Pa(e)lle

Uomo non ho mai desiderato esserlo.
Certo è che – sempre più in questi tempi bui – avrei di che spappolarmi le palle, sì ho detto proprio palle.
In tal senso – ove possibile –
scambierei saltuariamente
con:
‘davanzale misura 38D prodotto naturale ben sostenuto no smagliature elegantemente accessoriato.’

Nessuno è perfetto

Io credevo da donna di mondo quale mi sono maldestramente reputata che più o meno nulla mi avrebbe lasciata basita dopo l’incontro ravvicinato con un pube maschile completamente rasato.
Invece quella a lasciarmi, oggi, a bocca spalancata è una pratica ormai sdoganata non più solo appannaggio di spogliarelliste,  ballerine bourlescone o professioniste del sesso.
Parlo della tintura dei peli pubici che non si limita a ‘ritoccare’ il colore originale dei capelli ingrigiti ma può spaziare, come del resto i capelli, dal fucsia, al turchese, al rosso, al biondo, insomma tutti i colori dell’arcobaleno laggiù al centro del mondo.
La chimica ci si è impegnata e ha fatto passi da gigante, dunque non è più necessario andare dal parrucchiere, basta l’acquisto in profumeria di un kit “fai-da-te” di tinture con una ‘formulazione specifica che non irrita, non macchia e dura fino a cinque settimane’!
Scopro, scorrendo l’articolo, che la mitica Marilyn Monroe usava anche lei  la corrosiva acqua ossigenata per schiarire i pelini rivelatori.
Le mirabilie non sono finite.  Su richiesta (pagando!) è disponibile un super extra kit provvisto di speciali stampini (non chiedetemi, altro non so che quel che leggo) per procedere ad un taglio personalizzato.
Riporto dall’articolo:
“Il colore si può far precedere da un taglio.  La cosiddetta ‘brasiliana’ cara a Naomi Campbell e a Gwyneth Paltrow, lascia una sola striscia verticale… Il taglio Hollywood invece è la rasatura totale (ma allora esclude il colore) mentre il Tiffany Box è a forma di astuccio di gioielli, più d’effetto se la tinta è celeste chiaro”.

Personalmente in occasione della nascita del mio pargolo credo mi sia stato praticato lo style Hollywood un vero tormento quando nei giorni successivi i pelini cominciarono a ricrescere provocando un’irritazione fastidiosa all’inguine.

Arriva l’estate e ‘noi donne’ iniziamo a pensare al bikini e soprattutto in vista di quell’appuntamento andiamo dall’estetista per una depilazione più duratura e meno invasiva della classica rasoiata.
Certamente la sgambatura dello slip richiede l’utilizzo della ceretta depilatoria. Io lì mi fermo anche se…visto che in questo periodo ho i capelli con delle mecheses biondo-rosse forse sarebbe il caso di provvedere  di conseguenza.
Ma l’articolo mi lascia insoddisfatta perché non si sbilancia sul maschio pensiero di un Walter di fronte a una Jolanda brasiliana di un bell’azzurro fluorescente.
Lavori in corso? Deviazione? Devianze?

Nessuno è perfetto, si sa.

Beautiful minds

Impazzano le classifiche e nevicano premi.

Non poteva mancare la classifica degli “uomini più belli del pianeta”.
David Beckham il primo e, il vederlo smutandato D&G in gigantografie appese ovunque, ancor più del suo mestiere di calciatore, gli ha dato una maggiore visibilità concentrata (siamo uomini o caporali!) in ‘quel’ punto nevralgico che il nostro Carlo Verdone in “ Troppo forte” rimpolpava con un pacco di cotone idrofilo.
Ryan Goslin, Ryan Reynolds, Bradley Cooper e Jake Gyllenhaad, tutti attori piuttosto giovani, occupano dal secondo al quinto posto.
Non chiedetemi chi sono perché forse li ho visti in un qualche film ma nessuno di loro ha attratto la mia attenzione. O più probabilmente sono io irrimediabilmente legata a quella generazione cui appartenevano il ‘mio’ bellss Benicio del Toro (Traffic, 21 grammi, Sin city e Che Argentino, Che Guerriglia di Steven Doderbergh) o Matt Damon (Invictus, The departed…).
Con mia grande sorpresa nell’attuale decina non compare lo statuario Michael Fassbender che nel recentissimo “Shame” con i suoi nudi integrali più del film (per me ben confezionato ma inutile che nulla ha a che fare con la sesso dipendenza ma piuttosto con la noia di vivere di un anaffettivo immaturo) è stato unanimemente apprezzato. Ha un bel viso, un bel popò e senza cotone si capisce che Beckham ‘je fa ‘n baffo’.
E’ scomparso l’irriducibile sex symbol trasversale Sean Connery e il bel medico di ER alias George Clooney, lasciato il Martini, ora sorseggia decaffeinato, rassicurante immagine di uomo tranquillo.


Ciò detto vogliamo parlare della morsa del gelo? Della tragedia della nevicata a Roma? O forse vogliamo parlare di politica che non c’è e dei furbetti non più del quartierino ma degli interi palazzi o appartamenti che valgono quanto un intero quartiere di case popolari?
No, preferisco cazzeggiare perché, in fondo, siamo a lunedì è l’una di notte, per domani il signor Sindaco ha consigliato di stare a casa, il foglio bianco langue mentre la neve diventa scura e allora…non è d’obbligo leggere e andate oltre.

Buona settimana e che sia  migliore di quella passata.

et dieu créa la femme

 

 Leggo che il quotidiano inglese Daily Mail ha chiesto a 5 donne speciali,“in carriera”, di scrivere una lettera al proprio corpo.  

 

Sandra Howard, 71 anni, scrittrice

Caro corpo,

Ne abbiamo passate tante tu ed io, e ammettiamolo in questi giorni mostriamo un bel po’ di lacrime e logoramento: la mia pelle da rosa inglese ha perso elasticità, e la forza di gravità si è divertita a giocare con i miei seni e il mio fondoschiena…

…. Ma non è tutto negativo. Ho amato la mia vita stretta e le mie braccia toniche come quelle di una ragazzina. Sei stato gentile con me durante le gravidanze, un vero amico. Ho avuto un pancionecontenuto e sdono tornata in forma in tempi brevissimi. Nessuna smagliatura…

…  Spero che continueremo a lavorare insieme per un bel po’ di anni ancora

E’ una lettera nella quale potrebbe cimentarsi ognuna di noi perché il nostro corpo siamo noi. Lo amiamo? Lo odiamo? Ne abusiamo? Ne andiamo fiere al di là di facili ammiccamenti e falsi pudori?

Il rapporto delle donne di ogni età con il proprio corpo e stato da sempre conflittuale, soggetto ai capricci della moda e – soprattutto – ai desiderata maschili.

Boomerang che vola alto nella pienezza degli anni e che ci si ritorce violentemente contro al primo giro di boa. Sappiamo gestirlo senza che ci ferisca?

Credo che oggi si chieda anche al corpo maschile  e al suo aspetto esteriore grandi prestazioni (vita dura anche per loro) e dunque perché non proviamo tutte e tutti a cimentarci in questa scrittura? Comincio io?