Il Mojito ha origini cubane diluite nel tempo. Si presuppone che sia stato inventato nel famoso locale dell’ Habana “La Bodeguita del Medio” di cui Ernest Hemingway era affezionato cliente e robusto bevitore.
Il Mojito originale non è mai troppo alcolico poichè i cubani iniziano a berlo sin dal mattino per via del caldo estivo e gli impegni quotidiani non consentirebbero di essere eternamente (felicemente), detto eufemisticamente, non del tutto sobri.
Più che un cocktail, dunque, è una bevanda leggermente alcolica, dissetante, a base di (un) lime, zucchero di canna raffinato (bianco), acqua gassata, rum bianco e naturalmente la hierba buena sostituita egregiamente dalla nostra menta fresca e dolce visto che la hierba buena cresce solamente a Cuba.
La preparazione.
In un bicchiere tumbler alto posate le foglie di menta (in genere 10/12 foglie), spremeteci sopra il lime e aggiungete due cucchiaini da cappuccino di zucchero di canna bianco, con un pestello esercitate una leggerissima pressione in modo da amalgamare gli ingredienti stando attenti a non lacerare le foglie di menta, riempite il bicchiere con del ghiaccio spezzato (non tritato) e a questo punto aggiungete il rum bianco in una dose che va dai 4 cl ai 7 cl, dipende dal vostro grado di resistenza all’alcool (a me piace forte, robusto, come al santo bevitore Ernest). Completate con due dita di soda o acqua gassata.
Raccontano i poeti antichi, che la Menta fù in origine una bellissima fanciulla, amata da Plutone e per vendetta trasformata in erba da Proserpina.
Questa leggenda contribuì ad attribuire presunte virtù afrodisiache a questa pianticella che con il suo profumo soavissimo scrisse Platina :”risveglia le forze del sesso quando siano carenti o sopite”.
Dunque, perché non unire le due cose? Sorseggiare molleMENTE adagiati e possibilmente in buona compagnia (che può benissimo essere anche ‘solo’ la nostra) un fresco profumatissimo Mojito?
Mojito! Mojito mi amor.