Esportatori di pace

I soldati avanzano , affrontano situazioni disperate, seminano terrore ma sono controllati dall’alto, passo passo, dagli ‘snipers’, i cecchini, che li proteggono. Una porzione di mondo , l’Iraq, grande e tragico affresco.
L’11 settembre è lì a giustificare nefandezze di routine che affioreranno
con gli orrori di Gantanamo.
Per non cadere nella stesura di un normale film di guerra Clint Eastwood usa lo stratagemma del doppio, della sovrapposizione di immagini, i discorsi astratti sul Bene e sul Male, sull’amore, sul destino, tutto questo in mezzo alle battaglie o del televisore spento. Il cellulare militare attaccato all’orecchio a evidenziare la dicotomia di due mondi in simultanea, l’uno soffocato dalla polvere e dai rumori della guerra e l’altro, quello edulcorato, cartolina americana, di una giovane moglie catapultata attraverso i suoni nella guerra del suo uomo: “Torna mi manchi, tuo figlio sta per nascere”. Brilla il sole.

Questo è American sniper di Clint Eastwood e sia o no un film reazionario, che fa l’occhiolino al potere guerrafondaio, irrisolto perché ondivago, ci sa davvero fare. e assolve perfettamente al suo compito. E’ ancora vitale lo sguardo dell’ottuagenario. Nessun sentimentalismo. Tutto calcolato.
Tiene inchiodati alla poltrona, con fiato sospeso ti fa entrare nella carneficina, rabbrividisci perché questa non è solo una pellicola, questo sta succedendo ogni giorno là dove il Bene arriva colonizzando con la violenza, esportando la guerra mascherata da missione di ‘peace keeping’ sotto la protezioni dei cecchini del Team 3 dei Navy SEAL, il corpo speciale della marina militare americana al cui addestramento massacrante assistiamo per tutta la prima parte del film.

Il lavaggio del cervello per produrre degli automi cui iniettano soltanto un pensiero : America, Patriottismo. Kamikaze da esportazione.
Quando, purtroppo, finisce la carica il soldatino torna un civile qualsiasi e si scopre estraneo anche a se stesso ed è allora che va in corto circuito e uccide ancora. Uccide in un raptus il reduce preda della sua follia – e in qualche modo salva Kyle dai suoi fantasmi.
Chris Kyle in effetti sembra avesse ucciso più di 160 persone una a una, freddamente anche solo per un indizio, tanto che venne soprannominato “Leggenda” o, per i miliziani iracheni , Shaiṭān Al-Ramadi : “il diavolo di Ramadi”.

Nella sua autobiografia, Kyle racconta che molte persone gli chiedessero quanti nemici avesse ucciso e lui : «La risposta fa di me di meno o di più di un uomo? Il numero non è importante per me. Vorrei solo averne uccisi di più. La Marina dice che come cecchino ho ucciso più uomini io che qualsiasi altro membro dell’esercito Americano, passato o presente. Credo sia vero».

Chris Kyle rientrato definitivamente dal servizio effettivo nel 2009 fu assassinato il 2 febbraio 2013 nel poligono di tiro da un suo ex commilitone marine che soffriva di ‘disturbo post traumatico da stress’ un gravissimo disturbo di cui soffrono molti reduci e da cui lui era riuscito a liberarsi mettendo in seguito la sua esperienza a disposizione d i altri reduci.

Chris Kyle viene ricordato come il cecchino più infallibile nella storia dell’esercito americano: era, appunto,  autorevole  membro del Team 3 dei Navy SEAL.

American sniper  è il film  basato sulla sua autobiografia ed è  interpretato da Bradley Cooper, perfetto nella parte, che ne è anche produttore.

Candidato già agli Oscar  io  dubito, dubito fortemente della capacità di giudicare obiettivamente  una tale tragedia che tocca a partire dal Vietnam l’America e il popolo americano e il suo forte senso di appartenenza.

In Iraq, nel 2003,  era presente una missione italiana e dell’ L’attentato a Nassiriya racconta Aureliano Amadei ragazzo squattrinato con velleità artistiche a cui venne realmente  chiesto di fare l’assistente per un film da girare in Iraq.  Accetta e si troverà coinvolto nell’attentato terroristico di Nasiriyya il 12 novembre, dove rimarrà ferito ma abbastanza vivo da tornare in Italia per raccontare la sua storia e girarne successivamente un film : 20 sigarette che se non avete visto vi consiglio vivamente di farlo ora.

E sia pace in terra agli uomini di buona volontà

39 thoughts on “Esportatori di pace

  1. gianni ha detto:

    Grazie per la segnalazione di 20 sigarette.

  2. Laura ha detto:

    Brava Shera, bel post, un abbraccio e buon weekend, buonanotte, ❤

  3. il barman del club ha detto:

    quando le bandiere di guerra caleranno insieme al sole, sarà ormai il tramonto della vita…

  4. Rebecca Antolini ha detto:

    Cara Shera abbi un felice weekend, io mi prendo un piccolo tempo di pausa per riflessioni .. tornerò presto… un abbraccio Pif♥

  5. leparoledinessuno ha detto:

    …Devo vederlo ! Clint colpisce direttamente all’Anima ! (Vedi Million dollar baby).
    Bella recensione. Complimenti.
    Ciao.

  6. Eleonora ha detto:

    Questo film non mi è piaciuto. Roba vista e rivista, da altri film più intensi. È chiaro il meccanismo messo in atto nelle menti di tante persone, il convincimento che si instilla col patriottismo con L idea che il nemico attacca e tu generosamente devi difendere il tuo paese…

    • sherazade ha detto:

      Eleonora
      I film sulla guerra sono molti e alcuni per me bellss come Goodmorning Vietnam che forse fu il primo atto di accusa all ‘ interventismo americano.
      Il soldato Rayan , Mavelik con Quel sottile fllo rosso, Eastwood con Lettere da Hiroshima.
      Io ho citato un contributo analogo che ha segnato direttamente l ‘italia con i 19 soldati morti a Nassirya : 20 sigarette.
      Le guerre e i sentimenti che muovono sono quelli. Saperlo trasmettere è, in questo caso, Buon cinema.
      A me American singer è piaciuto.
      SherabuonWE

  7. Elena ha detto:

    Bella segnalazione! Grazie e buon we!

  8. sherazade ha detto:

    No, barman credo di nn crederci anzi razionalmente dico no.
    Tuttavia,oggi, sarebbe possibile da parte della politica fare molto. Non fomentare l una o l altra fazione a seconda degli interessi nazionali ed economici.
    Chi vende le armi a chi è cmq chi ci guadagna ?
    Piove col sole a Roma. Niente parco. ..
    Consigliami un rosso ‘da paura’ x lasagne e formaggi.
    Per il tiraTIsù un Berlucchi della casa natalizio.
    Due amici blogger a cena. Ti aggreghi?
    Sheranessunluogoelontanoselovuoi

  9. loscalzo1979 ha detto:

    Ho visto entrambi, belli e contemporaneamente uguali e diversi fra loro per il punto di vista scelto dall’autore.

    Di American Sniper ne parlo qui: https://loscalzo1979.wordpress.com/2015/01/15/la-prima-rece-non-si-scorda-mai-american-sniper/#more-2818

  10. sherazade ha detto:

    Loscalzo
    tanto per dire… non sarebbe gentillissimo
    accennare il tuo pensiero anche quii?

    sherachevvuoinvecchiaediventabizzarra

  11. tramedipensieri ha detto:

    Gran bel film!
    20 sigarette non l’ho visto…grazie per la segnalazione

    buon fine settimana 🙂
    .marta

  12. sherazade ha detto:

    Buon fine settimana Marta 😘😘😘

  13. katherine ha detto:

    E’ da parecchio tempo che non guardo film di guerra e credo non lo farò più, a meno di essere costretta con la forza. Mi fanno stare male e non riesco più a sopportarlo. Però devo averti letto nel pensiero perchè anch’io, proprio ieri, ho parlato sul blog di un film.
    Buona settimana!

  14. TADS ha detto:

    l’ho visto, a prescindere dai vincoli cinematografici porta sullo schermo una storia vera e credo sia giusto interpretarla come tale, non è il solito filmetto o colossal sul Rambo di turno. Forse la vera chiave di lettura sta nell’inizio del film, nella scelta di kyle, si arruola volontario per dare un senso alla sua fallimentare vita, anche affettiva.
    Ti dirò che tutto questo livore nei confronti dei marines lo capisco poco, non dimentichiamoci che se non fossero arrivati i soldati USA l’Europa avrebbe compiuto altri percorsi.
    Il pacifismo è una utopia campata in aria, la negazione della natura dell’uomo e della storia, tutti i confini delle cartine geografiche sono stati tracciati con le armi. La guerra è insita nel genere umano e lo sarà sempre. Una volta completato il ciclo, occidente, oriente, medioriente, africa, si ricomincerà daccapo, la nostra generazione è nata e probabilmente, si spera, morirà in periodo di pace ma questa è mera casualità. Più che illudersi di disarmare il mondo sarebbe opportuno ridurre al minimo fisiologico le spinte motivazionali che provocano le guerre. Una scena del film descrive perfettamente il mutamento di Kyle, non fosse stato già padre il ragazzino che imbraccia il lanciarazzi lo avrebbe ucciso, un passaggio molto importante che svela uno dei tanti messaggi extra guerra del film.

    recensione di taglio professionale,
    chapeau

  15. sherazade ha detto:

    TADS,
    che dire? tu hai dato corpo al mio abbozzo.
    E’ un film asciutto e lucido. Lo sbarco della marina militare Usa in Normandia del ’44 fu determinante: il D-day . A questo proposito mi viene in mente di rivere ‘Il giorno più lungo’.
    I marines sono un corpo speciale a me non è sembrato che fossero mal visti, anzi.
    La rovinosa guerra del VietNam ‘conclusasi’ nel 1973 (premio Nobel a Kissinger) era ancora molto viva nella seconda metà degli anni Settanta quando io iniziai il City College. I movimenti studenteschi ribollivano.
    Il dramma dei reduci era molto sentito e l’accusa che si faceva era di averli completamente abbandonati con i loro incubi. Erano davvero delle mine vaganti e il film di Eastwood giustamente calca sull’aspetto psicologico di queste guerre per le quali si parte già intimamente fragili alla ricerca di un riscatto.
    Certamente la guerra è insita nelle cose. e Troppi interessi sopratutto di carattere economici sono in ballo. Tu dici che moriremo in pace?
    Mio fratello comprò direttamente su Amazon l’autobiografia di Chris Kyle e adesso sta sul mio tavolinetto. Ti saprò dire.

    Certo la morte che ha fatto, poveraccio, davvero da il senso del non senso della vita.

    sherassaisoddisfattadeltuogiudiziopositivo..delfilmofcourse

  16. banzai43 ha detto:

    Ciao shera.
    Quanti gli sniper nostrani, politici e non, che uccidono con le parole, con la macchina del fango, con le bugie concatenate finalizzate a divenire prove. E come chi uccide con il fucile in azioni di guerra, così gli assassini di casa nostra gettano nel baratro intere famiglie e le loro discendenze.
    Cara shera, faccio fatica a ritrovarmi in questo mondo di …
    Un forte abbraccio.

    banzai43

    • sherazade ha detto:

      Mondo di …ladri, arrivisti,
      popolo di qualunquisti, di “Ghe pensi mi “, di salvatori usa e getta e in mezzo ci siamo noi., pesci fuor d ‘acqua che abbiamo perdi la bussola ma tanto nn servirebbe. Per andare dove?
      Sheralloraproteggiamoinostriaffetti

  17. rodixidor ha detto:

    Bella la tua recensione, no ho visto il film perché Eastwood non mi ha mai convinto del tutto. Ora però mi hai fatto venire la curiosità di vedere “20 sigarette”. 🙂

  18. luigi ha detto:

    mia filgia ha visto il film a Los Angeles, e a ogni colpo sparato dal cecchino, il pubblico in sala gioiva….
    questi sono gli americani…

    • sherazade ha detto:

      Luigi
      Forse gli americani che ‘giovano ‘guardavano un altro film o pensavano di stare al Luna park.
      Non sono filo americana ma definire gli americani, tutti, come dei faciloni superficiali… anche perché dal Vietnam in poi ogni guerra~ come del resto è stato per i nostri soldati ~ ha gravato sul ceto medio basso della popolazione.
      American sniper è talmente realistico che sentire che ci fosse chi rideva mi fa orrore.
      Sheranchegliamericanihannocervello

  19. giselzitrone ha detto:

    Wünsche dir einen schönen Dienstag liebe Freundin bin wieder aus dem Krankenhaus Gott sei Dank ja ich glaube die Menschen gönnen ohne Krieg nicht sein.Ich wünsche dir noch eine gute neue Woche lieber Gruß und Freundschaft Gislinde

  20. gageier ha detto:

    Liebe Sherazade einen glücklichen Mittwoch wünsche ich dir und noch eine schöne Rest Woche mit ganz lieben vielen Grüßen Klaus

  21. mfantuz ha detto:

    Molto bello il post che hai scritto, azzeccatissimo il titolo, davvero esportatori di pace e democrazia gli States. Non credo che andrò al cinema a vederlo, l’avevo anche sotto casa, ma Eastwood è davvero un grande come regista. Sono tra i pochi, credo, ad aver visto 20 sigarette, davvero un punto di vista diverso dai soliti film di guerra.

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