HAPPY ANNIVERSARY
it’s almost 2 years 🙂 Splinder I do miss you yet
‘Scusi vuol fare un figlio con me?’
Si chiama “co-parenting”: diventare genitori senza fare coppia fissa, senza formare una famiglia (sia quella che sia): scegliersi sul web.
Una sorta di parternership la cui ragione sociale per contratto, ripeto per contratto, sono la gestazione, la nascita e la successiva co-gestione del figlio, il tutto avendo come premessa precisi accordi finanziaria e abitativi. (per inciso di solito ci si arriva attraverso la via crucis della separazione e del divorzia, ma qui si gioca di anticipo!!!)
“…e dopo qualche settimana di convivenza mi ha consegnato un campione del suo sperma. Ci siamo abbracciati e poi sono andata in camera mia e mi sono inseminata…”.
E l’amore? Non è contemplato. Potrebbe scoccare la scintilla e allora tanto meglio.
Il sito più frequentato è “Coparents.com” ma visto il successo stanno ‘nascendo’ siti come funghi
In Italia?
Anche da noi si fanno prove di co-genitorialità e il primo sito alternativo alla famiglia è http://www.co-genitori.it/ che conta quasi 100.000 iscritti:
“Collgeghiamo i genitori o futuri genitori che desiderano crescere un bambino. Ci rivolgiamo agli omosessuali ma anche a tutti coloro che non desiderano (o non vogliono più) vivere in coppia per altre ragioni.” Ho dato uno sguardo e a me gli annunci suonano un poco ‘stranucci’….
Personalmente esprimo il mio MAH grande come una casa.
Certo è difficile, traumatico, concepire un figlio con amore e poi scannarsi nel divorzio. Ma perchè essere pessimisti, peggio, egoisti, quando il figlio, potrebbe essere un collante fortunato su cui investire sé stessi insieme con sentimento?
No al seme anonimo e allora meglio un contratto ‘de visu’ che abbia come oggetto un essere umano in co-gestione ‘costi quel che costi’?
Ma si può desiderare un figlio, così in termini disimpegnativi e al tempo stesso contrattuali?
Non è forse questa una evidente, delirante, forma di anaffettività che si produce nel degrado malato dei sentimenti in una società mercificata dove il ‘mio è mio’ ma – insomma – la co-gestione economica è auspicabile?
IO non ho messo mai minimamente in discussione l’iniziale amicizia da cui è nato, inaspettato, mio figlio. Non rimpiango il successivo matrimonio finito in poco più di un anno e le ferite profonde che mi sono portata dentro. Quell’amore che abbiamo condiviso nella ‘nostra’ gestazione, l’abbraccio e la gioia reciproca nel tenere quel miracolo delicatamente stretto tra noi, insieme, resta ‘il’ patrimonio che ha fatto lamia ricchezza.
Ma la vita è imprevedibile, difficile da programmare, e penso vada vissuta con generosità perchè i sentimenti sono un bene inalienabile che si sperde e si riproduce intatto.
SUVVIA! nessun ‘mi piace’ ma il vostro parere, come genitori, felici o separati, come single, o come persona.