(repetita iuvant, settembre 2007)
1939. Abel Meeropol scrisse con Billie Holyday “Strange Fruit” seduti al tavolino di un bar “con ancora negli occhi la fotografia del linciaggio di due neri delle piantagioni del Sud’.
Una sera, il giornalista Harry Levin ascoltando Billie Holyday cantarla, si senti improvvisamente accomunato a un generale, forte e nello stesso tempo confuso, sentimento di impotenza dolorosa che aleggiava nella sala e addebitò questo stato d’animo al momento storico che l’America stava vivendo: “Noi eravamo li, storditi ed incapaci di muoverci. Lei ci mise in contatto fisico con quella canzone. Nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, mentre stavamo combattendo per riportare la libertà (e la ‘democrazia’ aggiungeremmo oggi), Billie ci stava dicendo che c’erano alcune cose incompiute con le quali l’America doveva confrontarsi.”
Nell’euforia dei primi mesi del nuovo millennio, stilando una graduatoria sulla più bella e significativa canzone del novecento, il Time identificava in “Strange fruit” di Billie Holiday il “monumento musicale” del secolo discostandosi nettamente da un sondaggio a tappeto che aveva, invece, optato per “Imagine” di John Lennon.
Io sono per “Strage fruit” e con il Time attonita per il feroce parallelo con l’attualità (che simbolicamente mi riporta a Rosarno alla raccolta delle suoi rossi frutti, per molti unico cibo per giorni e giorni di guerriglia sanguinaria) di quelle strofe: “Gli alberi del Sud danno uno strano frutto, /Sangue sulle foglie e sangue alle radici, /Neri corpi impiccati oscillano alla brezza del Sud, /Uno strano frutto pende dai pioppi/…..Profumo di magnolie, dolce e fresco, /Poi improvviso l’odore di carne bruciata…”
E guerra sia! Ogni giorno la scatola dei sogni fittizzi, si lascia sfuggire notizie di soldati dilaniati (i nostri eroi) di ‘civili’, numeri grigi non meglio quantificati che fuggono o guardano muti al di là del filo di ferro che – ci vuole coraggio, – si chiama ‘campo profughi’.
Terre, città rase al suolo, nessun deodorante al profumo di magnolia a coprire il lezzo di sempre nuovi corpi martoriati, anime senza speranza, per buona pace delle ricche democrazie e dei (pre)potenti della terra.
(La versione della canzone che vi propongo è di Nina Simone, una grande artista che l’ha cantata con altrettanta passione).
Non amo le classifiche, perchè non credo abbiano molto senso. Secondo me, non si può stabilire in assoluto ed oggettivamente quale sia la miglior canzone del secolo, così come il miglior libro o il miglior film. Esistono tanti capolavori e le preferenze possono solo essere soggettive. Inoltre, talvolta è impossibile scegliere tra più cose che ti piacciono in maniera uguale-
Dovendo scegliere tra "Strange fruit" ed "Imagine", anch'io opto per "Strange Fruit". Personalmente la preferisco. E questa versione cantata da Nina Simone è davvero splendida.
E' un bellissimo posta, Shera, molto intenso e partecipato. Non conoscevo la canzone e sono felice che tu l'abbia spiegata così bene…è così struggente, se se ne conosce anche il significato.
Imagine è la mia canzone, ma solo per percorso storico e per generazione, e io la amo non perché sia la più bella del mondo ma perché significa qualcosa per me e per le generazioni a me vicine. E poi è di John, e questo significa molto.
Un abbraccio, cara.
…post, scusami 😉
ti lascio una delle mie canzoni preferite, come dici tu, per percorso storico.
I quens e Freddy Mercury..e non aggiungo altro.
sheraunforteabbracciomalinconicopensandoal(brutto)mondochecisiamo'creati'
Kalip-ina
ho da sempre condiviso con mia madre le canzoni di Billie Holiday e tutta la discografia francese che in Italia veniva guardata con occhio sospettoso: les 'caves', i girocolli neri di Juliette Greco, le prime canzoni della mala di Edith Piaff, Jacques Brell che tanto ha in comune con le liriche di De Andre.
sheràbientot
Kali,
dimenticavo Brel con una elle sola e una sua canzone cantata da Nina Simone che fà venire la 'pelle d'oca'.
Le parole sono struggenti e la melodia non è inferiore
(Non mi lasciare, bisogna dimenticare, si può dimenticare ogni cosa che già fugge via, dimenticare il tempo dei malintesi e il tempo perso a chiedersi come, dimenticare queste ore che uccidevano a volte a colpi di perchè il cuore della felicità, non mi lasciare, non mi lasciare….
io ti offrirò perle di pioggia venute da quei paesi in cui non piove, scaverei la terra fino alla mia morte per ricoprire il tuo corpo d'oro e di luce, creerò un regno, dove l'amore sarà re, dove l'amore sarà legge, dove tu sarai regina, non mi lasciare non mi lasciare….
inventerò per te delle parole senza senso che tu capirai, ti parlerò di quegli amanti che hanno visto due volte i loro cuori prendere fuoco, ti racconterò la storia di quel re morto per non averti potuto incontrare, non mi lasciare, non mi lasciare…
si è visto spesso riaccendersi il fuoco del vulcano antico che si credeva troppo vecchio, si sono viste terre bruciate dare molto più grano del migliore aprile, e quando viene sera, perchè un cielo prenda fuoco il rosso e il nero non si sposano mai, non mi lasciare, non mi lasciare…
non mi lasciare, non piangerò più, non parlerò più, mi nasconderò lì a guardarti danzare e sorridere e ad ascoltarti cantare e poi ridere, lasciami diventare l'ombra della tua ombra, l'ombra della tua mano, l'ombra del tuo cane, non mi lasciare, non mi lasciare…)
sheraciaooooooooooooooo
come dice il commento #1, non facciamo classifiche, ma queste sono interpretazioni intense e struggenti di testi che ti ringrazio per aver posto all'attenzione..
acquacotta
anche io non amo e soprattutto non seguo le classifiche e tuttavia visto che altri hanno posto queste due canzoni in competizione, ho detto la mia.
sheragraziediesserepassatatrovarci
Gli americani sul transeunto sono dei geni della serie non so cosa scrivere ma scrivo lo stesso( vedi Time), cmq per il dibattito sul tema bisognerebbe capire dove finisce l'impegno e comincia la musicalità, (ovviamente possono essere conciliabili entrambi).
Anche se vado fuori tema(e mi limito a leggerlo il post) tranne imagine ascoltarle queste canzoni sono sempre meglio di un lieto fine.
ascoltarefasemprebenealcoreallaaanima
AAAVANTè
Non posso che ripetermi e confessare che in linea con il Time non avevo di meglio da dire e che cmq quando musicalità e 'impegno' vanno a braccetto —
ascoltarefasemprebenealcoreallaaanima
sheradaunagiornataromanadifreddoluminososoleventoso
L’ha ribloggato su sherazade2011e ha commentato:
Non soffro di disturbo bipolare per cui sono allegra e prostrata allo stesso tempo. E’ che nulla intorno a me mi dice che ci sia stata una soluzione possibile per i morti ammazzati, per i disperati, per chi insegue un sogno che disegna ‘solo’ la libertà dalla paura.
Sherazadeconabbracciocircolare
[…] OTTOBRE 25, 2010 […]
Antonio Gramsci disse una volta “L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva; la storia insegna, ma non ha scolari”
io mi domando quando l’uomo impara dal sbaglio dal passato e inizia a prendersi la responsabilità delle sue azioni..
😦
senza parole Shera, parole che graffiano e la voce di Nina le imprime a fuoco!
Cpnoscevi?
adoro Nina e la musica jazz e il blues, la conoscevo si! Ho preferito però postare il discorso di Martin Luther King che secondo me rimane una dichiarazione di amore e libertà da brividi. Un monumento all’uguaglianza e alla pace. Ciao
Assolutamente d accordo!