….paura non abbiamo
La nostra colazione è sacra.
Siamo noi due: mamma e figlio. La nostra famiglia.
Un figlio buono e generoso che spero trovi presto la sua strada. Una fanciulla che ‘lo meriti’, lo renda sereno e lo aiuti a ridere perché quando ride, nel buio di questa mattina di nuovo piovosa, è bellissimo.
Il mio ‘bambino’.
Esserino che ho fortemente desiderato ponendo un punto interrogativo su tante cose, sfidando le incertezze della mia vita di coppia. L’ho voluto e basta certa che anche da sola avrei potuto garantirgli amore e dignità.
Abortire, decidere di abortire, è per una donna una scelta pesante un momento nel quale sarà dolorosamente sola con la sua storia
Una sensazione di vuoto incancellabile che resterà tale a dispetto del tempo e di altri figli.
Ci sarà sempre un momento indefinibile nel quale, in un lampo, si domanderà “..e se?” e quella domanda senza risposta peserà, peserà eccome.
Ecco, sarebbe onesto camminare in punta di piedi su questo terreno così irto di implicazioni e non tirare somme dogmatiche (o peggio farne un ‘valore’ da usare come una clava nelle contrapposizioni politiche)
…ma è altro che oggi mi interessa sottolineare.
Come donna che ha vissuto già tanti passaggi della sua vita e che si trova “nel mezzo del cammin”, dilatato e spostata in avanti
oggi, 8 marzo
vorrei abbracciarmi stretta a chi la mia fortuna non ha avuto, tacere, e sentire battere i nostri cuori vivi.